Novità - Segnalazioni e riconoscimenti

È la proposta di Stefano Zamagni, presidente dell'Agenzia per il Terzo Settore, intervenuto a Bergamo al convegno "Prospettive e valore dell'economia sociale" promosso da Ubi Banca.

Per uscire dalla crisi la ricetta è una sola: “La finanza deve investire sul terzo settore, sul sociale, sulle imprese che non hanno solamente il profitto come obiettivo ultimo".

Lo sostiene Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per il Terzo Settore, che è intervenuto martedì 13 dicembre al convegno “Prospettive e valore dell’economia sociale” promosso da Ubi Banca.

Finanza e terzo settore: come è possibile coniugarle?

“L’economia di mercato nasce per realizzare l’obiettivo della giustizia. Negli ultimi decenni si è verificata una divaricazione per cui la gente oggi concepisce la giustizia con il libero mercato, ma non è mai stato così. Anche se ci sono degli economisti che sostengono questa posizione, bisogna evidenziare che sbagliano, perché il mercato è nato in casa francescana. Sono stati i francescani a creare il libero mercato proprio per realizzare la giustizia, per combattere l’usura e le varie forme di servitù. Oggi le cose vanno male, c’è una crisi economica dovuta alla finanza perché qualcuno ha illuso gli altri, facendo credere che il libero mercato significhi perseguire i propri interessi a scapito di quelli degli altri”.

Che cosa si aspetta il Terzo Settore dal governo Monti?

"Il governo Monti è un governo a tempo, ma vivrà abbastanza a lungo per fare quelle riforme che il terzo settore sta aspettando da tempo. Per prima cosa deve attuare la riforma del libro primo, titolo secondo, del codice civile, una riforma che è già pronta, basta solamente l’approvazione delle due Camere. Poi bisogna rivedere urgentemente la legge del 1991 sul volontariato e sulle cooperative sociali. Sono passati vent’anni ed un’aggiustatura è necessaria. Terzo, mi aspetto che dia vita a quelle forme di finanziamento di cui il terzo settore ha urgente bisogno. Bisogna far capire ai governati che il terzo settore è uscito dalla fase dell’infanzia, non è più un terzo settore ridistributivo, che prende con una mano ed eroga con l’altra, ma è un terzo settore produttivo. Pensiamo alle cooperative sociali, e Bergamo in un certo senso è la capitale di questa forma di impresa che chiamiamo cooperativa sociale e quindi come tutte le imprese hanno bisogno di finanza e questa non c’è. Per cui oggi questi soggetti sono discriminati nei confronti appunto della attività finanziaria. Faccia partire una normativa, come è già avvenuto in Francia e in Gran Bretagna, per introdurre prodotti finanziari indirizzati al terzo settore".

Alcuni anni fa lei lanciò lo slogan "lavorare tutti per lavorare meglio". Oggi che l’età lavorativa si è prolungata non crede che si penalizzino i giovani nell’ingresso al mondo del lavoro?

"Gli slogan sono sempre pericolosi, ma credo che oggi sia naturale lavorare più a lungo e questo non significa necessariamente sottrarre posti di lavoro ai giovani. Io sono per il lavoro produttivo e contro il lavoro improduttivo, e per quest’ultimo intendo quelle attività come la burocrazia che ostacolano l’economia. Le fasi di crisi sono sempre interessanti e offrono delle opportunità di lavoro e di riscatto. La politica deve smettere di tassare fortemente il lavoro e tassare invece i mercati finanziari. Poi deve favorire, con opportune leggi, la nascita di imprese che non hanno il profitto come fine, ma deve investire per la nascita di imprese sociali. Il fine delle imprese sociali è creare i posti di lavoro o perseguire finalità di utilità sociale. L’impresa sociale produce una particolare categoria di servizi alla persona – come sanità, educazione, assistenza ai bambini, anziani. Per fare questo lavoro ci vogliono delle persone, ecco quindi l’opportunità per le nuove generazioni e per quanti devono reinventarsi un lavoro”.

 

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.index.php">privacy policy.

-
EU Cookie Directive plugin by www.channeldigital.co.uk