Novità - Eventi di rilievo

di Fr. Vincenzo Sirizzotti

Il 10 marzo u.s. c’è stato un avvenimento d’un certo rilievo artistico-religioso a Roma, via Veneto, la via della “dolce vita”, di felliniana memoria. Dire via Veneto significa dire il cuore di Roma, e della Roma ‘bene’, anche ‘notturna’. Non tutti, forse, però, sanno che, appena esci dalla metro “Barberini”, sulla destra ti trovi una grande facciata con su una scritta, a caratteri cubitali: “tempora tempore tempera. Se entri dentro, ti trovi un chiostro nuovo-look: a sinistra il famoso “coemiterium”; a destra, il museo “cappuccini” e la “guest house”. Quest’ultimo complesso - tutto nuovo look - è stato inaugurato appena due anni fa.

Ma la cosa più importante la trovi, salendo la duplice scalinata che porta alla chiesa. Questa chiesa - la prima dedicata all’Immacolata Concezione, opera, in gran parte, della famiglia Barberini - racchiude tesori e monumenti di arte su marmo su tela; racchiude anche monumenti e tesori, di vita ...cristiana. Ci si riferisce alle tombe-memoria di san Felice da Cantalice - coetaneo e amico di un altro santo romano, Filippo Neri. La chiesa racchiude anche un altro tesoro d’arte ‘religiosa’: le spoglie mortali del venerabile “Padre Mariano da Torino”, il “frate della Tv italiana degli anni”, il “parroco degli italiani”.

 

Il 10 marzo u.s., appunto - dopo due buoni di lavori-restauro - è stata ufficialmente riaperta al culto, detta chiesa. Si è detto nuovo-look. I termini non sono affatto iperbolici e fuori luogo. Un lavoro veramente ben fatto ! Per l’occasione hanno onorato la solenne riapertura, con la loro presenza, vari Responsabili dei Beni culturali, i Responsabili della ditta e/o ditte esecutrici dei lavori di restauro. Per l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini: il Generale dell’Ordine, fr. Mauro Jhöri, il Ministro Provinciale del Lazio, fr. Gianfranco Palmisani, Ministro Provinciale dei Cappuccini del Lazio, un certo numero di Cappuccini della Curia generale e dei Frati Cappuccini del Lazio, e un discreto numero di religiosi/ e di laici.

In questo contesto nuovo-look, il 27 marzo u.s., alle ore 18, si è celebrata una solenne memoria del Venerabile Padre Mariano da Torino, al secolo Paolo Roasenda. Il tutto, organizzato da fr. Giancarlo Fiorini, vice postulatore della causa di beatificazione, curatore infaticabile degli scritti di Padre Mariano. Presenti anche il Postulatore generale delle cause dei santi, Carlo Calloni. Un discreto numero di concelebranti cappuccini, alcuni religiosi/e, un nutrito numero di fedeli, amici e ammiratori di Padre Mariano, venuti da varie parti di Roma e del Lazio.

Al momento dell’omelia è stata offerta ai presenti la seguente ‘orazione’ commemorativa.

 

Padre Mariano da Torino - Voce dello spirito

Carissimi amici tutti! Confratelli , fratelli e sorelle, amici e ammiratori/trici di Padre Mariano!...

P. Giancarlo Fiorini mi ha pregato, da oltre un mese, di presiedere questa liturgia eucaristica, a memoria del transito beato, alla vita senza fine - che ci attende tutti -del carissimo confratello, padre Mariano da Torino. Ho accettato volentieri, anche se con una certa trepidazione. Motivo: parlare dei propri confratelli con cui sei vissuto e che, ad un certo punto, assurgono a modelli di vita e di santità, non è facile e fa - come si diceva una volta – ‘tremare le vene e i polsi’. Comunque sia, ho fatto l’ ‘obbedienza’, ed eccomi qui - insieme a voi - a fare questa ‘memoria’, in questa celebrazione eucaristica, che vuole, ancora una volta, essere un Deo gratias e un solenne canto del Magnificat per il grande dono, che il Signore ha fatto alla Chiesa, alla famiglia francescana, e alla società italiana, in genere.

- Dove cominciare? Cominciamo dagli inizi stessi dell’avventura di vita di questo amatissimo confratello: “Sono nato in una famiglia cristiana, ma ho praticamente dovuto costruire faticosamente, attraverso miserie mie e misericordie incessanti del Signore, il mio mondo spirituale”.

