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Dal 22 febbraio al 22 marzo 2026 i fedeli potranno sostare in preghiera davanti al corpo del Santo, celebrando l'ottavo centenario della sua morte Per la prima volta nella storia, le spoglie mortali di San Francesco d’Assisi saranno visibili ai fedeli in un’ostensione pubblica prolungata.

L’annuncio è stato dato oggi, giorno della festa del patrono d’Italia, dalla loggia della piazza inferiore della Basilica, davanti ai pellegrini radunati per le celebrazioni. L’evento si inserisce nel cammino dell’ottavo centenario della morte del Santo (1226-2026) e si terrà dal 22 febbraio al 22 marzo 2026. In questa occasione, il corpo di San Francesco sarà trasferito dalla cripta ai piedi dell’altare papale della chiesa inferiore, permettendo ai fedeli di sostare in preghiera e di vivere un incontro diretto con il Santo. L’iniziativa, approvata da Papa Francesco, sarà accompagnata da momenti spirituali in più lingue guidati dai frati e prevederà percorsi accessibili anche per persone con disabilità. Ogni pellegrino riceverà un piccolo segno a ricordo dell’incontro. Come ha sottolineato fra Giulio Cesareo, direttore dell’Ufficio comunicazione della Basilica, l’ostensione del corpo di San Francesco non è solo un momento di devozione, ma un messaggio potente per i credenti e per la società: Francesco vive, e il suo spirito continua a operare in mezzo a noi, chiamandoci a essere costruttori di pace, custodi del creato e testimoni di un amore che non muore. La storia della sepoltura di San Francesco è essa stessa un racconto di fede e devozione. Dopo la sua morte, il corpo fu nascosto sotto l’altare maggiore della Basilica per prevenire eventuali furti, rimanendo celato per secoli. Fu finalmente ritrovato nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1818, e la prima ricognizione ufficiale avvenne nel 1819, confermando l’identità delle spoglie. Da allora, altre ricognizioni hanno permesso di studiare e preservare questo prezioso corpo. Quelle del 1978, in preparazione al 750° anniversario della morte, e la più recente del 2015, hanno fornito nuove conoscenze scientifiche, ma soprattutto hanno rinnovato la certezza che il corpo di Francesco, consumato dalla malattia e dalle stigmate, è un segno potente dell’amore che lo animava. Oggi, vedere quelle spoglie significa toccare con mano la concretezza del Vangelo vissuto fino in fondo.


 

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