Novità - Eventi di rilievo

Per la sua 95° edizione il giro d'Italia fa tappa ad Assisi.

In cento anni di storia del giro questo è il 4° arrivo nella città serafica.

Lo sapevate che Gino Bartali...

Non è la prima volta che la nostra bellissima città si rende partecipe di eventi così significativi ed importanti: già nel lontano 1943 il grande ciclista, campione di numerose edizioni del giro d'Italia, Gino Bartali, prese con sé la sua bicicletta e salì per almeno 40 volte fino ad Assisi, precisamente al monastero di San Quirico, portando nascosti nella sua canna, sotto il sellino o dentro le impugnature del manubrio documenti e fotografie che salvarono la vita di circa 800 ebrei.

Oggi queste imprese vengono ricordate con la manifestazione "Ciclopellegrinaggio Terontola-Assisi: Gino Bartali Postino per la Pace". Un percorso di 70 chilometri, aperto a tutti gli appassionati del ciclismo, organizzato dalla Fondazione “Gino Bartali” con la collaborazione della Faiv Val di Chiana e del Velo club assisano di Santa Maria degli Angeli.

 

La storia narra che Gino "il Pio", così affettuosamente chiamato per la sua profonda fede cristiana, prendesse la sua Legnano rossa e verde e partisse per strade di guerra e campi di battaglia con l'unico intento di salvare vita umane; grazie a questa sua devozione Bartali ebbe l'occasione di incontrare e stringere un forte legame con molti esponenti dell'Azione Cattolica e di essere partecipe in prima persona ad un momento importantissimo per quanto doloroso della storia italiana. I monasteri di Assisi divennero centri di accoglienza per ebrei ed oppositori al regime fascista e nazista; lì venivano protetti, potevano condurre una vita serena in attesa di una nuova opportunità.

Lo sapevate che gli ebrei nascosti nel Sacro Convento...

Non solo i monasteri offrivano riparo; Padre Vladimiro Penev ci racconta come la città di Assisi, oltre ad essere città ospedaliera, diventò anche città "ricovero" per tutti coloro che necessitavano di aiuto. Tutti sapevano ma nessuno parlava: le porte della Basilica di San Francesco si chiudevano per permettere agli ebrei nascosti nel campanile di scendere all'interno della chiesa e di fare ginnastica a ritmo delle musiche suonate all’organo da Padre Reali.

Esempi come questo ci fanno capire come tutti gli aspetti che compongono la nostra vita sono strettamente collegati alla nostra fede cristiana; lo sport in questo caso ci dimostra come la disciplina, la forza di volontà, il senso etico diventa "scuola di formazione ai valori umani e spirituali, mezzo privilegiato di crescita personale e di contatto con la società"(Papa Benedetto XVI, discorso ai partecipanti mondiali di nuoto,2009).Ancora, nell’udienza del 15 novembre 2010 a un numeroso gruppo di maestri di sci, Papa Ratzinger spiegò: “Praticato con passione e senso etico, lo sport (…) insegna ad armonizzare dimensioni importanti della persona umana favorendo il suo sviluppo integrale. Mediante l’attività sportiva, la persona comprende meglio che il suo corpo non può essere considerato un oggetto, ma che, attraverso la corporeità, esprime se stessa ed entra in relazione con gli altri. In tal modo, l’equilibrio tra la dimensione fisica e quella spirituale porta a non idolatrare il corpo, ma a rispettarlo.”

Lo sapevate che il santo protettore dei ciclisti...

Bisogna dunque pensare a noi che corriamo, danziamo, pedaliamo e siamo sempre protetti; lo sapevate che tutti gli sportivi hanno un Santo protettore? In realtà non sono gli unici fortunati, anche i ciclisti hanno un santo che veglia su di loro.

Santa Caterina da Siena è la protettrice dei ciclisti: la storia di questa Santa risale al 1347, anno della sua nascita; fin dalla prima infanzia Caterina dimostra un forte legame con la fede, a soli 7 anni fa voto di castità ed inizia una serie di mortificazioni fatte di digiuni e penitenze. Non essendo a conoscenza del voto di Caterina i suoi genitori interpretarono questo suo comportamento come un atto di ribellione alla loro volontà di maritarla poco più tardi però, suo padre, vedendola pregare con una colomba aleggiante sul capo, decise di lasciare la giovane libera di scegliere la sua strada. All'età di 12 anni entrò a far parte dell'ordine delle Domenicane.
Il Signore le fece dono della scrittura e della lettura, essendo lei semianalfabeta. Nel 1637 le apparve Gesù Cristo assieme a sua madre ed altri Santi per sposarla a sé, ricevette un anello di rubini, a testimonianza dell'accaduto, visibile solo ai suoi occhi. E' per questo che se, vedete un'immagine di Santa Caterina, noterete l'anello al dito ed un giglio in mano segno della sua immacolata fede a Cristo.

Lo sapevate che il santo protettore degli sportivi...

Per chi non fosse ciclista ma solo amante dello sport come disciplina, chi vi aiuterà a mantenere viva la vostra passione e vi seguirà passo per passo nel vostro cammino è San Cristoforo, Santo patrono degli sportivi.
"Prima del Battesimo mi chiamavo Rifiutato, ora sono Cristoforo ". Queste sono le parole che, secondo la tradizione, San Cristoforo avrebbe pronunciato prima del suo martirio. Egli si professava cristiano ma soprattutto aveva fatto del compito che si era prescelto la sua unica ragione di vita.

Cristoforo era smisuratamente grande e forte, per questo decise di mettersi al servizio dell'uomo più potente del mondo; si fece assumere da un imperatore ma vide ben presto che costui aveva paura di Lucifero, decise quindi di lavorare per il demonio, ma quando si accorse che anche lui aveva delle paure si licenziò.
In un momento di forte rabbia e pazzia Cristoforo uccise la sua famiglia e pentitosi poi dell'atrocità commessa si recò dal Papa per confessare il suo peccato. Per espiare la sua pena, il Papa ordinò a Cristoforo di andare a traghettare le anime dei trapassati presso il fiume Giordano e proprio lì, dopo anni dal suo arrivo, gli capitò di dover trasportare sulle proprie spalle un uomo ed un bambino. Preso con sé il piccolo, Cristoforo si rese conto di trasportare un peso enorme e, voltatosi per guardare il suo passeggero, si rese conto che egli era il Cristo di cui tanto aveva sentito parlare dai suo amici monaci. In quell'attimo Cristoforo capì che avrebbe votato la sua vita all'uomo più potente del mondo, si convertì al Cristianesimo, ricevette il Battesimo e si recò come predicatore in Licia dove subì il martirio.

Lasciamoci con le parole di un grande uomo di sport e di Chiesa, Papa Giovanni Paolo II, un modello unico di sportivo che ha capito in profondità il valore dello sport e lo ha praticato, parole prese proprio ad un discorso tenuto a dei cicloamatori nel 1980: "Lo spirito riflessivo dello sport, mentre percorre strade che si snodano tra pianure, colli, montagne, fiumi, può scoprire la mano intelligente e generosa del Signore, e lo sguardo di ammirazione si può far preghiera. Ed io di tutto cuore vi auguro che sia sempre così."

www.sanfrancescopatronoditalia.it

 

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