Credo che queste parole - quasi sintesi di una vita - ci dicono tutto il cammino e la santità di vita di Padre Mariano. Un uomo che si è costruito - come un mosaico - pezzo per pezzo, giorno per giorno: dono di Dio in tutto, e tutto responsabile di se stesso, minuto per minuto.

Come uomo, innanzi tutto: si è “fatto” sul serio, attraverso gli studi umanistici, che lo hanno forgiato, soprattutto attraverso il contatto diretto con gli autori “classici” del mondo pagano, greco e romano. Ne ha fatto - lo sappiamo - una lettura con occhi e cuore di specialista e di ... cristiano.

Il suo insegnamento era già una ‘missione’. Le testimonianze sono là. La sua vita di insegnante-professore - è stata sempre intessuta e animata da un filo conduttore: Gesù e Maria, la salvezza sua e del prossimo: Azione cattolica, Istituti secolari, TOF.... Scuola, sì. Ma tanti altri impegni ‘a latere’, che riempivano la sua giornata e gli facevano realizzare (già) la sua futura missione di futuro apostolo della Tv. Ha saputo vivere il suo “sitz im leben” , del suo tempo, direbbero i tedeschi. E questo con sempre ‘in corpo”: la ‘decisone’ delle decisioni: - uomo di mondo , matrimonio, o consacrazione totale di se stesso a Dio e al prossimo?

Conosciamo le sue peripezie. Quella giovane che camminò per qualche tempo con Paolo Roasenda, alla fine dovette accorgersi che quel professorino o professorone, aitante e un po’ troppo ‘serio’, si portava dentro qualcosa di grosso. E concluse, essa stessa: - non me la sentivo di rubare un sacerdote (lei ancora non lo sapeva) alla chiesa. - Onore al merito!

L’altro elemento che mi piace sottolineare. Il ‘camminare’ nella vita, sotto gli ‘occhi’ dello Spirito. In seguito sarà definito (lui) la ‘voce dello spirito’ (lo scrivono minuscolo, ma io lo scriverei, subito, al maiuscolo). Paolo Roasenda ha avuto quello che mi piace definire la ‘febbre spirituale’ o la febbre (quasi come una esaltazione) dello Spirito, che non ti lascia mai in ‘stand by’ ... quasi in un’obbedienza passiva ai “segni dei tempi” personali, ecclesiali e di società. Paolo Roasenda - credo - è stato il giovane, l’adulto e...poi il frate, con antenne sempre alzate e attive, mente e cuore, soprattutto, attento di ‘obbedienza attiva’ alla voce dello Spirito. Questo Spirito lo animava negli studi giovanili, universitari, degli anni intensi del suo insegnamento, nelle sue incombenze varie nel campo dell’Azione cattolica, ecc. Questo stesso Spirito lo attese al bivio della sua vita: matrimonio o vita consacrata... sacerdozio’ Tutti conosciamo i dettagli. A me preme sottolineare: la disponibilità interna, ‘spirituale’, appunto, quasi naturale, di fronte alle sollecitazioni soprannaturali. Nulla di deciso in anticipo o in fretta, ma quasi deciso ‘insieme’, con l’Ospite interiore che - come diceva - san Francesco - abita nella ‘cella-cappella’, interiore a noi stessi, e che ci portiamo sempre e dappertutto. Per le sue scelte di vita, oltre che di se stesso, si è lasciato ‘guidare’ da una segnaletica quasi ‘normale’: il fidanzamento, non evitato tout court, ma ‘tentato’, un’attesa in casa di un amico professore, un libro trovato per caso (ma - crediamolo- niente è caso per chi guida ì nostri passi, soprattutto quelli che implicano la nostra esistenza totaliter e per sempre). La biografia dell’umile questuante sardo, Ignazio da Laconi, è - possiamo dire -, un bivio, o il punto di arrivo di un cammino che definirà la sua vita di frate cappuccino, di sacerdote, di conferenziere alla radio e alla Tv. Sarà frate cappuccino, quasi senza volerlo. Sarà sacerdote, anche, dopo averne scarta reiteratamente l’idea.

Quanto ai cappuccini, racconta lui stesso che un compagno di liceo, , era entrato tra i cappuccini, col nome di frate Francesco Maria da Pinerolo. Ma “i cappuccini - dirà lui stesso - li conoscevo di nome, occasionalmente, non mi erano (lo confesso) affatto simpatici”. E sì la vocazione (al matrimonio, alla vita consacrata, al sacerdozio) non è questione di “simpatia”, ma è una scelta di vita che va , di solito, al di là delle contingenze umane. C’è un piano di Dio, c’è una volontà che si manifesta, attraverso lo Spirito, appunto, anche se di solito passa attraverso i segni umani (famiglia, amicizie, libri...).

