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Nel 2009 è pubblicato il libretto divulgativo Protomartiri francescani di Esperia Urbani; è la relazione che la medesima ha tenuto precedentemente sui cinque santi frati Minori Berardo, Pietro, Ottone, Accursio e Adiuto alla fraternità dell’Ordine Francescano Secolare della Parrocchia S. Antonio in Terni svolta su richiesta dell’assistente padre Giuseppe De Bonis.

L’anno successivo si svolse la Giornata Internazionale di Studio (Terni, 11 giugno 2010) Dai Protomartiri francescani a sant'Antonio di Padova i cui atti sono stati pubblicati nel 2011 a cura del padre conventuale padovano Luciano Bertazzo assieme a Giuseppe Cassio ad opera del Centro Studi Antoniani di Padova. Il 13 giugno 2010, con un decreto del vescovo monsignor Vincenzo Paglia, la chiesa di Sant’Antonio in Terni è divenuta Santuario Antoniano dei Protomartiri francescani illustrato da Giuseppe Cassio nella pubblicazione Chiesa di Sant'Antonio in Terni. Santuario antoniano dei Protomartiri francescani (Gorle 2011).


In tutto ciò non sono trascurati, ma anzi valorizzati, i paesi di origine dei cinque santi martiri, ossia Stroncone, Aguzzo, Calvi, Narni e Sangemini come evidenza la pubblicazione sempre di Giuseppe Cassio Oltre Assisi. Con Francesco nella Terra dei Protomartiri attraverso l'Umbria Ternana (Gorle 2010). Nel giugno 2011 la Compagnia dei Romei di San Michele Arcangelo di Terni ha fatto a piedi il “Cammino dei Protomartiri francescani”, avente anche lo scopo di sperimentare il percorso permanente che divenne operativo dal maggio 2012.

Prima che questo prendesse forma mediante pubblicazioni e atti istituzionali a livello ecclesiale, in primo luogo nei gruppi, parrocchie e santuari francescani, si è preso coscienza della peculiarità ed eccellenza del francescanesimo locale ossia che – parafrasando una nota espressione di Tertulliano, antico scrittore cristiano vissuto tra i secoli II e III – il sangue dei Protomartiri francescani fu il seme della vocazione minoritica di sant’Antonio di Padova. Infatti il canonico agostiniano Fernando da Lisbona vedendo a Coimbra i resti mortali dei cinque frati Minori uccisi in Marocco a Marrakesh nel 1220 decise di divenire francescano assumendo il nome di Antonio. Questo dato di fatto porta non solo a venerare ma anche valorizzare la testimonianza di coloro che per il Vangelo hanno versato il loro sangue, come avvenuto al vescovo cappuccino monsignor Luigi Padovese ucciso in Turchia a Iskenderun giovedì del Corpus Domini, 3 giugno 2010, proprio la settimana precedente del suddetto convegno Dai Protomartiri francescani a sant'Antonio di Padova.

Tutto ciò fu come una preparazione alla celebrazione dell’ottavo Centenario (1220-2020) della morte dei Protomartiri francescani aperto il 16 gennaio 2020 – la cui chiusura è stata programmata domenica 17 gennaio 2021 – per la cui occasione la Penitenzieria Apostolica ha concesso l’indulgenza plenaria. Il centenario ha avuto come suo fulcro la chiesa di Sant’Antonio in Terni, ossia il Santuario Antoniano dei Protomartiri francescani ma senza forzature si può dire che tutto il “Cammino dei Protomartiri francescani” sia un santuario diffuso dei cinque santi frati Minori che sull’esempio di san Francesco hanno seguito le orme di Gesù vivendo secondo la forma del Vangelo fino all’effusione del sangue.

Il programma del centenario era ben strutturato e folto di iniziative ma a gennaio 2020 nessuno sapeva che a breve giungesse anche in Italia la pandemia del coronavirus con il conseguente lockdown. Grazie al Lions di Narni erano programmati incontri a Coimbra; il viaggio della delegazione diocesana per il Portogallo di otto persone – il vescovo monsignor Giuseppe Piemontese, il guardiano del convento Sant’Antonio in Terni padre Danilo Tremolada, alcuni religiosi e dei laici – fu annullato due giorni prima della partenza. Una targa predisposta per l’occasione e si sarebbe dovuto donare al vescovo di Coimbra rimane in attesa di tempi più favorevoli per essere consegnata. In questo caso come pure in altri si imparò presto che accanto al martirio di sangue riservato a qualcuno vi è quello non meno cruento ma altrettanto fecondo della pazienza!

Pur nel rispetto delle norme antivirus liturgie, incontri, pellegrinaggi e altri momenti personali e comunitari hanno aiutato a scoprire che veramente i martiri sono coloro che hanno assunto la forma della vita di Gesù, ossia un amore eucaristico che dalla gratitudine per i doni ricevuti passa alla gratuità fino a dare la vita per i fratelli. Inoltre essi testimoniano che i termini amore e sacrificio sono chiamati a camminare insieme se non si vuole che il primo diventi pura emotività evanescente e il secondo attivismo frustante. Quando l’amore si esprime nel sacrificio e il sacrificio è mosso dall’amore sé è davanti – per dirla con le parole di Dostoevskij – alla bellezza che salva il mondo; in tal caso si può affermare senza retorica che solo l’amore è credibile.

Avanzando il centenario anche l’aspetto della missione è emerso: infatti i Protomartiri francescani come frate Francesco d’Assisi andarono nella terra dei non cristiani ad annunciare il Vangelo; non meraviglia quindi che la Regola dei frati Minori sia la prima che dedica una parte proprio a coloro che si recano tra gli infedeli.

Desiderato, riflettuto, ambito ma alla fine giunto come un dono improvviso è stato il convegno storico interreligioso domenica 6 gennaio: con onesta intellettuale cercare innanzitutto di comprendere cosa è avvenuto nel lontano 1220 mediante un giudizio descrittivo fatto dagli storici di professione Luciano Bertazzo e Christian Grasso. Solo successivamente passare a un giudizio valutativo ad opera dell’iman Nader Akkad professore presso l’Università Islamica al-Azhar del Cairo e di monsignor Giuseppe Piemontese, vescovo della diocesi di Terni-Narni e Amelia a partire dal Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi da papa Francesco a dal grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb. Tale incontro può considerarsi come espressione del cammino fatto precedentemente ma anche quale indicazione per il futuro. Infatti se momenti ecumenici e interreligiosi celebrativi in cui si passa dalla diffidenza alla fiducia reciproca sono importanti per giungere a vivere da “fratelli tutti” è necessario avere il coraggio di leggere assieme pagine della storia con i relativi documenti, iconografia e altro ancora che possono non solo ostacolare tale fratellanza ma persino divenire occasione di conflittualità.

Per una maggiore conoscenza e valorizzazione dell’avvenimento importante è stata la pubblicazione Santi per attrazione. I Protomartiri francescani tra Antonio di Padova e Chiara d’Assisi (Milano 2020) come pure San Francesco e i suoi frati. In missione nella terra del Sultano (Milano 2020) con testi di Caterina Agro e immagini di Sara Colasanti. Il cortometraggio La terra e il martirio. Un documento sui Protomartiri francescani di Riccardo Lionelli è stato invece presentato al suddetto convegno del 6 dicembre.

Mentre si chiude l’ottavo Centenario della morte dei protomartiri francescani, quasi in dissolvenza si apre quello dell’arrivo in Italia di sant’Antonio che la tradizione vuole che sia passato anche allo Speco di Sant’Urbano di Narni.

p. Pietro Messa ofm

Pontificia Università Antonianum

 

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