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Mentre «ombre oscurano l’orizzonte del mondo», servono «giovani di pace». Il Papa ha pregato «per i responsabili delle Nazioni», perché «rinnovino la disponibilità e l’impegno ad accogliere e favorire questo insopprimibile anelito dell’umanità» alla pace

di Giacomo Galeazzi

«Il mondo ha bisogno di pace come e più del pane». Benedetto XVI apre il 2012 puntando sui giovani. Nella giornata mondiale della pace,il Papa avverte che il mondo, ferito da ingiustizia, ha bisogno di Dio. E, da vescovo di Roma, aggiunge che anche la città eterna ne ha bisogno. Mentre «ombre oscurano l’orizzonte del mondo», servono «giovani di pace». Il Papa ha pregato «per i responsabili delle Nazioni», perchè «rinnovino la disponibilità e l’impegno ad accogliere e favorire questo insopprimibile anelito dell’umanità» alla pace, ha detto durante l’Angelus recitato dalla finestra del suo studio su piazza San Pietro, davanti a una folla di persone, molte delle quali sventolano i palloncini blu della Marcia per la pace organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e a cui aderiscono circa 60 organizzazioni cattoliche. Il Vangelo esige la giustizia e la pace, raccomanda il Pontefice nella la messa del primo dell’anno, in cui la Chiesa celebra la festa di Maria madre di Dio. Hanno concelebrato con il Papa il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato; il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; mons. Giovanni Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato; mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati; mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e mons. Pier Luigi Celata, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. «I ragazzi e le ragazze di oggi crescono in un mondo che è diventato, per così dire, più piccolo, dove i contatti tra le differenti culture e tradizioni, anche se non sempre diretti, sono costanti». Per loro, dunque, «più che mai, è indispensabile imparare il valore e il metodo della convivenza pacifica, del rispetto reciproco, del dialogo e della comprensione», ha affermato Benedetto XVI nell’omelia per la Giornata Mondiale della Pace.

Secondo il Pontefice, «i giovani sono per loro natura aperti a questi atteggiamenti, ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli a pensare e ad agire in modo opposto, persino intollerante e violento». «Solo una solida educazione della loro coscienza - dunque - può metterli al riparo da questi rischi e renderli capaci di lottare sempre e soltanto contando sulla forza della verità e del bene». E per il Papa teologo, «questa educazione parte dalla famiglia e si sviluppa nella scuola e nelle altre esperienze formative». «Si tratta essenzialmente - ha spiegato - di aiutare i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, a sviluppare una personalità che unisca un profondo senso della giustizia con il rispetto dell’altro, con la capacità di affrontare i conflitti senza prepotenza, con la forza interiore di testimoniare il bene anche quando costa sacrificio, con il perdono e la riconciliazione». Per Joseph Ratzinger, i giovani di oggi «così potranno diventare uomini e donne veramente pacifici e costruttori di pace». Questo ragionamento sui giovani e la speranza che essi possano davvero cambiare la situazione del mondo, il Papa 84enne lo ha poi ripreso anche nel breve discorso che ha preceduto la preghiera dell’Angelus. «I giovani - ha osservato - guardano oggi con una certa apprensione al futuro, manifestando aspetti della loro vita che meritano attenzione, come il desiderio di ricevere una formazione che li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà, la difficoltà a formare una famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro, l’effettiva capacità di contribuire al mondo della politica, della cultura e dell’economia per la costruzione di una società dal volto più umano e solidale».

Inoltre Benedetto XVI ha voluto esprimere il suo apprezzamento «per le numerose iniziative di preghiera per la pace e di riflessione» che sono state tenute in questi giorni in tutto il mondo sul tema dell’educazione delle nuove generazioni alla pace, da lui scelto per l’odierna Giornata Mondiale. «Ricordo in particolare - ha detto rivolto ai circa 50mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro - la marcia di livello nazionale che si è svolta ieri sera a Brescia, come pure quella promossa stamani a Roma e in altre città del mondo dalla Comunità di Sant’Egidio». Il Papa ha salutato inoltre «i giovani dell’Opera Don Orione e le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare, che stanotte hanno vegliato in preghiera in Piazza San Pietro» e «gli amici e volontari della Fraterna Domus di Roma. Auguro a tutti di iniziare il nuovo anno nella luce e nella pace di Cristo Salvatore». Molti palloncini blu sono stati liberati in piazza San Pietro dopo l’Angelus del Papa dai giovani della Comunità di Sant’Egidio. «La partecipazione di almeno diecimila persone, compresi immigrati poveri, e di striscioni che ricordano le guerre in corso, dall’Iraq al Darfur, è un segno chiaro inviato ai giovani e indica che è possibile costruire una cultura della pace nella vita quotidiana, contro una cultura del disprezzo», ha poi commentato il portavoce della Comunità di Sant’Egidio, Mario Marazziti, che ha incontrato i giornalisti dopo il saluto rivolto ai partecipanti alla marcia di oggi dal Papa. (La Stampa, Vatican Insider)

 

 

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