Carissimi fratelli,

siamo arrivati anche quest’anno alla Pasqua del Signore, siamo nella Settimana Santa, e immagino che tutti siate impegnati a vivere bene questi momenti, ciascuno nelle proprie realtà, diversissime realtà dove siamo inseriti nel mondo. Allora, come ogni anno, approfitto di questo momento per inviarvi una parola, un saluto, un augurio.

Immagino che la gran parte di voi segua con attenzione gli interventi che il nostro confratello, il Cardinal Raniero Cantalamessa, prepara per la Quaresima e per il Natale, le prediche del venerdì. Se avete avuto l’occasione di ascoltare l’ultima, quella di venerdì scorso, avrete visto con quanta energia padre Raniero, pur alla sua età, ha parlato ai membri della Città del Vaticano, e a tutto il mondo, con il suo intervento.

Sono stato colpito dalla forza con cui ha ripetuto: “coraggio, perché il Signore è con voi”. Non un invito alla fiducia fatto solo di parole, di un buffetto sulla spalla o sulla guancia, perché si possa andare avanti nonostante tutte le fatiche; un invito al coraggio che ha un fondamento molto più forte, cioè la certezza che il Signore è presente in mezzo a noi. E’ Lui il capo della Chiesa, il capo presente e operante nella Chiesa; Egli continua a condurre la storia, la storia generale, ma anche la storia delle nostre comunità locali, delle fraternità, la nostra storia personale; le conduce rimanendo con noi, mediante la presenza dello Spirito che ci guida alla libertà, che ci guida alla verità tutta intera.

Vorrei approfittare di questo invito di padre Raniero per dire a ciascuno di voi: guardate che il Signore Gesù non è un Signore che è venuto una volta e che rimane in una storia del passato, che ha fatto cose tanto belle per ciascuno di noi, ma che ora non c’è più.

Il Signore si presenta come il Vivente, è il Vivente, il Vivente!

Pensavo in questi giorni in particolare a questo mondo occidentale che si è un po’ – come dire – staccato da Dio, come se Dio non ci fosse, come se non avesse niente da dire: forse abbiamo dimenticato, o questo mondo si è dimenticato, che Dio invece è oggi presente e vivo. Che Dio è vivo! Ma forse succede anche nella storia personale di ciascuno di noi: quante volte noi affrontiamo le difficoltà personali o comunitarie, le sfide che ci sono, le attività da svolgere… le affrontiamo pensando che sia tutto frutto del nostro impegno, del nostro lavoro, della nostra fatica. È anche tutto questo, e grazie al cielo abbiamo la fortuna di essere un Ordine grande in cui siamo impegnati seriamente per camminare bene secondo Dio, per annunciare il suo Regno. Ma qualche volta la fatica, la sfiducia e la tristezza fanno capolino perché, fidandoci solo delle nostre forze, o della nostra intelligenza, o della nostra testardaggine, dimentichiamo che c’è qualcuno che ci è a fianco, che cammina con noi, che regge le sorti del bene, che governa ed opera efficacemente, dell’efficacia che viene dallo Spirito Santo, presente in mezzo a noi: è lo Spirito che guida, che sorregge, che illumina, per la cui azione anche noi possiamo impegnarci perennemente rinfrancati.

Credo che la sfida più grande e più promettente per ciascuno di noi sia quella di imparare a leggere i segni dello Spirito, imparare ad ascoltare la sua voce. Lo si può vedere operante, presenza di Gesù con noi, Signore della storia. Si può percepire la vicinanza di Dio, vivo in mezzo a noi.

L’augurio che vi rivolgo in questa Pasqua è proprio questo: che possiate sentire vivo il Signore Gesù, operante con il suo Spirito nella vostra storia, nelle vostre vicende, e così gustare e offrire un reale contributo di speranza e di fiducia, di serenità, di forza, a voi stessi, alle vostre fraternità, a tutti gli uomini e a tutto il mondo che vi circonda, quale che sia la condizione sociale, culturale e umana di chi vi vive accanto.

Fratelli: il Signore Gesù è il Vivente. Tanti auguri.