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“Famiglia, prima impresa”. A questo tema è dedicato, nel pomeriggio, il convegno organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. Quello odierno è il primo di quattro incontri incentrati su tematiche specifiche di vita familiare affidate ad esperti, tra cui giuristi, sociologi, economisti, medici e psicologi. Laura De Luca ha intervistato Giovanni Giacobbe, giurista, già presidente del Forum delle associazioni familiari:
R. – La famiglia non è un costo per lo Stato, ma è un investimento. Da ciò deriva che lo Stato deve predisporre tutte le provvidenze necessarie, perché questo investimento sia produttivo.
D. – Prof. Giacobbe, come ha visto evolversi il ruolo, l’impatto che la famiglia ha avuto nella società italiana?
R. – Vi sono elementi di crisi che scaturiscono da una molteplicità di fattori. Sono le condizioni nelle quali la famiglia è chiamata ad operare che hanno determinato una crisi dei rapporti all’interno della famiglia.
D. – Come trovare una mediazione con le esigenze sempre più diversificate, eufemisticamente parlando, riguardo al tema della famiglia?
R. – Queste ‘pseudo esigenze’, tanto per essere chiari - per esempio l’identificazione della famiglia anche nelle unioni tra omosessuali o nelle unioni non fondate sul matrimonio - per chi è chiamato ad operare nell’ambito dell’ordinamento italiano sono agevolmente superabili. La nostra Costituzione identifica la famiglia in quello che è il modello tipico, cioè la società naturale fondata sul matrimonio. Ogni altra tipologia fuoriesce dall’ambito della famiglia quale è delineata dalla Costituzione e rientra nel quadro di altre categorie, ispirate al principio di libertà personale. www.radiovaticana.org