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Il fondatore dei Francescani dell'Immacolata spiega come guadagnarsi il paradiso

di padre Stefano M. Manelli F.I.

Contemplando l’Assunzione di Maria Santissima in anima e corpo al Cielo, noi contempliamo il nostro ultimo destino secondo il progetto di Dio: il Paradiso.

Per meritare il Paradiso, però, dobbiamo sforzarci di vivere come visse la Madonna, praticando le virtù nel sacrificio quotidiano della nostra vita. «Non verrà premiato se non chi avrà legittimamente combattuto», dice l’Apostolo Paolo (2 Tm 2,5).

L’Assunzione della Madonna al Paradiso ci ricorda le sue sante virtù, brillanti come stelle nel firmamento della sua vita. Tutta la vita della Madonna è stata una celeste costellazione di virtù, un Eden di Grazia sulla terra, trasportato poi nell’Eden infinito ed eterno dei cieli. E noi, contemplando Lei, dobbiamo imparare a vivere come Lei per essere accolti un giorno in Paradiso.

 

 

Per questo la Chiesa dice che sulla terra gli uomini «innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come il modello della virtù davanti a tutta la comunità degli eletti» (Lumen gentium) e il papa Paolo VI afferma che le virtù della Madonna sono il modello per tutti, e che «di queste virtù della Madre si orneranno ifigli, che con tenace proposito guardano i suoi esempi per riprodurli nella propria vita» (Marialis cultus).

Ma quali virtù soprattutto dobbiamo imitare nella Madonna?

Il grande apostolo della Madonna, san Luigi Grignion di Montfort, c’insegna che «la vera devozione alla Santa Vergine porta un’anima ad evitare il peccato e ad imitare le virtù della Santissima Vergine, in particolare modo la sua profonda umiltà, la sua fede

viva, la sua ubbidienza cieca, la sua orazione continua, la sua mortificazione universale, la sua purezza divina, la sua ardente carità, la sua pazienza eroica e la sua sapienza divina». Quale tesoro immenso di virtù sublimi è la Madonna!

Ebbene, se questa strada delle virtù e stata la via della Madonna al Paradiso, deve essere anche la nostra strada. Altra via non c’è per passare dalla terra al cielo, senza passare per il Purgatorio, che è luogo di purificazione dolorosa, al cui confronto impallidiscono anche le più atroci sofferenze di questa terra.

Tutti i Santi, infatti, sono tali perché hanno praticato le virtù in modo perfetto, brillando di più, alcuni, per qualche virtù particolare che li caratterizza: così,san Francesco d’Assisi per la povertà; santa Chiara d’Assisi per l’amore all’Eucaristia; san Luigi Gonzaga per la purezza; santa Teresa di Gesù per la preghiera; san Francesco Saverio per l’amore alle anime nelle Missioni; santa Gemma Galgani per l’amore al Crocifisso e all’Addolorata; san Massimiliano Maria Kolbe per l’amore all’Immacolata; san Pio da Pietrelcina per l’amore al Rosario.

Fatima, poi, ci parla anche del Purgatorio, e in termini per nulla confortanti. A Lucia che chiedeva dove si trovasse l’anima di una sua compagna morta da poco, la Madonna rispose: «È in Purgatorio, e vi resterà fino alla fine del mondo». È terribile. Ma perché non pensiamo che potrebbe essere così anche per noi?

In Paradiso si entra perfetti, con tutte le virtù. I tre pastorelli capirono bene ciò, e si applicarono con tutto l’ardore all’esercizio delle virtù. La piccola Giacinta, ad esempio, ci incanta per il candore e la sua mortificazione, la sua preghiera e la sua pazienza nelle terribili sofferenze dell’operazione chirurgica che dovette subire in carne viva, senza anestetico; soprattutto, ci incanta per la sua carità eroica verso i poveri peccatori che erano la passione del suo cuore innocente.

Il piccolo Francesco di Fatima ugualmente ci incanta per il suo raccoglimento, il suo riserbo e la sua capacità di contemplazione e di adorazione. Sono cose sbalorditive in un ragazzo di dieci anni, che dovrebbe sopratutto appassionarsi al gioco e a corse spensierate.

Quanta maturità, invece, e quale passione amorosa egli rivela nel voler sempre «consolare Gesù», magari trascorrendo ore intere vicino al Tabernacolo, dove c’è «Gesù nascosto»!

È così che si entra in Paradiso. Solo così. Contemplando la Madonna che viene assunta in cielo, quindi, possiamo riscoprire ogni volta il vero cammino della vita cristiana, sulla scia splendente e sublime della Celeste Madre: un cammino di virtù che portano lassù.

Virtù da praticare: Imitazione di Maria.

* Per ogni approfondimento: Padre Stefano Maria Manelli, “O Rosario benedetto di Maria!” (Casa Mariana Editrice)

 

ROMA, domenica, 12 agosto 2012 (ZENIT.org) -

 

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