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“C’è stata un’esplosione vicino alla nostra chiesa di Deir Ezzor, che l’ha distrutta” – ci scrive in un messaggio fra Antoine Haddad, Ministro viceprovinciale del Libano. La notizia è stata appresa dai media, perché i due fratelli cappuccini che vi risiedevano, con l’aiuto di Croce Rossa Internazionale, Libanese e Siriana e dei Nunzi del Libano e della Siria, hanno lasciato quel luogo insieme alle suore di Madre Teresa e una decina di anziani che abitavano nel nostro convento. Sono gli ultimi cristiani rimasti nella zona a lasciare il posto.
La chiesa è stata completamente distrutta, ma fin ora non è stato possibile sapere se il convento è stato colpito o meno, perché non ci sono più cristiani a Deir Ezzor, a parte uno che è ritornato perché abitava nella zona ‘più tranquilla’ della città. I suoi tentativi di arrivare sul posto non sono riusciti a causa dell’intenso fuoco incrociato delle armi. La nostra chiesa di Deir Ezzor è stata fino a poco tempo fa l’unica rimasta quasi intatta. Infatti, qualche mese fa si è potuto vedere su You Tube un filmato in cui appariva la chiesa con la porta e il muro laterale sventrati e i militari che vi entravano.
“Deir Ezzor è una città ad Est della Siria, sull’Eufrate, tra Palmira e la frontiera Irakena – ci spiega fra Antoine - La nostra presenza vi risale agli anni trenta del secolo scorso, ma nella zona la nostra presenza risale ad un tempo molto più lontano. Abbiamo anche un’altra casa verso il Sud della Siria, Soueida, zona ancora tranquilla per il momento, dove vi sono due nostri fratelli. La nostra Vice-Provincia, in quasi quattro secoli di storia, ha sempre sofferto distruzioni, persecuzioni, martirio... Ma sempre, come dice la leggenda della fenice – quell’ uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri -, la nostra Vice-Provincia risorgeva con Cristo Risorto. Ultimamente, abbiamo recuperato, dopo trent’anni, un’altra proprietà (Abey) distrutta dalla guerra in Libano: ha cominciato a risorgere anch’essa… La chiesa di pietra si potrà ricostruire un giorno quando una primavera di pace ci sarà nel nostro mondo mediterraneo”. www.radiovaticana.org