Novità - Eventi di rilievo

di Andrea Tornielli

«Non è facile entrare nella logica del Vangelo e lasciare quella del potere e della gloria…». Nei giorni dei veleni, dei dossier, degli scontri interni, dei documenti che finiscono sui giornali a cadenza quasi quotidiana, Benedetto XVI, prima di imporre ai nuovi cardinali la berretta color porpora, ricorda a loro e ai loro confratelli del collegio cardinalizio i passi del Vangelo che mostrano la logica di Gesù. Una logica che faticavano a comprendere anche i primi discepoli.

Prima di leggere l’elenco dei nuovi porporati, annoverandoli così nel collegio cardinalizio, il Papa, seduto sul trono posto davanti all’altare della confessione, ha pronunciato un discorso, ricordando che ai «nuovi cardinali è affidato il servizio dell’amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione assoluta e incondizionata, fino all’effusione del sangue, se necessario, come recita la formula di imposizione della berretta e come indica il colore rosso degli abiti indossati».

 

 

Benedetto XVI ha detto che «Gesù si presenta come servo, offrendosi quale modello da imitare e da seguire», anche se nel Vangelo di Marco si presentano i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, che «inseguono ancora sogni di gloria accanto a Gesù», chiedendo di sedere alla sua destra e alla sua sinistra. Cristo risponde alludendo al calice della sua della passione: «Il servizio a Dio e ai fratelli, il dono di sé: questa è la logica che la fede autentica imprime e sviluppa nel nostro vissuto quotidiano e che non è invece lo stile mondano del potere e della gloria». Uno stile che il Papa richiama ai cardinali con parole che in questi giorni assumono un significato particolarmente incisivo.

La logica errata, ha spiegato ancora Ratzinger, ma contagia anche gli altri dieci apostoli, «perché non è facile entrare nella logica del Vangelo e lasciare quella del potere e della gloria». Il Papa cita san Cirillo di Alessandria aggiunge: «I discepoli erano caduti nella debolezza umana e stavano discutendo l’un l’altro su chi fosse il capo e superiore agli altri… Questo è accaduto e ci è stato raccontato per il nostro vantaggio… Quanto è accaduto ai santi apostoli può rivelarsi per noi un incentivo all’umiltà».

Non sono esempio di questo atteggiamento molte delle notizie filtrate dai sacri palazzi ultimamente. «Dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e gratuità: queste logiche profondamente contrastanti – dice ancora il Papa – si confrontano in ogni tempo e in ogni luogo. Non c’è alcun dubbio sulla strada scelta da Gesù: egli non si limita a indicarla con le parole ai discepoli di allora e di oggi, ma la vive nella sua stessa carne». Al termine del suo discorso, Benedetto XVI ha chiesto preghiere per la sua missione in questo momento: «Pregate anche per me, affinché possa sempre offrire al popolo di Dio la testimonianza della dottrina sicura e reggere con mite fermezza il timone della santa Chiesa». Parole che sembrano smentire la presunta decisione del Papa di dimettersi.

Ieri sera il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha rilasciato una breve intervista al primo telegiornale della tv pubblica italiana, il TG1: leggendo dei grandi fogli che teneva in mano ha cercato di spiegare che i nuovi cardinali italiani hanno tutti una grande «esperienza pastorale» e ha anche affermato che «l’internazionalizzazione della curia romana» continua. I dati di questa infornata cardinalizia sono però incontrovertibili: quello di oggi è un concistoro caratterizzato da un alto numero di italiani e di curiali. Non sono stati inclusi nella lista, com’è noto, arcivescovi residenziali dell’America Latina e nemmeno un nuovo cardinale proveniente dall’Africa.

 

vaticaninsider.lastampa.it del 18/02/2012

 

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