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Domenica 19 ottobre, decine di migliaia di persone daranno vita alla ventesima Marcia per la pace Perugia-Assisi.

L’idea di convocare una marcia per la pace venne ad Aldo Capitini (1899-1968) nel corso degli anni ’50, mentre la situazione internazionale si faceva sempre più pesante per la guerra fredda, la corsa al riarmo, la costruzione del muro di Berlino e il consolidamento della divisione del mondo in due blocchi politico-militari contrapposti. Ma solo nell’estate del 1960 la Marcia cominciò a prendere corpo con l’invio delle prime lettere e la costituzione di un piccolo comitato promotore che lentamente raccoglierà numerose adesioni di intellettuali, professori, insegnanti, partiti, parlamentari, amministratori comunali e provinciali, sindacati e associazioni di ogni genere.

Per Capitini la Marcia doveva essere “popolare e regionale”, in modo da “destare la consapevolezza della pace in pericolo nelle persone più periferiche e lontane dall’informazione e dalla politica”. Scelta Assisi come meta della Marcia così da richiamare “il santo italiano della nonviolenza”, Capitini disegnò il percorso attraverso le zone più popolose dell’Umbria, Perugia, Bastia Umbra e Santa Maria degli Angeli.

Il 24 settembre del 1961, alle 8 del mattino, la Marcia Perugia-Assisi della pace per la fratellanza dei popoli prende il via dai Giardini del Frontone di Perugia. Tra i partecipanti c'è gente d’ogni condizione sociale, vi sono nomi illustri e oscuri; il deputato cammina fianco a fianco al mezzadro, lo scrittore famoso accanto al professionista, al contadino umbro, allo studente romano. Professori universitari, artisti, dirigenti sindacali si mescolano alle famiglie venute al completo, con la borsa per la merenda, alle ragazze in costume, agli sportivi. In tutto venti-trentamila persone, una partecipazione eccezionale che sorprese un po’ tutti. Era la prima volta che una simile iniziativa si svolgeva in Italia.

Giunta nel primo pomeriggio sul prato della Rocca di Assisi, la Marcia si conclude con gli interventi di uno studente giapponese, di Arturo Carlo Jemolo, Guido Piovene, Renato Guttuso e Ernesto Rossi. Spetterà ad Aldo Capitini la lettura dei principi e delle applicazioni concrete contenute nella Mozione del popolo per la pace: “La pace è troppo importante perché possa essere lasciata nelle mani dei soli governanti”. Tra gli obiettivi da perseguire: il superamento dell’imperialismo, del razzismo, del colonialismo e dello sfruttamento, rafforzamento delle Nazioni Unite, disarmo totale controllato, cessazione degli esperimenti nucleari, conversione della politica estera, culturale ed economica, diversa impostazione dei bilanci statali, massimo sviluppo di tutta la vita democratica dal basso, informazione periodica e popolare, scambi di migliaia di giovani lavoratori e di studenti tra tutti i paesi, stretta alleanza di tutte le forze pacifiste per una azione unitaria.

Scrisse Aldo Capitini: “C’è stato chi ha detto che la Marcia Perugia-Assisi era così bella che è irripetibile. Ma come non correre il rischio di farne di meno belle se esse devono adempiere ad un compito così importante?”

Così, domenica 19 ottobre, 53 anni dopo, decine di migliaia di persone daranno vita alla ventesima Marcia per la pace Perugia-Assisi. La pace è in pericolo ma fatichiamo a credere a Papa Francesco quando ripete che “forse siamo nella terza guerra mondiale”. E’ urgente una grande mobilitazione di tutti per la pace. Questo è il momento. Dopo sarà troppo tardi. Ora è utile. Dopo sarà inutile. www.perugiassisi.org

Flavio Lotti - www.sanfrancescopatronoditalia.it

 

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