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Il 10 giugno 2001, festa liturgica della Santissima Trinità, nella solenne e austera basilica a cielo aperto, che è piazza san Pietro in Vaticano, un già debilitato, curvo e sofferente Giovanni Paolo II presiedeva la concelebrazione eucaristica, accompagnato da un folto stuolo di cardinali, vescovi, sacerdoti e da un esultante popolo di Dio in festa, per proclamare a tutta la Chiesa la santità di cinque beati tra i quali il frate cappuccino Bernardo da Corleone (1605-1667).

Compagni di canonizzazione di fra Bernardo sono stati rispettivamente: i sacerdoti Luigi Scrosoppi (+1884), fondatore delle Suore della Provvidenza di San Gaetano da Thiene e  Agostino Roscelli (+1902), fondatore delle Suore dell’Immacolata Concezione e le religiose Teresa Eustochio Verzeri (+1852), fondatrice delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù e Rafqa Pietra Choboq Ar-Rayès (+1914), monaca dell'Ordine Antoniano maronita libanese.

Il miracolo che ha portato Bernardo da Corleone alla canonizzazione, dopo essere stato beatificato da Clemente XIII il 15 maggio 1768, era accaduto a Sestri Levante in favore del diciannovenne Agostino Podestà, ferito con un’arma da taglio a punta alla parte sinistra del petto, durante una rissa carnevalesca e ridotto in fin di vita, dopo ulteriori complicazioni che avevano ridotto all’impotenza la scienza medica.

Già il 19 febbraio 1775 la diocesi di Brugnato, cui apparteneva Sestri Levante, aveva consegnato all’allora congregazione romana dei Riti il processo sul miracolo avvenuto per intercessione del beato Bernardo da Corleone. Purtroppo, eventi storici concomitanti e inadempienze da parte degli interessati, hanno rinviato di secoli la canonizzazione, resa possibile dopo che il benemerito padre Gaspare Lo Nigro ha ritrovato negli archivi romani, e riproposto, il processo di Brugnato.

Nell’omelia di canonizzazione Giovanni Paolo II ha tracciato le linee portanti della spiritualità vissuta da fra Bernardo: “Di lui tutti si meravigliavano e si domandavano come un frate laico potesse discorrere così altamente del mistero della Santissima Trinità. In effetti, la sua vita fu tutta protesa verso Dio, attraverso uno sforzo costante di ascesi, intessuta di preghiera e di penitenza. Coloro che lo hanno conosciuto attestano concordi che "egli sempre stava intento nell'orazione", "mai cessava di orare", "orava di continuo " (Summ., 35). Da questo colloquio ininterrotto con Dio, che trovava nell'Eucaristia il suo centro propulsore, traeva linfa vitale per il suo coraggioso apostolato, rispondendo alle sfide sociali del tempo, non scevro di tensioni e di inquietudini”.

Certamente, la canonizzazione del frate cappuccino di Corleone ha avuto vasta risonanza ecclesiale e, soprattutto, sociale perché è stata letta in chiave di riscatto di un territorio da sempre legato, non solo nell’immaginario collettivo ma anche nella letteratura e nel cinema contemporanei, al cuore stesso del fenomeno “mafia” che, come pesante cliché, oscura e infanga l’intera Sicilia, isola bella e luminosa, crocevia e crogiolo di culture, nella storia vero ponte dialogante tra Oriente e Occidente.

Con la sua giovinezza impegnata, che ha conosciuto anche l’uso della spada per difendere i poveri dagli oppressori di turno e il suo rifugiarsi in convento, dopo aver ferito gravemente in duello un suo sfidante, e maturato nella preghiera e nella penitenza, la sua vocazione alla vita religiosa, san Bernardo è passato dalla cultura dell’onore alla civiltà dell’amore, trascorrendo il resto della sua vita nel darsi  generosamente agli altri.

Non posso chiudere questa rievocazione senza ricordare, con intatta gratitudine, il dono straordinario ricevuto con l’aver preso  parte alla concelebrazione eucaristica, presieduta dal santo Padre Giovanni Paolo, come ultimo vicepostulatore della causa di canonizzazione e biografo, e averlo potuto ringraziare, a nome delle genti di Sicilia, nel rito finale del “baciamani”.

Bernardo da Corleone, a vent’anni dalla sua canonizzazione,  interceda insieme agli altri santi cappuccini, per il nostro Ordine che muove i suoi passi, non senza difficoltà, in questo tempo segnato da cambiamenti epocali e dall’ombra minacciosa della pandemia di Covid-19.

 

 

fra Giovanni Spagnolo

 

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