Novità - Eventi di rilievo

Soprattutto tutelare i minori

Consiglio d'Europa: due interventi su motori di ricerca e social network

Tutelare i diritti umani - in particolare libertà d’espressione, accesso all’informazione, libertà di associazione e diritto al rispetto della privacy - con particolare attenzione alla sicurezza e al “rispetto della dignità” di bambini e adolescenti. A chiederlo ai 47 Stati membri è il Consiglio d‘Europa in due raccomandazioni sui motori di ricerca e i servizi di social network, adottate il 4 aprile a Strasburgo dal Comitato dei ministri.

Motori di ricerca. “I motori di ricerca giocano un ruolo centrale nella società dell’informazione” perché “consentono al pubblico di tutto il mondo di cercare, ricevere e diffondere informazioni, idee ed altri contenuti, in particolare per acquisire conoscenze, impegnarsi nel dibattito e partecipare ai processi democratici”, afferma il Cdm nella “Recommendation on search engines”. Tuttavia, avverte, i motori di ricerca possono costituire una minaccia per i diritti umani; in particolare “la loro pervasività” può ledere il diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali, e “le libertà fondamentali”. Per questo, richiamando lo Statuto del Consiglio d’Europa e alcune sue Convenzioni in materia, i ministri chiedono agli Stati membri di impegnarsi con i gestori dei motori di ricerca per “migliorare la trasparenza di accesso alle informazioni”, in particolare i criteri utilizzati per selezionare, classificare e rimuovere i risultati di tale ricerca; invitano i gestori a promuovere “meccanismi trasparenti di auto e co-regolamentazione”, soprattutto per quanto riguarda l'accessibilità a “contenuti dichiarati illeciti da un tribunale o dall'autorità competente, oppure nocivi”. Ulteriore indicazione, “distinguere chiaramente tra risultati della ricerca e forme di comunicazione commerciale”. Importante inoltre aiutare il pubblico ad “operare scelte informate e consapevoli”. In altri termini, ogni utente deve sapere che la cronologia delle sue ricerche può rivelarne convinzioni, interessi, intenzioni, e può inoltre “comunicare dati sensibili” quali “razza, opinioni politiche, convinzioni religiose”, o informazioni relative a salute, vita sessuale o condanne penali: dati che godono di speciale tutela ai sensi dell'art. della Convenzione n. 108 del CdE.

Social network. Definendo i social network “strumenti di promozione dei diritti umani e catalizzatori di democrazia”, nella “Recommendation on social networking services” i ministri CdE esortano gli Stati a collaborare con i provider per “sensibilizzare gli utenti attraverso un linguaggio chiaro e comprensibile sugli eventuali pericoli”. Il Comitato raccomanda tra l’altro di “aiutare gli utenti a comprendere le impostazioni prestabilite dei loro profili”, che dovrebbero essere concepite per tutelarne la privacy, e a compiere “scelte consapevoli” sulla propria identità online. La raccomandazione sollecita in particolare “misure adeguate” a “garantire sicurezza e protezione della dignità” di bambini e adolescenti, oltre al loro diritto “alla libertà di espressione e accesso alle informazioni”. Secondo i ministri CdE, i social network svolgono “un ruolo sempre più importante nella vita” di questi ultimi contribuendo “allo sviluppo della loro personalità e identità, e alla loro partecipazione a dibattiti e attività sociali”. Ma per la “vulnerabilità intrinseca che la loro età comporta”, i giovanissimi “devono essere protetti”. Di qui il “ruolo primario” di genitori e educatori nell’assicurare un uso “appropriato” di tali servizi. Ancorché non siano tenuti “a controllare, sorvegliare e/o classificare tutti i contenuti caricati dai loro utenti”, i provider, sostiene il documento, “possono essere tenuti a adottare misure precauzionali (paragonabili ad esempio alle norme applicabili in alcuni Stati ai ‘contenuti’ per adulti’) e a dare pronta risposta ai reclami (ex-post moderation)”. I sistemi di verifica dell'età sono indicati come possibile soluzione per proteggere bambini e adolescenti da contenuti potenzialmente dannosi, tuttavia, avvertono i ministri, “non esiste al momento una soluzione tecnica per la verifica online dell'età che non violi altri diritti umani e/o non sia esposta alla falsificazione dell’età stessa”.

La raccomandazione chiede infine agli Stati membri di impegnare i provider a “fornire chiare informazioni sui tipi di contenuti” o sui “comportamenti potenzialmente contrari alle disposizioni legali applicabili”; sviluppare “politiche editoriali tali che i contenuti o i comportamenti in questione possano essere definiti ‘inappropriati’ nei termini e condizioni di utilizzo del servizio”; “istituire meccanismi facilmente accessibili per segnalare contenuti o comportamenti inappropriati o apparentemente illeciti”; “condividere le best practice di prevenzione di cyber-bullismo e cyber-grooming”. Al riguardo il documento invita a considerare con attenzione un accesso differenziato a seconda dell’età, “quando essa viene indicata direttamente dai bambini e dai giovani stessi” e chiede ai provider “risposte immediate” alle denunce di cyber-bullismo e cyber-grooming. Agli Stati i ministri raccomandano la promozione di iniziative di sensibilizzazione/informazione di genitori e educatori.

 

www.agensir.it

 

 

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.index.php">privacy policy.

-
EU Cookie Directive plugin by www.channeldigital.co.uk