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Un dato positivo rispetto al resto del mondo occidentale dove i seminaristi sono sempre meno numerosi. Crescono, invece, in Asia, Africa e Oceania

di Giacomo Galeazzi

Dopo la bufera-abusi, per la Chiesa degli Stati Uniti è iniziata la risalita. Archiviato il «decennio orribile» 2001-2011 (funestato da una raffica di tracolli finanziari e d’immagine), la Chiesa Usa mostra chiari segnali di ripresa. Nell’ultimo anno ci sono state 467 ordinazioni sacerdotali e significativamente proprio il seminario di Boston (diocesi-epicentro dello scandalo-pedofilia) è diventato il simbolo della rinascita. Quest’anno il cardinale Sean Patrick O’Malley, frate minore cappuccino, inviato dal Papa a Boston per attuare la «purificazione» e ricostruire dalla fondamenta la Chiesa locale, ha dovuto respingere le richieste di iscrizione al seminario perché erano troppe. E anche il Wall Street Journal documenta questo inatteso «boom» con una ampia inchiesta sul «cattolicesimo vittorioso» e lo attribuisce al carattere tradizionale del cattolicesimo della nuova dirigenza episcopale: i cosiddetti "conservatori creativi" di stampo ratzingeriano.

Il dato positivo delle vocazioni è in netta controtendenza rispetto alla generale crisi delle vocazioni nel resto del mondo occidentale. Nel 2011, più della metà delle ordinazioni negli Stati Uniti ha riguardato giovani con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni. Per il quinto anno consecutivo negli Usa aumentano le ordinazioni di sacerdoti giovani. Il gruppo dei neo-sacerdoti statunitense include vari rifugiati provenienti da terre di persecuzioni per i cristiani, veterani militari e ministri convertiti di altre religioni. Gli ultimi dati dell’Annuario ponitificio e dell’Annuarium Statisticum Ecclesiae mostrano in maniera inequivocabile come la Chiesa universale cresca grazie al Terzo Mondo. Il numero degli studenti di filosofia o di teologia nei seminari diocesani o religiosi è costantemente aumentato nel corso dell'ultimo quinquennio in virtù della crescita extra-occidentale.

Nel complesso, è cresciuto del 4%, passando dalle 114.439 unità del 2005 alle 118.990 del 2010. In diminuzione in Europa (-10,4%), i seminaristi maggiori aumentano in Africa (+14,2%), in Asia (+13,0%) e in Oceania (+12,3%). Il Centro per la Ricerca Applicata all'Apostolato (Cara) del centro di ricerca dell'Università di Georgetown ha realizzato l'inchiesta da cui emerge che il 69% del totale corrisponde alla razza bianca – europei, caucasici e americani –, mentre il 15% è composto da ispanici/latini e il 10% da asiatici e originari delle isole del Pacifico. Circa un terzo degli ordinati ha un parente sacerdote o religioso. Più della metà ha più di due fratelli, un quarto ne ha cinque o più. Il rapporto sottolinea anche che il 21% di quanti sono stati ordinati ha partecipato alle Giornate Mondiali della Gioventù prima di entrare in seminario. Il 70% del totale è assiduo nella recita regolare del Rosario, e il 65% partecipava all'Adorazione Eucaristica prima di entrare in seminario. In media, i neo-seminaristi hanno iniziato a sentire lavocazione verso i 16 anni. E' stato un sacerdote che ha esortato il 66% dei seminaristi a prendere in considerazione il sacerdozio. Il 71% è stato incoraggiato nel discernimento vocazionale da un amico, sacerdote, nonno, parente o fedele della parrocchia, mentre la metà ha detto di essere stato scoraggiato da qualcuno. I passatempi o attività extra-curricolari più abituali sono ascoltare musica (73%), leggere (67%), vedere film (62%), giocare a calcio (41%), fare trekking (33%), cucinare (33%) e suonare uno strumento (33%).

L’andamento delle vocazioni negli Stati Uniti, infatti, è esattamente l’opposto di quello registrato, per esempio, inIrlanda, un altro paese dell’Occidente secolarizzato duramente colpito dal ciclone-pedofilia. Non si arresta, infatti, il declino delle vocazioni sacerdotali in Irlanda, come dimostra l’ultimo rapporto annuale del Consiglio per la ricerca e lo sviluppo della Conferenza episcopale irlandese secondo il quale il numero dei sacerdoti nell’Isola di Smeraldo ha conosciuto un ulteriore calo del 2 per cento. E sono sempre più numerosi gli ultra-ottantenni in rapporto a quelli di età inferiore ai 30 anni. «Questo declino non sorprende – commenta l’autore del rapporto Eoin O’Mahony -.Da diversi anni ormai sappiamo che il numero delle nuove ordinazioni sacerdotali non è sufficiente a compensare i quello dei più anziani usciti dal sacerdozio attivo o deceduti».

Il declino delle vocazioni sacerdotali in Irlanda è in atto ormai da quattro decenni. Colpa soprattutto della secolarizzazione a cui ha dato un nuovo impulso il boom economico di questi ultimi anni. I casi di abusi sessuali che hanno coinvolto il clero irlandese dagli anni ‘90 non hanno aiutato: il picco negativo è stato infatti raggiunto proprio in quel decennio. Dal 2000 ad oggi il numero dei preti è calato del 10%.

Non va meglio in Francia, dove la crisi delle vocazioni sacerdotali è sempre più forte: si è passati dai 566 nuovi preti del 1966 ai 90 attuali, una cifra che lascia prevedere un futuro con tante comunità senza una guida spirituale e senza sacramenti. Una caduta vertiginosa che solleva apertamente la questione dell’ordinazione sacerdotale di uomini sposati.

Nell’ultimo decennio i i seminaristi in Italia, religiosi e diocesani, sono diminuiti del 10,6%, passando da 6.315 a 5.646, e sempre più sono gli stranieri. Insomma, ad eccezione degli Stati Uniti (dove incide positivamente la forte immigrazione dalla cattolicissima America latina), la crisi delle vocazioni accomuna tutto l’Occidente. Gli incrementi si registrano in Asia (con +1.695 sacerdoti), in Africa (con +761), in Oceania (con +52) e in America (con +40 unità), mentre il calo ha riguardato l'Europa (con -905 sacerdoti). I più recenti dati statistici a disposizione della Santa Sede forniscono un'analisi sintetica delle principali dinamiche riguardanti la Chiesa Cattolica nelle 2.966 circoscrizioni ecclesiastiche del pianeta. Anche il mondo delle religiose professe sta attraversando una profonda trasformazione caratterizzata da una dinamica fortemente decrescente. A livello globale, esse passano da 729.371 nel 2009 a 721.935 nel 2010. Il calo ha riguardato tre continenti (Europa, America e Oceania), con variazioni negative anche di rilievo (-2,9% in Europa, -2,6% in Oceania e -1,6% in America). In Africa e in Asia, invece, l'incremento è stato decisamente significativo, attorno al 2% per entrambi i continenti.

 

WWW.VATICANINSIDER.LASTAMPA.IT  -  22/04/2012

 

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