Non possiamo parlare di Paolo Roasenda e, soprattutto, di Padre Mariano da Torino, senza parlare di una Donna, che è stato la Mamma della sua vita, in primis della sua scelta vocazionale definitiva. Parla di questo momento decisivo della sua vita, come quasi Paolo di Tarso sulla via di Damasco. Questa Donna meravigliosa sembrò che volesse prenderlo per mano, sbarrandogli la strada che, forse, pensava ancora di seguire. E’ Mamma Maria che lo prende in mano al momento decisivo. Lei sarà la sua ‘stella’, la sua curatrice, la sua co-apostola, nella sua vita religiosa e sacerdotale.

Ed ecco come racconto lui stesso (nel 1955) questo suo incontro misterioso con questa sublime Signora: “Fu allora che intervenne, ancora una volta, e questa decisiva, le Vergine Immacolata. Proprio mentre da mesi dirigevo i miei passi verso la meta che mi pareva quella buona, l’Immacolata da me insistentemente invocata per una tempesta che minacciava il mio nuovo orizzonte, mi fece improvvisamente una precisa sensazione fisica. Come di una mano misteriosa che mentre attraversavo una grande piazza mi fermasse e mi obbligasse a tornare, contro voglia, sui miei passi”. Conclusione della sua ‘confessione’: - Sentii d’un tratto un disgusto mai provato, intollerabile, della vita comune nel mondo, contemporaneamente un desiderio irresistibile del sacerdozio, via che avevo sempre scartato.

Durante i 17 anni di Tv, sbancò con varie rubriche (La Posta di Padre di Padre Mariano - 1955; In famiglia – 1958; Chi è Gesù ?, 1959). “Chi è Gesù? probabilmente sarà la rubrica più fortunata. Pensate: aveva previsto cinque anni (1959-1964), la portò, invece, avanti fino agli ultimi giorni della sua vita (27.03.1972). Sì, perché Gesù è tutto. Predicare - da qualsiasi pulpito - non vuol dire fare filosofia, neppure fare teologia, ma semplicemente ‘parlare’ di lui, far parlare lui in noi, far trasparire lui in noi.

Questo è padre Mariano. Mi sono divertito un po’ a sbirciare parecchie pagine di giornali, tuttora ben esposti nella sua cella di Via Veneto, 27 di Roma. Il coro delle testimonianze è unanime: - si è spenta... una voce cara in tutte le case.. Padre Mariano è morto: un volto, una voce, un’anima....

Fra tutte le testimonianze mi si permetta di citarne, quasi per intero, una che traggo dal Gazzettino di Venezia (29.03.1972): “Domandiamoci le ragioni del suo successo, durato anni alla Tv. Padre mariano era fotogenico, certo; era sereno, usavano chiamarlo “la voce dello spirito”, e mai definizione così solenne fu, al contrario, altrettanto tangibile, e dunque più vera”. “Ma quella sua fotogenia accattivante che si nascondeva in un sorriso prontissimo, - continua il giornalista - quella sua serenità perpetua erano lo specchio ardente di una straordinaria sua risorsa interiore. Padre Mariano, insomma, era misericordioso, come il primo degli apostoli. Ed ecco - continua conclude lo stesso - che affiora la vera ragione del successo di un uomo, in un mondo e in un momento che rifiutavano annoiati (diffidenti?) l e “voci” dello spirito; padre Mariano era uno di noi, era la voce del nostro spirito”.

Un’ultima domanda me la pongo io stesso. Poniamocela insieme, soprattutto noi, suoi compagni di cordata - Quale era il segreto o se vogliamo l’anima di tutto ciò che era Padre Mariano e che erano le sue trasmissioni e i suoi vari contatti con la gente che la Provvidenza metteva sui suoi passi, dallo spettacolo alla strada, dal pulpito alla lettera, ecc. Sappiamo tutti dell’esistenza di varie ‘turbine elettriche’ (due monasteri di suore carmelitane ed uno delle Cappuccine di Torino), che lo sostenevano invisibilmente, quasi giorno e notte, nell’adorazione eucaristica. Alcune di queste anime consacrate, gli riservavano addirittura tempi di preghiera speciale. La più nota è rimasta l’ex Rina Serra, cappuccina di Torino, col nome di suor Giuseppina, era lei la super-turbina. Come diceva san Francesco dei suoi frati predicatori: - sono i nostri fraticelli semplici e ‘idioti’ che convertono le anime, non voi con le vostre prediche raffinate!... Padre Mariano si riteneva ‘mascella d’asino’, ‘povera tromba’, semplice ‘piffero’. Le ‘turbine’ stavano altrove, all’unisono e in sintonia costante con l’operatore-oratore-predicatore padre Mariano.

