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Un dono straordinario quello che si preparano a ricevere  i 49  ragazzi ospiti dell’istituto di pena minorile romano Casal del Marmo, dove Papa Francesco si recherà nel pomeriggio di Giovedì Santo, 28 marzo, per celebrare la messa in cena Domini. Il clima di attesa nell’istituto è gioioso. Non si aspettavano certamente una visita tanto importante.Soprattutto non si aspettavano di essere così improvvisamente entrati nel cuore del Papa che ancora non conoscono. «L’entusiasmo dei ragazzi — ci ha detto la direttrice Liana Giambartolomei — è da legarsi proprio al fatto che si sentono protagonisti di una giornata storica. Del resto, è proprio quello che ha voluto Papa Francesco. Ci ha chiesto espressamente che non ci fosse nessuno oltre ai ragazzi. Vuole essere certo che sappiano  che egli viene solo per loro, perché li ama, li porta nel cuore e li considera importanti, tanto importanti».  Un’operatrice della Caritas  all’interno della struttura racconta che uno  di loro, appresa la notizia, ha esclamato: «Finalmente conoscerò qualcuno che dice di essere mio padre!».

 

 

Il cappellano Padre Greco non nasconde che, almeno inizialmente, è rimasto un po’ perplesso, «perché —  spiega al nostro giornale — tra i nostri ospiti solo otto sono italiani, sei maschi e due donne. Gli altri sono tutti stranieri. E la maggior parte sono musulmani. Alcuni poi non hanno alcun credo religioso.  Dunque molti di loro non sanno  neppure chi sia il Papa.  Anche per questo, spiegare loro l’importanza della visita del Papa non è stato facile>. «Mi è venuto in soccorso — confida il cappellano — un giovane napoletano che è qui da un po’. Li avevo radunati  tutti  per cercare di far capire  soprattutto il significato del gesto del Pontefice, che è  un gesto d’amore nei loro confronti.   Sono rimasto per un attimo sconsolato  dai primi sguardi  privi di espressione o al più  incuriositi dal mio entusiasmo.  Poi il nostro amico ha rotto quel silenzio con la più classica delle espressione napoletane: «Maronna mia, o Papa  accà!» e si è messo le mani nei  capelli con il volto che tradiva emozione frammista a felicità. È stato in quel momento che tutti gli altri, vedendo il suo stupore, hanno capito che doveva trattarsi di qualcosa di veramente straordinario e hanno cominciato a farmi domande. A poco a poco ho visto crescere l’entusiasmo.

2013-03-27 L’Osservatore Romano

 

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