Novità - Eventi di rilievo

Un saluto e un incoraggiamento alle Chiese orientali perché il Dio incarnato le sostenga e conforti "nella prova". E' stato questo il pensiero del Papa per le comunità ecclesiali d'Oriente che seguono il calendario giuliano e che si apprestano domani a festeggiare il Natale. Sulla festività – che in particolare quest’anno in Russia sarà sotto tono rispetto al passato per via dei violenti attentati dei giorni scorsi a Volgograd nel sud del Caucaso – Federica Baioni ha intervistato don Stefano Caprio, docente del Pontificio Istituto Orientale di storia e cultura russa:

R. – La festività è una festività cristiana, quindi le simbologie sono quelle comuni a tutte le Chiese cristiane: il digiuno prima del Natale, che corrisponde alla tradizione latina dell’Avvento – un po’ più forte come esperienza appunto di astinenza e digiuno – e la notte di Natale che verrà festeggiata tra il 6 ed il 7 gennaio, perché corrisponde al 25 dicembre del calendario giuliano. Essendo dopo l’anno nuovo – ciò è dovuto al fatto che a livello civile la Chiesa russa e anche le altre nazioni, dove gli ortodossi celebrano il 7 gennaio, mantengono per le festività civili il calendario gregoriano – quella del Natale è quindi una festa che segue ai grandi festeggiamenti dell’anno nuovo. C’è questo contrasto tra il digiuno ecclesiastico e la ricchezza delle festività dell’anno nuovo con i cenoni, le veglie e tutto il resto.

D. – Quali sono le novità di quest’anno in Russia, e a Mosca nello specifico, per questa festività?

R. – La Chiesa ortodossa sta aspettando il Santo Natale e l’arrivo della luce di Betlemme come tradizione: il fuoco di Betlemme viene acceso nella Chiesa della Natività; i russi soprattutto sono molto legati a questa tradizione. A livello civile c’è grande fermento per la manifestazione delle Olimpiadi di Sochi – che si terranno tra non molto – e hanno dato un po’ a questo inverno russo un tono di grande sviluppo. Dall’altro canto, c’è il tono abbastanza mesto degli ultimi attentati terroristici che ha creato invece un clima di grande partecipazione emotiva.

D. – Qui entriamo proprio nella cronaca, l’atmosfera è più mesta degli altri anni: ce ne può parlare?

R. – Certamente. Da questo punto di vista, è addirittura molto tragica, perché gli attentati nel sud della Russia - nella zona del Caucaso - sono stati tremendi, hanno provocato diversi morti. Si è tornati indietro di circa 15 anni, quando sono cominciati i grandi attentati terroristici della Cecenia del Nord del Caucaso. Un po’ l’inizio della lunga fase del governo di Putin, salito al governo proprio per contrastare il terrorismo. Oggi, dopo tanti anni, la Russia è più serena dal punto di vista civile e sociale, più forte politicamente, più ricca ed anche molto più ricca di fede, perché la Chiesa ortodossa in questi anni si è molto rafforzata nelle sue posizioni sia materiali, che spirituali. Quindi, la risposta è molto più partecipata e più forte. www.radiovaticana.org

 

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