LE PROVINCIE
62 Viste le attuali difficoltà, il CPO rimette al definitorio generale il compito di preparare progetti concreti circa l'erezione, la divisione o l'unione delle province, secondo criteri che riterrà giusti, e anche di decidere in proposito, stando al n 111 delle nostre costituzioni.
APERTURA A NUOVE STRUTTURE
63 Non si ricerchino soluzioni seguendo soltanto le attuali strutture, ma rimanga aperta la porta alla ricerca di altre strutture, anche straordinarie in senso creativo, secondo le esigenze del mondo moderno e della nostra vita rinnovata, in modo che venga promossa sia l'unita dell'Ordine sia il suo inserimento nel contesto locale.
PROMUOVERE LA COSCIENZA DELL'UNITÀ
64 Di conseguenza, si promuovano la coscienza e, per così dire, la mistica dell'unità, in modo che, attraverso frequenti contatti e la collaborazione nell'iniziazione e nell'attività pastorale, si arrivi all'unione anche giuridica in quelle regioni dove le circostanze e il bene dell'Ordine la richiedono. Per cui non si facciano unioni o erezioni di circoscrizioni per imposizione, cioé senza che si siano ottenuti prima la necessaria preparazione degli animi e il consenso della maggioranza dei frati.
65 Sia fatto uno studio profondo e scientifico da parte dei superiori generali insieme con le Conferenze dei superiori maggiori e di tutte le circoscrizioni, le quali hanno interesse che la implantatio Ordinis nelle diverse regioni avvenga saggiamente e ordinatamente.
CRITERI PER LA «PLANTATIO ORDINIS»
66 Affinché il modo di procedere sia il più prudente possibile, il definitorio generale tenga presenti i seguenti criteri:
a) la nostra disponibilità ci porti la dove le forze, le persone, la testimonianza di vita francescana dimostrano che esistono motivi validi per la nostra presenza e non si facciano invece fondazioni, spinti da ragioni esterne e superficiali;
b) circa il territorio e da notare che per territorio non si deve intendere soltanto un'entità geografica, quanto anche i centri demografici continui (a causa della fraternità) nei quali lavorano i frati (Cost. 111);
c) il criterio della sufficiente quantità e dell'efficienza, cioé: in primo luogo non venga in considerazione la quantità numerica dei frati, ma piuttosto il grado di vitalità interna ed esterna e le necessità che esistono di erigere una nuova provincia;
d) ci si sforzi in ogni nazione di arrivare all'unificazione, specialmente dove esistono circoscrizioni che hanno origine dalla stessa provincia madre. Per cui ci si può domandare se in alcune nazioni non sia sufficiente UNA sola provincia, eccetto casi straordinari;
e) il criterio della testimonianza nella chiesa locale. Per questo é necessario un sufficiente numero di frati, che efficacemente lavorino nella chiesa locale;
f) quale manifestazione di vitalità deve essere considerata in primo luogo l'attività missionaria nella propria o in altra regione, giacché il nostro Ordine e missionario;
g) si richiede anche che la provincia eventualmente da erigere abbia, globalmente parlando, agibilità economica, vigore spirituale, capacità di una buona distribuzione delle forze nelle diverse attività e, inoltre, la possibilità di offrire ai candidati una fedele immagine della nostra vita.