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Mercoledì 25 gennaio, festa della Conversione di S. Paolo Apostolo, la fraternità dei Cappuccini di Frascati ha vissuto una esperienza particolarmente gioiosa in occasione della riapertura al pubblico, dopo i lavori di restauro della durata complessiva di circa due anni, della chiesa conventuale dedicata a San Francesco d’Assisi.

Tale gioia è stata ancor più ravvivata dalla presenza del Ministro Generale, del suo Definitorio e di circa 50 Ministri provinciali provenienti da ogni parte del mondo riuniti in Assemblea proprio nel convento di Frascati.

L’evento è iniziato alle ore 18.00 con la solenne liturgia eucaristica presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Raffaello Martinelli, Vescovo di Frascati e concelebrata da tutti i confratelli presbiteri presenti. Nell’omelia il presule ha evidenziato, fissando lo sguardo sui lavori compiuti con dovizia e precisione, come l’arte sia un linguaggio privilegiato capace di portare l’uomo alla contemplazione di Dio Amore; la fede, in quanto vero motore dell’arte sacra, fa in modo che l’artista nel suo produrre lasci, insieme all’opera, una vera e propria finestra sul cielo, che riesce a parlare di Dio elevando lo spirito umano a gustare la bellezza di Colui che è ineffabile.

Dopo il momento forte della celebrazione, in cui si è reso lode al Signore per le grandi opere da Lui compiute, soprattutto perché (e la celebrazione ne forniva il motivo) nella Sua bontà ha voluto che, in quanto membra di Cristo, facessimo continua esperienza del Suo Amore Misericordioso capace di restaurare il nostro cuore per divenire pietre vive dedicate alla costruzione della Chiesa, popolo in cammino verso cielo, la serata ha proseguito il suo corso con il saluto del Ministro Generale, nel quale ha ringraziato i confratelli e le autorità civili presenti, tra cui il Sig. Stefano Di Tommaso, sindaco di Frascati. Un  particolare ringraziamento è stato rivolto all’architetto Silvio Salvini per aver accompagnato lo svolgimento dei lavori di restauro; in seguito hanno preso la parola lo stesso Architetto Salvini, il quale ha espresso i suoi ringraziamenti all’ARCUS, ente governativo che ha finanziato i lavori di restauro della chiesa per un investimento totale di un milione di euro; l’Avvocato Claudio Santini, capo della segreteria del Prof. Lorenzo Ornaghi Ministro per i Beni e le Attività Culturali del Governo italiano, l’Ing. Donato Carlea Provveditore alle opere pubbliche della Regione Lazio e, infine, l’assemblea presente ha potuto gustare un brioso e competente intervento della Dott.ssa Dora Catalano, Funzionaria delegata all’opera di restauro della nostra chiesa.

La Dott.ssa Catalano ha ricordato le origini del piccolo tempio dedicato a S. Francesco d’Assisi che risalgono al 1575, data della sua costruzione, per volontà di papa Gregorio XIII al secolo Ugo Boncompagni, su terreno messo a disposizione dal Comune di Frascati. Le spese furono sostenute dall’archiatra pontificio  Pietro Antonio Contugi, sepolto ai piedi del presbiterio, a cui è dedicata una antica lapide posizionata sul lato interno della parete di fondo, proprio sopra il portone di ingresso, attorniata da una splendida cornice pittorica scoperta grazie ai restauri. Dagli studi fatti, si evince che papa Boncompagni, da sempre ha prediletto questo luogo, spesso vi si recava provenendo dalla vicina Villa Mondragone, sua residenza privata,  e l’ha voluto arricchire con preziosi affreschi ed opere d’arte sovvenzionate da lui stesso. Tali opere sono state affidate alle botteghe pittoriche preferite dal Pontefice: vi hanno lavorato il Muziano, il Nebbia e lo Zuccari. A quest’ultimo, in particolare, risalirebbero i quattro affreschi raffiguranti gli evangelisti dipinti in maniera simmetrica all’interno della navata centrale della chiesa. Da segnalare inoltre, rispettivamente nelle parti inferiori e superiori ad ogni singolo ritratto dei sacri autori, sono delle pitture molto rare nella loro raffigurazione, di alcune scene che traggono origine dai vangeli apocrifi e gli incipit dei quattro vangeli, entrambi coevi alla costruzione della chiesa, posizionati in modo corrispondente ad ogni evangelista, che erano stati coperti da un intervento pittorico posteriore.

La Dott.ssa, dopo aver riferito circa gli affreschi della volta al di sotto dei quali non è stata trovata nessuna pittura sottostante, si è particolarmente soffermata sul restauro operato nelle due cappelle laterali, ove il lavoro magistralmente eseguito dalla Ditta Castellet ha riportato alla luce gli affreschi tardo-cinquecenteschi che risalgono alla fondazione della struttura e che erano coperti dallo strato pittorico di fine ottocento che oggi ammiriamo nella sua veste originaria all’interno della navata centrale della piccola chiesa. In maniera appassionata, la Sig.ra Catalano si è soffermata sullo spessore teologico delle raffigurazioni ritrovate nella cappella Boncompagni, dedicata a Maria Santissima, in cui è affiorata una pregevolissima pittura raffigurante il trasporto dell’arca dell’alleanza da parte dei sacerdoti di Israele; segno evidente della lettura teologia della figura di Maria quale nuova arca dell’alleanza, Colei che custodisce nel suo grembo e rende presente nel mondo il Cristo Signore, il “Dio con noi”.

Il restauro ha riportato alla fruibilità dei visitatori la decorazione originaria delle due cappelle laterali, affidata da Papa Gregorio ai due cardinali nipoti Filippo Boncopagni (a destra) e Filippo Guastavillani (a sinistra). Quest’ultima, dedicata a San Francesco, ha una decorazione tipicamente francescana. Sulle parete sinistra è ora possibile vedere la scena di S. Francesco che, tentato, si rifugia nel roseto  e, sull’arco, San Bonaventura.

La Dottoressa Catalano si è ripromessa di presentare il lavoro di restauro e i risultati ottenuti, in un’apposita conferenza riservata in particolare agli studiosi e ai cultori dell’arte.

La chiesa, restituita al suo nobile tratto, ritorna ad essere luogo di contemplazione in tutte le sue potenzialità di semplice ma anche artisticamente prezioso luogo di ristoro dell’anima, grazie alla sua posizione immersa nel vede della collina tuscolana e al recuperato splendore delle opere d’arte custodite in questo piccolo scrigno di bellezza.

Il tutto è terminato con un semplice e dignitoso rinfresco, gentilmente offerto dal vicino Hotel Villa Tuscolana, consumato nel refettorio del convento, a cui hanno partecipato tutti i convenuti.

 

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