Le conversazioni televisive Padre Mariano le preparava, le ‘ruminava’ nella penombra del coro, avvolto nel suo mantello, in compagnia dell’Amato nel tabernacolo. Il sottoscritto stesso lo ha visto, più volte, fare avanti e indietro, dopo cena, nell’androne, di fronte alle stanzette-cappelle di san Felice e di san Crispino. Ma preferisco una testimonianza esterna. Una volta fu sorpreso da un suo confratello e amico, veneto, Fernando da Riese Pio X. Padre Mariano, sorpreso ‘in fragrante’, fece la sua ‘confessione’ : “Sto preparando la trasmissione televisiva che sarà registrata questa sera. E’ qui, padre, senza carta e senza penna né libri. E’ solo su un banco di chiesa, è qui, è così che mi preparo sempre alla televisione. Gesù eucaristico è il mio maestro. Studio Lui, ascolto lui, interrogo Lui, guardo Lui. Qui trovo tutto. E’ la mia preparazione più vera, più sicura”.

I frutti? Sono .. quelli dello Spirito.

Ecco le sue parole, parole pesanti, frutto di esperienza di vita. Sono dirette a noi suoi confratelli, ai sacerdoti in genere, ma - credo - valgono, per ogni battezzato, soprattutto se genitori e educatori: “ E’ la santità della vita dell’oratore che toglie ogni dubbio e convince. L’apostolato non è dire. Non è neppure fare. L’apostolato è essere: essere testimoni. Con la preghiera, con l’azione, con il sacrifico, testimoni che il Cristo è veramente risorto. - Parlando semplice - continua Padre Mariano -, senza parole grosse, i colti capiscono e i meno colti lo stesso... Gioisco, quando un operaio mi scrive che ha capito tutto quello che ho detto. Che cosa - e qui un consiglio prezioso - si deve attendere un fedele dal predicatore? Una cosa sola: che sappia farsi sentire: dall’orecchio, dalla mente, dal cuore, perché è la prima carità è porsi nei panni dell’ascoltatore”.

E ancora: - Se poi è lecito aggiungere un consiglio modestissimo, direi a tutti i predicatori: - siate brevi! E’ il segreto più prezioso. Se fate bene, diranno, peccato ha già finito! Se fate meno bene, diranno: meno male, è breve!” E qui il vero padre Mariano: “La gente di tutto si stanca, anche del più celebre oratore. Mai si stanca di sentire raccontare la storia di Gesù. In Lui c’è tutto. E’ Gesù il modello insuperabile, ma pur imitabile, di ogni predicatore”.

Padre Mariano parla spesso del “fascino di Gesù”. Ne fece una trasmissione a posta. Una monaca carmelitana del monastero di Vetralla (VT) fu testimone di questo “fascino”, all’occasione d’una visita di Padre Mariano. Certa suor Carmen del Volto Santo, spagnola. Padre Mariano parlò, appunto, della sua trasmissione: “ Ho parlato del fascino di Gesù”. “A queste parole - dice la religiosa (siamo agli anni ’60) - ‘fascino di Gesù’, mi è sembrato di vederlo irradiare veramente dal suo volto e atteggiamento... qualcosa del fascino di Gesù.

Mi viene spontaneo lanciare uno slogan: - Apostoli “fascino” cercasi!... Preghiamo il signore che ce li dia, specialmente in questi tempi della “nuova evangelizzazione”. Insieme con Papa Francesco, che sta dando segni evidenti forti e molto emblematici di nuovo ‘fascino’, nel cuore della Chiesa e del mondo.

Infine, soprattutto, per noi tutti, amici e confratelli di Padre Mariano: - preghiamo e meritiamoci la glorificazione del caro amico e confratello, padre Mariano.

Termino con la preghiera del card. Poletti, nel giorno dei suoi solenni funerali al Verano:

“Padre Mariano, non lasciarci soli; continua con il tuo ricordo e la tua intercessione a donarci calore umano, ad arricchirci di speranza , ad avere fede nella gioia e nella bontà , a credere nell’amore di Dio, a renderci simili a Gesù, mite ed umile di cuore per trovare la pace. Trasmetti a noi la tenerezza della tua devozione all’Immacolata”.

Roma 28 marzo 2014

 

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.index.php">privacy policy.

-
EU Cookie Directive plugin by www.channeldigital.co.uk