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Nella catechesi del primo Angelus recitato a Castelgandolfo il pontefice ha ricordato il famoso assunto anche se "Gesù fu consapevole di questa realtà"

Benedetto XVI in  questo primo angelus celebrato a Castel Gandolfo, ha rivolto un saluto alla comunità del Paese alle porte di Roma che lo ha accolto. «Carissimi fratelli e sorelle - ha detto il Papa - sono lieto di accogliervi qui  a Castel Gandolfo, dove sono giunto da pochi giorni». Inoltre il Papa ha augurato a tutte le famiglie un periodo di vacanza e riposo.

 

 

Nella sua riflessione il Papa ha detto: «Nessun profeta è ben accetto tra la sua gente, che lo ha visto crescere» e «questo è un fatto comprensibile, perchè la familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là ed aprirsi alla dimensione divina». Ma, spiega il Papa, anche se Gesù lo capisce e ne è cosciente, alla fine si stupiesce della «cattiva accoglienza che incontra a Nazareth».

Al  palazzo apostolico di Castelgandolfo, il primo delle vacanze di quest’anno, Benedetto XVI ha aggiunto che i «miracoli di Cristo non sono una esibizione di potenza, ma segni dell’amore di Dio». Per questo Gesù, in cui si attua l’amore, si stupisce che gli uomini si aspettino ancora prodigi e miracoli.

www.vaticaninsider.lastampa.it  -  08/07/2012

 

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