Novità - Eventi di rilievo

di fra Giovanni Spagnolo

MILANO - Sabato 27 novembre us., nella prestigiosa cornice dello Spazio Alda Merini, ai Navigli, si è svolto un evento culturale assai partecipato: la presentazione dell’ultimo libro della professoressa-scrittrice Angela Villani Roseparole. Divagazioni letterarie, Schena editore, 2021. Dopo il saluto della direttrice dello Spazio Alda Merini, Ave Comin, ha preso la parola fra Giovanni Spagnolo che ha presentato il libro e avviato il dialogo con l’Autrice. Brani del libro sono stati letti, con grande coinvolgimento emotivo, dall’attrice Sonia Grandis.

Inevitabile, a proposito di Alda Merini, “poetessa dei Navigli” dalla vicenda personale molto tormentata, non ricordare l’incontro che ebbe con il cappuccino Gianluigi Pasquale, giunto appositamente da Venezia al suo capezzale, prima della sua morte, avvenuta il 1 novembre 2009. Lo stesso padre Gianluigi, in un’intervista a Radio Vaticana, ha rievocato quel momento: “Sono salito all’ottavo piano, dov’era ricoverata nella sua stanza privata ed ho trovato Alda Merini che aveva un po’ bruciacchiato tutta la camera di mozziconi di sigarette. Aveva anche decorato la stanza di immagini sacre. Lei, con una nonchalance unica, ha chiesto all’infermiera che le mettessero lo smalto rosso sulle unghie e poi ha chiesto il Sacramento della Confessione. Mi ha fatto poi leggere alcune poesie che aveva dedicato a Giovanni Paolo II - del quale era una grande estimatrice - ed anche una preghiera a Benedetto XVI. Ad un certo punto, con l’indice della mano destra, ha indicato il quadro di Padre Pio che era appeso sul muro ed ha voluto, sul letto di morte, farsi fotografare con questa immagine. Ha poi indicato il comodino ed ho visto che lì c’era una reliquia di Padre Pio molto sgualcita, che portava con sé da fanciulla. Ho visto che lei l’ha stretta ed io le ho fatto un segno della Croce sulla fronte. Ecco, in quel momento - non ho timore di dirlo né come teologo né come sacerdote - mi sono sentito penetrare l’anima dallo sguardo profondo di Alda Merini”. Uno “sguardo” che si percepisce ancora nei luoghi da lei abitati.



 

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