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CAPITOLO 10
Dell' Ammonizione e della Correzione dei
Frati
I frati, che sono ministri e servi degli altri frati, visitino
e ammoniscano i loro frati e li correggano con umiltà
e carità, non ordinando ad essi niente che sia contro
alla loro anima e alla nostra Regola. I frati poi, che sono
sudditi, si ricordino che per Dio hanno rinnegato la propria
volontà. "Per cui fermamente ordino loro di obbedire
ai ministri in tutte quelle cose che promisero al Signore
di osservare e non sono contrarie all'anima e alla nostra
Regola. E ovunque ci siano dei frati che sapessero e conoscessero
di non potere spiritualmente osservare la Regola , debbano
e possano ricorrere ai loro ministri. E i ministri li accolgano
con carità e benevolenza e mostrino ad essi tanta familiarità
che quelli possano parlare e fare con essi cosi come parlano
e fanno i padroni con i loro servi; infatti cosi deve essere,
che i ministri siano i servi di tutti i frati. Ammonisco poi
ed esorto nel Signore Gesù Cristo, che si guardino
i frati da ogni superbia, vana gloria, invidia, avarizia,
dalle cure e dalle preoccupazioni di questo mondo, dalla detrazione
e dalla mormorazione. E se non sanno di lettere, non si preoccupino
di apprenderle, ma attendano a ciò che devono desiderare
sopra ogni cosa: avere lo Spirito del Signore e le sue opere,
per pregare sempre con cuore puro e avere umiltà, pazienza
nelle persecuzioni e nelle infermità "e amare
quelli che ci perseguitano e ci riprendono e ci calunniano,
poiché dice il Signore: Amate i vostri nemici e pregate
per quelli che vi perseguitano e vi calunniano. Beati quelli
che sono perseguitati per la giustizia, poiché di essi
e il regno dei cieli. E chi persevererà fino alla fine,
questi sarà salvo.
CAPITOLO
11
Che i Frati non entrino nei Monasteri
delle Monache
Ordino fermamente a tutti i frati di non avere vicinanza o
colloqui con donne tali da ingenerare sospetto, e di non entrare
in monasteri di monache, eccetto quelli ai quali e stata data
dalla Sede apostolica una speciale licenza. Ne si facciano
padrini di uomini e di donne, affinché per questa occasione
non sorga scandalo tra i frati e dai frati.
CAPITOLO
12
Di coloro che vanno in Missione tra i
Saraceni e tra gli altri Infedeli
Quei frati che, per divina ispirazione, vorranno andare tra
i Saraceni e tra gli altri infedeli, ne chiedano il permesso
ai loro ministri provinciali. I ministri poi non diano a nessuno
il permesso se non a quelli che riterranno idonei ad essere
mandati. Per obbedienza, inoltre, ordino ai ministri che chiedano
al signor Papa uno dei cardinali della santa Chiesa romana
il quale sia governatore, protettore e correttore di questa
fraternità; affinché sempre sudditi e soggetti
ai piedi della medesima santa Chiesa, stabili nella fede cattolica,
osserviamo la povertà, l'umiltà e il santo Vangelo
del Signor nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente
promesso.
Pertanto a nessuno, in alcun
modo, sia lecito di invalidare questo scritto della nostra
conferma o di opporsi ad esso con audacia e temerarietà.
Se poi qualcuno presumerà di tentarlo, sappia che incorrerà
nello sdegno di Dio onnipotente e dei suoi beati apostoli
Pietro e Paolo.
Dal Laterano, il 29 novembre
[1223], anno ottavo del nostro pontificato.
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