Pubblicazioni - Editoria

DOMENICO SPATOLA, Palermo dono di perle in versi. Poesie, I Buoni Cugini Editori, Palermo, 2017, pp. 256, € 13, 00.

Appena lo scorso anno avevamo avuto l’occasione privilegiata di scrivere la Prefazione alla prima raccolta poetica di Domenico Spatola, In libertà d’amore…che i lungimiranti Buoni Cugini Editori hanno voluto far conoscere al grande pubblico letterario e non solo, superando la soglia dell’horto conclusus del convento dei cappuccini di Palermo, il microcosmo in cui da sempre ha vissuto e operato il nostro frate poeta.

Avevamo notato, già allora, come non sfuggissero all’attenzione e alla sensibilità poetica di fra Domenico “Anche i luoghi della nostra Isola… Trinacria, Conca d’oro, Selinunte, Mothya”, tanto per citarne alcuni. In questo nuovo volume l’obbiettivo poetico del cappuccino si concentra su Palermo, la sua città.

Il motivo di questa scelta è individuato, in una sorta di Introduzione, dallo stesso poeta nella felice individuazione di Palermo, capitale della cultura per il 2018, e giustamente, essendo questa città “capitale ideale del Mediterraneo dall’antichità e culla di arti e culture diverse, che tutte hanno lasciato vestigia di gloria in monumenti 2 strategicamente situati a perenne spettacolo per il visitatore, che ignaro ne percorre i cammini in ubriacature di bellezze, che fan sognare senza confronti” (p. 3).

Subito dopo, in prospettiva ermeneutica, fra Domenico sente il bisogno di riassumere in estrema sintesi poetica Palermo, “tutto porto” secondo la sua etimologia, affiancandogli un dipinto ottocentesco di George Loring Brown (p. 11-13) e definendo una tantum “il concetto di a Palermo” (pp. 15-16).

Subito dopo fra Domenico inizia la sua rivisitazione poetica, quasi guidando per mano un ipotetico visitatore, in ogni angolo della Città amata, visitando prima “Il centro storico” (pp. 17-144), quindi “La periferia” (pp. 145-183), con una sosta “Al museo Pitré” (pp. 185-193), per addentrarsi poi nei “Dintorni”, con lo splendido Tramonto a Cefalù che ci fa assistere, spettatori privilegiati, “alle nozze del sole / e del mare” (pp. 195-219).

Dulcis in fundo, è il caso di dirlo, non è sfuggito a fra Domenico di trasfigurare nei suoi versi poetici la “Palermo da gustare” (pp. 221-251), descrivendo nei minimi particolari, quelle che sono le specialità gastronomiche e dolciarie che rimangono impresse nell’immaginario di chi ha già visitato, o ha in animo di visitare, il capoluogo siciliano.

Il tour poetico di fra Domenico non è solo “dono di perle in versi”, ma è corredato da uno straordinario supporto iconografico, sia in bianco e nero che a colori, costituito da foto e stampe antiche di luoghi, cose e personaggi descritti nelle poesie. Una vera gioia per gli occhi e per lo spirito che “vede”, e quasi “tocca con mano”, lo stupore emanato dai versi a volte con la magia della filastrocca.

Come abbiamo già auspicato per la prima silloge poetica di fra Domenico, In libertà d’amore…, dunque, anche a questa Palermo dono di perle in versi auguriamo larga diffusione, additandola - perché no? - come prezioso sussidio didattico nelle scuole per tramandare alle giovani generazioni i segreti di una città, Palermo appunto, ricca di storia, fascino e mistero.

Giovanni Spagnolo

 

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