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A Milano una folla immensa si stringe intorno al Pontefice: “La famiglia è fondata sul matrimonio tra uomo e donna”. Prossimo appuntamento a Filadelfia nel 2015

di Giacomo Galeazzi

"La famiglia è fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna. Il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione". Un milione di fedeli in festa con il Papa. "Ci è affidato il compito di edificare comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Trinità e di evangelizzare non solo con la parola, ma per "irradiazione", con la forza dell’amore vissuto", afferma il Pontefice indicando alla Chiesa il modello per essere coerente con il Vangelo.

 

 

Tra due ali infinite di folla Benedetto XVI è arrivato stamattina all'aeroporto di Bresso e si è diretto con la papamobile verso il palco dove è stato allestito l'altare per la celebrazione della messa. "L'amore è una realtà meravigliosa, è l’unica forza che può veramente trasformare il mondo", avverte il Pontefice che è stato accolto da un boato delle centinaia di migliaia di persone che hanno riempito completamente l'enorme campo che può contenere fino a un milione di pellegrini. Sono numerosissime le autorità arrivate per ascoltare la messa celebrata da Benedetto XVI. In prima fila sono seduti tra gli altri il premier Mario Monti, il ministro della Cultura Ornaghi, il ministro Riccardi. Ci sono poi Maurizio Lupi, Rosi Bindi, Umberto Bossi, il presidente di Confindustria Squinzi, il segretario della Cisl Bonanni, tutte le autorità locali: il governatore lombardo Formigoni, il presidente della Provincia di Milano Podestà e il sindaco Giuliano Pisapia.

Quello lanciato ieri dal Papa alla politica è un "messaggio giustamente responsabilizzante che non possiamo non accogliere", commenta il presidente del Pd, Rosi Bindi. "Per quanto attiene alle scelte di indirizzo politico - afferma Bindi - poi naturalmente ciascuno di noi come laico impegnato in politica si assume le proprie responsabilità, sapendo da credente di dover servire il proprio Paese rispettando quel profondo valore, peraltro ricordato dal Papa, che è la laicità".Le parole del Papa sulla politica sono "un'esortazione: compito del Papa e della Chiesa é esortare costantemente per puntare in alto", concorda il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. "Lo sbaglio - dice - è all'ordine del giorno, chi è che non sbaglia, ma l'invito del Papa mostra l'ideale e chiede a ciascuno di noi di tendere verso l'ideale". Durante i giorni scorsi, aggiunge Formigoni, "il Papa é stato capace di entusiasmare ogni persona con cui ha parlato e stamattina è meraviglioso vedere così tante persone per un uomo solo, anche se naturalmente non è un uomo qualunque. Per noi che abbiamo il dono della fede rappresenta lo stesso Gesù Cristo"

 

 

"L'abbraccio di questa moltitudine di fedeli, cui si aggiunge il numero incalcolabile di quanti ci seguono in tutto il mondo attraverso i mass media, esprime l'amore ecclesiale per il successore di Pietro", sostiene l'arcivescovo di MilanoAngelo Scola. "Questi uomini, queste donne, questi giovani, questi ragazzi - evidenzia il cardinale Scola -, hanno ben compreso che il successore di Pietro, e con lui tutti i pastori, ha bisogno di loro, di ciascuno di loro". L'arcivescovo di Milano ha anche ribadito come in queste giornate del VII Incontro mondiale delle famiglie "é stata posta al centro la famiglia, fondata sul matrimonio, fedele e aperto alla vita, tra l'uomo e la donna". La risposta data dalla società civile al Family 2012, ha detto il cardinale, "é il segno che quando i cristiani sanno essere testimoni, risultano propositivi di vita buona in una società plurale come la nostra".

 

 

Dal pulpito il Pontefice si compiace per questa "grande assemblea, riunita con il Successore di Pietro, formata da fedeli provenienti da molte nazioni. Essa offre un’immagine espressiva della Chiesa, una e universale, fondata da Cristo e frutto di quella missione, che Gesù ha affidato ai suoi Apostoli: andare e fare discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo".  Dunque, "ci è stato donato un germe di vita nuova, divina, da far crescere fino al compimento definitivo nella gloria celeste", in quanto "siamo membri della Chiesa, la famiglia di Dio, "sacrarium Trinitatis", la definisce sant’Ambrogio , popolo che, come insegna il Concilio Vaticano II, deriva la sua unità dall’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Perciò "siamo chiamati ad accogliere e trasmettere concordi le verità della fede; a vivere l’amore reciproco e verso tutti, condividendo gioie e sofferenze, imparando a chiedere e concedere il perdono, valorizzando i diversi carismi sotto la guida dei pastori".

 

 

Spiega il Pontefice:"Dio ha creato l’essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche, perché i due fossero dono l’uno per l’altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità di amore e di vita". L’amore è "ciò che fa della persona umana l’autentica immagine di Dio". Il Papa teologo e pastore richiama la "procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente".

 

 

Joseph Ratzinger lancia un appello agli sposi:"Abbiate cura dei vostri figli e, in un mondo dominato dalla tecnica, trasmettete loro, con serenità e fiducia, le ragioni del vivere, la forza della fede, prospettando loro mete alte e sostenendoli nelle fragilità". Ma si rivolge anche ai figli: "Sappiate mantenere sempre un rapporto di profondo affetto e di premurosa cura verso i vostri genitori, e anche le relazioni tra fratelli e sorelle siano opportunità per crescere nell’amore".  Infatti, "il progetto di Dio sulla coppia umana trova la sua pienezza in Gesù Cristo, che ha elevato il matrimonio a sacramento". Quindi il Papa detta il vademecum per la coppia cristiana:"Mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile. Sono tutti elementi che costruiscono la famiglia".

 

 

Il compito dell’uomo e della donna è "collaborare con Dio per trasformare il mondo, attraverso il lavoro, la scienza e la tecnica". L’uomo e la donna sono "immagine di Dio anche in questa opera preziosa, che devono compiere con lo stesso amore del Creatore". Nelle moderne teorie economiche, "prevale spesso una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato". Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano, però, che "non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perché porta con sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie". Anzi, "la mentalità utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale".

 

 

La domenica, poi, è "il giorno dell’uomo e dei  suoi valori: convivialità, amicizia, solidarietà, cultura, contatto con la natura, gioco, sport". E’ il giorno "della famiglia, nel quale vivere assieme il senso della festa, dell’incontro, della condivisione, anche nella partecipazione alla Santa Messa". Dunque:"Care famiglie, pur nei ritmi serrati della nostra epoca, non perdete il senso del giorno del Signore! E’ come l’oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell’incontro e dissetare la nostra sete di Dio.  Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio. Armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa, è importante per costruire società dal volto umano". Perciò va sempre privilegiata la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere: "La prima costruisce, la seconda finisce per distruggere. Occorre educarsi a credere, prima di tutto in famiglia, nell’amore autentico, quello che viene da Dio e ci unisce a Lui e proprio per questo «ci trasforma in un Noi, che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia tutto in tutti"

 

www.vaticaninsider.lastampa.it  -  02/06/2012

 

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