CAPITOLO 6
Che i Frati di niente si approprino
e del chiedere l'elemosina e dei Frati infermi
I frati non si approprino di nulla, ne casa, ne luogo, o
alcuna altra cosa. E come pellegrini e forestieri in questo
mondo, servendo al Signore in povertà ed umiltà,
vadano per l'elemosina con fiducia. Ne devono vergognarsi,
perché il Signore si e fatto povero per noi in questo
mondo. Questa e, fratelli miei carissimi, l'eccellenza dell'altissima
povertà, che vi costituisce eredi e re del regno
dei cieli, facendovi poveri di cose e ricchi di virtù.
Questa sia la vostra porzione che vi conduce alla terra
dei viventi. E a questa povertà, fratelli carissimi,
totalmente uniti, non vogliate aver altro sotto il cielo,
per sempre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo.
E ovunque sono e si troveranno i frati, si mostrino familiari
tra loro. E ciascuno manifesti con fiducia all'altro le
sue necessità, "poiché se la madre nutre
e ama il suo figlio carnale, con quanto più affetto
uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale? "E
se uno di essi cadrà malato, gli altri frati lo devono
servire come vorrebbero essere serviti.
CAPITOLO 7
Della Penitenza da imporsi ai frati
che peccano
Se alcuni frati, per istigazione del nemico, avranno mortalmente
peccato, per quei peccati per i quali sarà stato
ordinato tra i frati di ricorrere ai soli ministri provinciali,
i predetti frati siano tenuti a ricorrere ad essi quanto
prima potranno senza indugio. I ministri poi, se sono sacerdoti,
impongano con misericordia ad essi la penitenza; se invece
non sono sacerdoti, la facciano imporre da altri sacerdoti
dell'Ordine, così come sembrerà più
opportuno, secondo Dio. E devono guardarsi di non adirarsi
ne risentirsi per il peccato commesso da un frate, poiché
l'ira e il risentimento impediscono in sé e negli
altri la carità.
CAPITOLO 8
Della Elezione del Ministro Generale
di questa Fraternità e del Capitolo di Pentecoste
Tutti i frati siano tenuti sempre ad avere uno dei frati
di quest'Ordine come ministro generale e servo di tutta
la fraternità e a lui devono fermamente obbedire.
Alla sua morte l'elezione del successore sia fatta dai ministri
provinciali e dai custodi nel Capitolo di Pentecoste, al
quale i ministri provinciali siano tenuti sempre ad intervenire
dovunque sarà stabilito dal ministro generale; e
questo una volta ogni tre anni o entro un termine maggiore
o minore, cosi come dal predetto ministro sarà ordinato.
E se talora ai ministri provinciali e ai custodi all'unanimità
sembrasse che detto ministro non fosse idoneo al servizio
e al comune bene dei frati, i predetti ministri e custodi,
ai quali e commessa l'elezione, siano tenuti nel nome del
Signore ad eleggersi un altro custode. Dopo il Capitolo
di Pentecoste i singoli ministri e custodi possono, se vogliono
e lo credono opportuno, radunare nello stesso anno, una
volta i loro frati a capitolo
.
CAPITOLO 9
Dei Predicatori
I frati non predichino nella diocesi di alcun vescovo qualora
dallo stesso vescovo fosse loro proibito. E nessun frate
osi predicare al popolo se prima non sia stato esaminato
e approvato dal ministro generale di questa fraternità
e non abbia ricevuto dal medesimo l'ufficio della predicazione.
"Ammonisco anche ed esorto gli stessi frati che nella
loro predicazione le loro parole siano ponderate e caste
a utilità e a edificazione del popolo, annunciando
ai fedeli i vizi e le virtù, la pena e la gloria
con brevità di discorso poiché il Signore
disse sulla terra parole brevi.