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VERO CONCETTO DI POVERTÀ
46 Noi crediamo che la povertà, come virtù evangelica e francescana, e la partecipazione alle condizioni di spogliamento del Cristo e riguarda più le persone che le cose. L'osservanza di tutte le norme circa l'uso dei beni sia personali che comuni non necessariamente rende i frati veramente poveri. La nostra povertà, come da san Francesco ci e stata proposta nel capitolo VI della Regola, ci fa ricchi di tutti i beni del regno di Dio, in quanto nello spirito e nella realtà ci libera dai beni terreni e ci induce a finalizzare tutti i nostri beni alla utilità della Chiesa e della società.
POVERTÀ E RINNOVAMENTO
47 Noi crediamo che, essendo la povertà il nostro carisma speciale, il rinnovamento non e autentico e vero, se la povertà, tanto individuale che comune, non sia immediatamente visibile come manifestazione di realtà interiore, e tanto esplicita da non richiedere interpretazione ne dar luogo a scuse.
CRITERI PER LA REVISIONE DEI BENI
48 I criteri per una revisione da farsi circa l'uso dei beni sono i seguenti:
a) avere presenti i principi della moralità umana e della giustizia sociale, secondo cui tutti gli uomini sono tenuti all'utilizzazione sociale dei beni, da considerarsi non soltanto per l'utilità di una persona o di alcuni ceti, ma di tutti gli uomini;
b) la povertà evangelica, che per noi e una « particolare via di salvezza », ci induce non solo alla distribuzione dei beni superflui, ma pure a dividere le nostre cose anche necessarie;
c) ristrutturare la nostra presenza e le nostre attività secondo le esigenze dell'apostolato e del mini stero e coordinarle con la pianificazione pastorale della chiesa locale.
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