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Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, il Papa che ha sorriso soltanto 33 giorni sarà beato. Infatti, durante l’Udienza concessa al cardinale Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Bergoglio “ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare il Decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo I”, si legge nel bollettino diffuso il 13 ottobre dalla Sala Stampa della Santa Sede.

Il postulatore della causa di beatificazione, il cardinale Beniamino Stella, parla del miracolo avvenuto dieci anni fa a Buenos Aires, precisamente il 23 luglio 2011. “C’era allora una bambina, oggi una ragazza quasi ventenne, che è stata guarita in circostanze straordinarie da problemi neurologici molto seri, in condizioni praticamente disperate. Lo dobbiamo alla fede di chi ha pregato attorno a questa persona quando era ammalata”.

La notizia ha fatto il giro del mondo ed è arrivata anche al Convento di Santa Maria degli Angeli a Bra, dove vive Fra Luca Pier Giorgio Isella che ricorda papa Luciani attraverso la sua testimonianza diretta.

Racconta Fra Luca: “Tra il 26 ed il 29 settembre 1978 ero a Roma, ricorrendo il 450° dell’approvazione del nostro Ordine di frati Cappuccini, in una delegazione di studio sull’occasione. Era prevista un’udienza particolare in Vaticano nel giorno di giovedì 28; tutti curiosi di conoscere il nuovo Papa. Ci trovammo accanto a lui, presso il seggio papale, sulla piattaforma dell’Aula poi detta Paolo VI, davanti una folla strabocchevole. Papa Luciani dovette entrare sulla sedia portata a spalla, mi fece tenerezza, bersagliato dai lampi dei fotografi, dalle acclamazioni, sorrideva. Salutò in modo semplice e fraterno, accostandosi familiarmente a noi. Ascoltando la sua voce vidi che faceva fatica a respirare, non sapevo dei precedenti clinici poi emersi, della salute precaria. Pareva sopraffatto da quanto gli era attorno e sorrideva”.

La decisione di elevare agli onori degli altari Giovanni Paolo I ha acceso i riflettori sulla figura di questo Papa che ha regnato sulla Chiesa poco più di un mese, ma soprattutto ha permesso di riflettere sulle sue virtù. Continua Frate Isella: “Tornammo al nostro lavoro, trascorse la notte. La mattina successiva presto sentii bussare forte alla mia camera: ‘Alzati presto, il Papa è morto!’. Mi chiesi se era una stramberia scherzosa dei confratelli per svegliarmi; era vero purtroppo. Nella mattinata eravamo in Vaticano, salimmo la scala regia, uno dei primi gruppi ammessi a vedere e pregare per il Papa morto. Fui impressionato da quanto vidi sul catafalco, da vicino scorsi ancora le macchie scure sul collo, tipiche dell’infarto; le dita irrigidite in modo nervoso. Ebbi in merito informazioni dettagliate dal frate agostiniano Blas Sierra, spagnolo di Valladolid che a Roma aveva relazione con la nostra comunità. Il padre Blas raccontava che quando il Patriarca Luciani scendeva a Roma era ospite della loro comunità all’Augustinianum e lui gli faceva abituale compagnia a tavola. Sì, confermò, il Papa è mancato improvvisamente, il cuore ha ceduto”.

Proprio il processo per la beatificazione di Luciani è riuscito finalmente a consegnare alla storia la verità sulla sua morte, da sempre avvolta da fitti misteri. “Ho voluto ricordare i particolari di questa mia esperienza personale per dimostrare la stupida fatuità e malevolenza di quanto di inverosimile si scrisse e si disse da alcuni in proposito alla morte del Papa. L’unico veleno presente a proposito della morte di papa Luciani, presto beato, era invece nella penna di chi scrisse quelle inconsistenti invenzioni”, conclude Fra Luca.

E ora mettetevi comodi a leggere questa bella storia. Nato il 17 ottobre 1912 a Forno di Canale (oggi Canale d’Agordo), in provincia di Belluno, Albino Luciani è stato Papa soltanto per 33 giorni, uno dei pontificati più brevi della storia, ma ricco di promesse di apertura. Fu lui a dire il 10 settembre 1978 che Dio non solo “è papà”, ma “più ancora è madre”. Parole piene di tenerezza che provocarono il disappunto di qualche teologo.

Figlio di una terra povera caratterizzata dall’emigrazione, ma anche molto vivace dal punto di vista sociale e di una Chiesa caratterizzata da figure di grandi sacerdoti, Luciani venne ordinato prete nel 1935 e nel 1958 diventò vescovo di Vittorio Veneto. Fu un pastore vicino alla sua gente, tanto da scegliere per il suo stemma episcopale la parola ‘humilitas’. Con questo spirito partecipò al Concilio Vaticano II, intervenendo e facendosi così conoscere tra i ranghi della Chiesa. Nel 1969 fu nominato Patriarca di Venezia e in seguito cardinale da Paolo VI, a cui successe dopo un conclave durato un solo giorno. Il suo nome fu un omaggio ai due pontefici che lo avevano preceduto (l’altro era Giovanni XXIII).

Detto il ‘Papa del sorriso’, fu il primo pontefice ad abbandonare il tradizionale pluralis maiestatis nei suoi discorsi, rivolgendosi in prima persona singolare ai fedeli. Con lui, per la prima volta dopo molti secoli, il Papa non venne incoronato: al posto della tiara in testa gli fu imposto sulle spalle il pallio. Giovanni Paolo I dimostrò grande attenzione al tema della povertà del Sud del mondo, sottolineando l’inutile opulenza dell’Occidente (come dimostra l’enciclica ‘I poveri e la povertà nel mondo’).

Parlò anche della questione sociale, dell’importanza di dare ‘la giusta mercede’ ai lavoratori.

Morì improvvisamente nella notte del 28 settembre 1978; venne ritrovato senza vita dalla suora che ogni mattina gli portava il caffè in camera. Nel suo brevissimo papato, Luciani pronunciò 9 discorsi, tenne 4 udienze e due omelie. Ma la sua semplicità e il suo sorriso sono rimasti impressi nella memoria di tutti.

Silvia Gullino

(fonte: https://www.targatocn.it/2021/10/21/leggi-notizia/argomenti/targato-curiosita/articolo/giovanni-paolo-i-presto-beato-la-testimonianza-del-frate-braidese-luca-isella.html)

 

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