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“La roccia si sfalda”: il grido di allarme arriva dalla Grotta di Nazareth, a lanciarlo è padre Ricardo Bustos, frate minore della Custodia di Terra Santa, Superiore della Basilica dell’Annunciazione. Roberta Gisotti lo ha contattato per saperne di più:
D. - Padre Riccardo Bustos, l’allarme da lei lanciato sulle condizioni della Grotta dell’Annunciazione ha destato grave preoccupazione nel mondo cristiano e non solo. Che cosa sta accadendo?

R. – Il problema non è nuovo, è registrato già da tanto tempo ma ultimamente le condizioni di conservazione della Grotta si sono aggravate e quindi, insieme all’Università degli Studi di Firenze, abbiamo cominciato un lungo cammino per la conservazione di questo luogo che si stava sfaldando un po’ alla volta. Abbiamo fatto diversi interventi in questi ultimi tre anni e mezzo ma i risultati non sono stati molto positivi. Ultimamente, qualche mese fa, abbiamo allestito alcuni pozzi di drenaggio e speriamo ci aiutino almeno a fermare il flusso dell’acqua piovana che arriva durante il periodo invernale.

D. – La situazione si è aggravata per le condizioni atmosferiche?

R. – Abbiamo visto già all’inizio dell’inverno, con le prime piogge che sono cadute, che la Crotta si continuava a sfaldare.

D. – Lei ritiene adeguati gli interventi fin qui condotti?

R. - Penso che siano stati adeguati, solo che non sono serviti a niente perché il corso dell’acqua arrivava lo stesso alla Grotta e quindi un po’ alla volta tutto il restauro è caduto. Adesso dobbiamo attendere la fine delle piogge per vedere come poter in qualche modo fermare questa forma di degrado. Per il momento le condizioni sono molto compromesse.

D. - Ci sono problemi di finanziamenti per condurre ulteriori ricerche ed interventi?

R. - La questione non è soltanto di finanziamenti, quanto di trovare l’equilibrio giusto. Bisogna pensare ad una climatizzazione che riguardi tutto l’edificio, soprattutto la Basilica inferiore, e riorganizzare anche le visite perché negli altri edifici storici, anche in Italia, le visite sono limitate. Adesso noi abbiamo limitato l’ingresso all’interno della Grotta e dal 2006 abbiamo cercato di fermare la gente che entrava direttamente nella Grotta: ci sono delle inferriate, le abbiamo chiuse, e la gente ora si avvicina, ed abbiamo visto che c’è stato un cambiamento molto grande. Abbiamo cambiato anche il sistema di illuminazione all’interno mettendo una luce molto fredda.

D. - Quindi se la situazione di gravità permane si può anche ipotizzare, per quanto dolorosa, una chiusura temporanea per i fedeli?

R. - Per adesso stiamo aspettando il risultato degli ultimi interventi. A breve dovranno ritornare gli specialisti dell’Università di Firenze per verificare in situ qual è la situazione concreta.

D. – Questo suo allarme servirà anche a richiamare la comunità scientifica internazionale perché si interessi a questo luogo patrimonio dell’umanità, oltre che luogo sacro di fede?

R. – Questo dovrebbe essere anche un monito. Dobbiamo assolutamente trovare una risposta e la stiamo cercando. Affidiamo questo progetto prima di tutto al Signore e alla Madonna perché sono i primi ad essere stati 'coinvolti' in questo progetto. Dipendiamo dalla grazia del Signore e gli chiediamo la grazia di poter ancora conservare questo luogo di fede per tutti cristiani. (bf - www.radiovaticana.org)

 

 

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