Pubblicazioni - Editoria

Gianluigi Pasquale, Dio ha un nome cattolico (cioè per tutti): quello di Padre, in «Aleteia» 3 (2014) n. 11, pp. 12-15.

La ricerca si configura quale risposta teologica ad alcune ingenue – e forse disincantate – ermeneutiche messe in capo sia al Cardinale Carlo Maria Martini nelle sue Conversazioni notturne a Gerusalemme (Mondadori 2008), sia a Papa Francesco, nel suo dialogo a distanza con Eugenio Scalfari («La Repubblica» 2014). L’Autore, basandosi sulle fonti che hanno sollevato la (presunta) questione, argomenta in modo perspicuo che: a) la nota della «cattolicità» (ovvero la caratteristica) , inerisce, caso mai alla Chiesa, non a Dio, e qualora inerisse a Dio non lo de-finisce se non come Colui che è aperto a tutto e a tutti, esattamente come il semantema “cattolico” intende indicare; b) tutto ciò che noi sappiamo di Dio – lo afferma chiaramente l’intera Sacra Scrittura – ci è stato rivelato dal Signore Gesù Cristo, il quale ha attribuito a Dio Padre altri appellativi molto più consoni al suo essere nostro «Padre», senza cimentarsi se fosse cattolico o meno; c) se anche Papa Francesco avesse detto che, secondo lui, «Dio non è cattolico» intendeva proprio affermare che Egli in Gesù Cristo si è compromesso in maniera irreversibile con l’humanum che l’uomo è, derubricando, così, qualsiasi confine che la «marginalizzazione» cattolica volesse insinuare.

http://www.aleteia.org/it/religione/interviste/papa-dio-non-cattolico-scalfari-martini-5834070999171072

Gianluigi Pasquale, Il vescovo gesuita di Milano, anticipo di quello di Roma, in «Città di Vita» 69 (2014), n. 5, pp. 429-442. [ISSN 0009-7632].

L’articolo pubblica la «Presentazione» che l’Autore ha tenuto alla monumentale biografia del Cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012) scritta per i tipi della Mondadori dal biografo Dr. Marco Garzonio nella Sede romana del CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica), di cui Garzonio è Presidente, il 28 Maggio 2014. La ricerca si struttura perseguendo queste cinque piste di lettura: a) l’inesausto desiderio del Cardinale Martini nel cercare di interpretare i segni dei tempi; b) il suo essere stato innanzitutto uno «scienziato della Parola [di Dio]»; c) le difficoltà nell’accettare di fare il “mestiere di vescovo” chiudendo per ben tre volte di essere esonerato da quell’incarico che proprio non s’addice a un vero studioso; d) l’inedita invenzione della «Cattedra dei non credenti»; e) l’opzione martiniana per una «Chiesa mariana» e non solo petrina.

http://www.cittadivita.org/rivista.php

 

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