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Richiamare “quanti operano nelle realtà universitarie” perché coltivino una “apertura della mente e delle diverse forme delle ricerca”, un “atteggiamento che richiede di non chiudersi nelle proprie specializzazioni, ma chiede di comprendere la propria ricerca come un contributo alla ricerca della verità tutta intera, una verità aperta all’assoluto e alla trascendenza”: lo ha detto oggi a Firenze, in occasione dell’apertura dell’anno accademico dell’Università degli studi cittadina, l’arcivescovo mons. Giuseppe Betori. Riferendosi, all’inizio dell’omelia, al beato Niccolò Stenone, l’arcivescovo ha rimarcato che la sua esperienza scientifica e religiosa è stata segnata da “un’unica motivazione: la ricerca della verità, che passa attraverso il confronto con la realtà, prima quella del mondo fisico, naturale e umano, poi quella del mondo interiore, verso una comprensione più piena delle cose”. Mons. Betori ha sostenuto che il magistero della Chiesa “con continuità ribadisce come tra ragione e fede non si dà estraneità, ma al contrario reciproca implicazione”. Al riguardo ha citato diversi passi di discorsi del beato Giovanni Paolo II e di Papa Benedetto XVI. (www.agensir.it)

 

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