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Matteo Fantozzi

San Giuseppe da Leonessa, il 4 febbraio onora il protettore delle missioni in Turchia e patrono anche della sua città di nascita. Tutto quello che c’è da sapere in merito.

Il 4 febbraio, ricorrenza della sua morte, la Chiesa cattolica festeggia San Giuseppe da Leonessa. Il 22 giugno del 1737 viene beatificazione per volere di papa Clemente XII. Nove anni dopo, in particolare il 29 giugno 1746, viene dichiarata la sua canonizzazione da Papa Benedetto XIV. Il principale miracolo citato per ottenere questo obiettivo è stato quello di Giuseppe Dionisi, un bambino nato senza ossa nella parte inferiore del corpo, e lasciato dalla madre sull’altare del santuario dedicato a Giuseppe: al suo ritorno, il bambino era provvisto di arti e si reggeva in piedi da solo. San Giuseppe da Leonessa è il patrono della sua città natale nonché considerato il protettore delle missioni in Turchia per volere di Papa Pio XII.

San Giuseppe da Leonessa, la vita

San Giuseppe da Leonessa nasce con il nome di Eufranio Desideri proprio a Leonessa, l’8 gennaio del 1556 ed ha prestato la sua opera all’interno dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Nasce da una famiglia di mercati che si occupano principalmente della lana e potrebbe avere un futuro agiato e un matrimonio con una fanciulla del suo stesso rango ma fin da giovane sente la chiamata di Dio, così a gennaio del 1572 decide di entrare nell’ordine dei Francescani e si trasferisce ad Assisi. Qui segue tutto il percorso previsto per prendere i voti e dopo 8 anni, viene finalmente nominato sacerdote ad Amelia: è il 24 dessettembre dell’anno 1580 e da quel momento si impegnerà attivamente per diffondere la cristianità nel mondo. Nel 1587, nonostante sia sacerdote da appena qualche anno, Giuseppe chiede e ottiene il permesso dall’allora papa Sisto V di potersi recare a Costantinopoli per dare supporto ad alcuni fedeli cristiani fatti prigionieri dalle autorità locali. Qui la sua esperienza non è certo facile anche perché c’è un clima ostile nei confronti dei cristiani e Giuseppe porta avanti un’opera di canonizzazione che non è ben vista dalle autorità locali. Quando tenta anche di convertire l’allora sultano Murad III, i turchi non tollerano più la sua presenza e quindi decidono di incarcerarlo e subisce tremende torture ma non rinnega la sua fede.

Dopo alcuni anni Giuseppe, anche grazie all’intercessione della Chiesa, riesce a rientrare in Italia e non rinuncia alla sua opera di evangelizzazione, ma questa volta si dedica in particolare alle popolazioni rurali che vivono nei villaggi più remoti dell’Abruzzo e dell’Umbria e sono ancora legate ai culti pagani. In particolare in quest’ultima regione, dal 1601 al 1609 non solo fece opera di evangelizzazione ma soprattutto vi sono testimonianze di alcuni miracoli compiuti dal santo che poi sono serviti per la sua canonizzazione. Inoltre si dedica attivamente ad opere assistenziali per migliorare le condizioni di vita soprattutto dei più poveri. Qualche anno dopo, però, e precisamente il 4 febbraio del 1612 Giuseppe viene colto da morte improvvisa mentre si trova ad Amatrice per aiutare persone in difficoltà. Qui i fedeli decidono di seppellire le sue spoglie, essendo ormai affezionati alla sua figura che tanto ha fatto per loro, ma i leonessani non sono affatto d’accordo, ritenendolo parte della propria terra. Quindi nel 1639, in seguito ad un tremendo terremoto che devasta la città di Amatrice, gli abitanti di Leonessa ne approfittano e trafugano le sue spoglie per portarle nella propria cittadina. Ancora oggi sono conservate all’interno del santurario che gli è stato dedicato nella sua città natale.

(fonte https://www.ilsussidiario.net/news/san-giuseppe-da-leonessa-il-4-febbraio-onora-il-protettore-delle-missioni-in-turchia/2247758/)

 

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