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“Ricostruire non solo le case ma anche i cuori”, lo ha detto Papa Francesco alle popolazioni terremotate del Centro Italia, ricevute in udienza lo scorso 5 gennaio. Per chi ha vissuto il dramma del terremoto, perso o rischiato di perdere una casa, il lavoro e gli affetti più cari, ripartire dalla quotidianità è quanto di più importante possa esserci in un cammino di ricostruzione.

 

 

Anche se la terra continua a tremare tra Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche, la solidarietà non si è mai fermata. Volontari da ogni parte d’Italia hanno raggiunto le zone colpite, raccolte fondi e sms solidali sono stati la cartina tornasole della generosità degli italiani, nonostante le gravi difficoltà economiche e lavorative del nostro Paese.

Già all’indomani della forte scossa del 24 agosto numerose sono state le iniziative di solidarietà che da nord a sud hanno attraversato il paese per giungere al cuore ferito del centro Italia. Dalla Croce Rossa alla Protezione Civile, intervenute con i volontari addestrati e pronti ad agire in situazioni di emergenza, dalla colletta indetta nelle parrocchie della Conferenza Episcopale Italiana alle attività ludiche per i più piccoli di Save the Children, fino al sostegno fornito dalla Caritas.

La CIMP Cap., la conferenza italiana dei ministri dei frati cappuccini, non ha fatto attendere la propria risposta, come ha spiegato fra Francesco Daniele Colacelli, presidente della CIMP. Cap. «Le Province italiane dei Frati Minori Cappuccini si sono attivate per organizzare e potenziare le iniziative di vicinanza e di sostegno ai nostri fratelli dell’Italia centrale avviate spontaneamente subito dopo le prime scosse da alcuni nostri confratelli animati da autentica carità cristiana – ha detto fra Francesco –Ci stiamo attivando per affiancare, all’attività di presenza e di condivisione dei disagi, progetti più concreti per accelerare i tempi del ritorno a una vita ordinaria, come ci suggerisce lo spirito francescano di fratellanza e la tradizione cappuccina che ci ha fatto meritare il lusinghiero appellativo di “frati del popolo”».

Nella frazione di sant’Angelo di Amatrice, in provincia di Rieti, in un container messo a disposizione dalla diocesi, abitano e prestano il loro servizio pastorale tre frati cappuccini, fra Raffaele Abagnale della provincia napoletana, fra Alberto Cicone dall’Abruzzo e fra Maurizio Lenti dalla provincia umbra.

La loro è una presenza discreta, silenziosa ma necessaria per chi, in quelle zon,e vive il disagio di non avere più a disposizione ciò che da sempre caratterizza il vivere quotidiano di ciascuno. Se da una parte l’assistenza materiale è di fondamentale importanza, è vero anche che una parola, una spalla su cui appoggiarsi e un orecchio disponibile all’ascolto siano essenziali.

Il prefabbricato in cui fra Raffale, fra Alberto e fra Maurizio vivono non è solo la loro residenza temporanea ma funge anche da chiesa. È lì infatti che si celebra la santa messa a cui partecipano coloro che hanno scelto di restare, di non abbandonare le montagne, le valli, le tradizioni di un paese fiero e umile, come il carattere dei suoi abitanti.

I frati cappuccini sono presenti nelle zone terremotate con il cuore e l’anima. Celebrano la messa, confessano, ascoltano e parlano con chi ne ha bisogno. È vero. C’è la fatica di aiutare, ma anche la bellezza di esserci. Essere accanto alle persone, uomini, donne, anziani e bambini, che chiedono una parola di conforto, una carezza, un abbraccio, una preghiera recitata insieme.

Grazie a tutte le province cappuccine italiane, sono stati raccolti oltre 100mila euro, che saranno messi a disposizione della diocesi di Rieti per un progetto di ricostruzione come ha spiegato fra Ciro Polverino segretario della CIMP. Cap.

Il desiderio dei frati è che presto si possa ristrutturare un caseificio o ridare vita ad un allevamento, così da poter ricominciare dal lavoro e far ripartire l’economia duramente colpita dal sisma.

C’è bisogno di fiducia per ricostruire, c’è bisogno di vicinanza per non lasciarsi abbattere. Da queste due parole: fiducia e vicinanza, i frati cappuccini vogliono partire per portare il loro aiuto concreto. Donare per aiutare. Fermarsi accanto alle persone colpite dal sisma con lo stile concreto che caratterizza i francescani, da sempre in costante ascolto dei bisogni del prossimo.

Monsignor Domenico Pompili vescovo di Rieti ha espresso parole di gratitudine ai frati per la loro presenza e costante collaborazione. «La presenza dei padri francescani sul territorio di Accumoli e Amatrice – ha detto il pastore della Chiesa reatina, – è un aiuto prezioso per le popolazioni duramente colpite dallo sciame sismico. In questi mesi hanno aiutato a mantenere unite le comunità, a non interrompere il contatto con la Parola e i sacramenti nonostante le difficoltà materiali. Un’esperienza di vicinanza alle persone che attinge alla freschezza del carisma francescano». «Con la terra che non smette di tremare – ha proseguito Pompili – è importante non cedere ai sentimenti negativi. Da questo punto di vista la presenza umana e pastorale dei cappuccini è anche un forte messaggio di speranza».

Ripartire è possibile, non lasciarsi “rubare la speranza” è d’obbligo.

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