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Parla Chaput, l’arcivescovo di Philadelphia: “Mai detto che Bergoglio non parla abbastanza di aborto”. Divorziati e coppie gay? “Ascoltiamo, ma il focus sui problemi viene dalla stampa, ci sono anche altre questioni”

di Iacopo Scaramuzzi

Arcivescovo di Filadelfia, cappuccino, origine pellerossa, da sempre esponente dell’ala più attenta alle battaglie pro life in seno all’episcopato a stelle e strisce (secondo quanto riportato dalla stampa Usa, a luglio ha affermato che “l’ala destra della Chiesa non ha mostrato felicità” per l’elezione di Jorge Mario Bergoglio, e comunque “questioni come l’aborto e il matrimonio non sono questioni politiche”), monsignor Charles Joseph Chaput, ha espresso oggi pieno sostegno a Papa Francesco, auspicando che l’incontro di giovedì tra il Papa e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, piuttosto inviso ai settori conservatori dell’episcopato Usa, sia “fruttuoso, chiaro, onesto”. A conclusione di una conferenza stampa per la presentazione del primo incontro internazionale delle famiglie, che si svolgerà nella sua Philadelphia nel 2015, mons. Chaput ha risposto ad alcune domande dei giornalisti, ribadendo che nei confronti di situazioni come il divorzio o le coppie omosessuali sia giusto ascoltare senza però dare eccessivo peso alle questioni sollevate “dalla stampa”.

Lei ha detto che su questioni come i divorziati e le coppie gay bisogna ascoltare, senza però focalizzarsi troppo su questi problemi. Cosa intende?

“Bisogna confrontarsi con gli esseri umani e con la vita umana, sappiamo tutti dalla nostra vita quotidiana che queste questioni esistono. Ma se ci si focalizza solo sui problemi, o si parte da lì, non si va molto lontano. Penso che sia importante confermare quanto ha storicamente funzionato della famiglia e farlo accadere nelle famiglie praticamente, non solo teoricamente. Il focus sui problemi sembra venire in certa misura diciamo dalla stampa, non dalle persone con cui ho a che fare. So che voi giornalisti vi confrontate con questi temi e non voglio diminuire la realtà o l’importanza di queste questioni. Solo non voglio passare tutto il tempo a rispondere a un numero molto limitato di questioni, quando ci sono anche molte altre questioni più grandi”.

Lei ha ricordato il tema della pedofilia nella Chiesa di Philadelphia. Spera che il tema verrà affrontato nell’incontro del 2015?

“Sono sicuro che sarà affrontato, non è solo la mia speranza. Abbiamo bisogno di workshop su come le famiglie affrontano questo tipo di cose. Come Chiesa dobbiamo fare in modo che non succeda di nuovo. Sicuramente sarà parte della riflessione. La gente sa che abbiamo un enorme programma di training nella Chiesa, sia per gli individui che per le comunità, per riconoscere quando avvengono gli abusi sessuali e reagire. Vogliamo che la gente lo ascolti di nuovo e di nuovo”.

La diocesi di Philadelphia come pagherà l’incontro internazionale delle famiglie?

“Paghiamo il cento per cento di questo evento. Milano (il precedente incontro, nel 2012, si è svolto nel capoluogo lombardo, ndr.) è costato qualcosa come 10-12 milioni di euro, 13-14 milioni di dollari. Loro hanno avuto molto sostegno dall’Italia, ad esempio su questioni come la sicurezza, che noi probabilmente dovremo pagare da soli a Philadelphia. Sarà costoso, ma siamo tutti consapevoli dell’influenza positiva che questo evento avrà per le famiglie. C’è molto interesse, non solo da parte della comunità cattolica, e non solo da Philadelphia, ma da tutto il paese, che ci aiuterà a trovare i finanziamenti. Sinora abbiamo raccolto circa 5 milioni di dollari ma speriamo di raccogliere molto di più. E poi vorrei dire che speriamo di raccogliere con questo fund raising più di quanto è necessario, in modo da poter dare alla fine un regalo al Papa per i poveri. E la gente lo capisce bene: viene nel nostro paese, un paese benestante, e riceve un regalo per i poveri. Peraltro stiamo già cercando fondi per permettere di partecipare ai poveri che vengono dalla regione del nord e del sud America”.

Cosa si aspetta dall’incontro tra il Papa e Obama di giovedì prossimo? Alcuni settori cattolici sono critici nei confronti di questo presidente.

“Non credo di essere nella posizione di poter dire di cosa parleranno il Papa e il Presidente. Spero solo che sia un incontro fruttuoso, per la Santa Sede, per il presidente e il nostro paese. Siamo un paese che svolge un ruolo significativo. Sono sicuro che il Papa focalizzerà la propria attenzione sulla pace, il Medio Oriente, l’Ucraina, sul fatto di fare tutto il possibile per la pace. Non so se verranno sollevate o meno questioni legate al tema della vita e famiglia. Spero solo che sia un incontro fruttuoso, onesto, chiaro”.

Lei avrebbe detto, a quanto riportato dai media statunitensi, che Papa Francesco non parla abbastanza chiaramente contro l’aborto…

“Non l’ho mai detto. Neppure una volta. Penso che l’approccio del Papa è di grande successo, che Dio lo sta guidando per il bene della Chiesa oggi. Amo il Papa e lo sostengo, qualsiasi cosa faccia funziona, grazie a Dio”.

http://vaticaninsider.lastampa.it

 

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