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Un’«Edicola» vicino all’ingresso ovest del sito espositivo, dedicata al tema «Dividere per moltiplicare. Spezzare il pane»; undici convegni con un centinaio di esperti e di testimoni da tutto il pianeta; sette progetti contro la fame nel mondo; un’opera-segno che rimarrà dopo l’Expo, il «Refettorio Ambrosiano» in fase di ultimazione a Greco, quartiere alla periferia nord di Milano.

Così la Caritas partecipa all’Expo 2015 di Milano dedicata al tema, affascinante e decisivo, «Nutrire il pianeta, energia per la vita». «È la prima volta che il Bie, il Bureau International des Expositions, apre un’esposizione universale alla società civile. Se Caritas ne approfitta con la sua prima partecipazione ad un’Expo, è in virtù del tema dell’Expo di Milano, che ci sta particolarmente a cuore», ha spiegato Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana, intervenuto con Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis, alla presentazione delle iniziative Caritas pro Expo. «Abbiamo scelto di partecipare – ha aggiunto Gualzetti – per essere coscienza critica dentro l’esposizione e per tenere la persona umana, prima di tutto il povero, al centro dell’Expo, e perché il cibo non sia ridotto a merce, a oggetto di speculazione sulla pelle dei poveri».

«Un’esposizione – ha detto a sua volta Roy – non si può chiamare universale se rappresenta solo quello che è bello e innovativo, ma deve anche aprire gli occhi ad altre realtà, quelle dei poveri e dei marginalizzati. L’Expo dovrebbe proprio essere un laboratorio di creatività per trovare le soluzioni sostenibili che permettano una vita dignitosa a chi ne ha più bisogno».

L’Edicola, realizzata dallo studio Piuarch, si presenta come un cubo spezzato che declina, anche architettonicamente, l’idea della condivisione come ricchezza. All’interno, un percorso multimediale sul tema della condivisione e un’opera d’arte contemporanea: «Energia» (1973) dell’artista tedesco Wolf Vostell. Si tratta di una Cadillac cinta da forme di pane incartate in fogli di giornale. Un accostamento irriverente tra uno status symbol e quello che per definizione è il bene di prima necessità, a restituire un messaggio di denuncia contro la società consumista – e la «cultura dello scarto» stigmatizzata da papa Francesco.

www.avvenire.it

 

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