Novità - Segnalazioni e riconoscimenti

La visita del cardinale Gianfranco Ravasi al Museo Egizio di Torino apre le prospettive di future collaborazioni.

Il cardinale, le sfingi e gli scarabei. Non è un'affermazione irriverente o un'associazione curiosa ed esoterica. È la sintesi, in tre parole, dell'incontro, questo sì davvero singolare, tenutosi recentemente nelle sale del Museo Egizio di Torino e organizzato dall'Associazione Gli Scarabei. Alla "Festa dello Scarabeo", così si intitolava la serata, ha partecipato, come ospite d'onore e relatore, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. L'invito a tenere una prolusione nell'ambito della festa gli era giunto da Alain Elkann, presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino e dal presidente della stessa Associazione, Enrico Boglione. Il cardinale ha visitato alcune sale del Museo, da qualche tempo trasformato in un cantiere per la necessaria ristrutturazione e per un nuovo e più moderno allestimento. L'Associazione, che ha assunto gli scarabei come proprio simbolo, è sorta nel 2007 per promuovere l'impegno sociale di privati cittadini a favore del museo, con la raccolta di fondi e la gestione di beni e servizi a vantaggio dei visitatori, a cominciare da portatori di handicap e disabili.

Ne fanno parte singoli e famiglie particolarmente sensibili alla problematica e consapevoli dell'assoluta specificità del Museo Egizio di Torino, secondo per importanza solo a quello del Cairo, e della necessità di una sua adeguata valorizzazione sia in ambito nazionale sia nel contesto delle istituzioni museali internazionali. L'Associazione sta promuovendo numerose iniziative in cui, tramite il coinvolgimento diretto di qualificate personalità del mondo dell'impresa e del settore bancario si realizzano restauri di manufatti e reperti, come, ad esempio, il rifacimento della Tomba di Kha e il restauro del Libro dei Morti, uno dei tesori più preziosi del Museo, proposto dalla direttrice Eleni Vassilika, anch'essa presente all'incontro.

Tra i contatti che l'Associazione sta sviluppando con altre istituzioni simili, particolarmente interessante appare quello con i Musei Vaticani, meta di una prossima visita dei membri dell'associazione, in vista di un possibile "gemellaggio" tra il Museo torinese e quello Vaticano, in cui è presente un'ampia sezione dedicata all'Egitto.

Ravasi, nella suggestiva sala dello Statuario circondata di sfingi e statue di divinità collocate tra enormi specchi grazie all'allestimento predisposto da Dante Ferretti, ha tenuto una articolata lezione, ricordando miti e divinità egizie, come Ptah e Aton, relativi alla creazione del mondo e dell'uomo. Si pensi, ad esempio, alla centralità del Sole e degli astri nella mitologia e cosmologia, come anche alla visione teologica, detta atoniana, di impronta monoteistica, che in un certo momento emerge nell'Antico Egitto. Tutto questo è stato messo a confronto con la singolarissima visione proposta dai testi della Genesi ebraico-cristiana, ponendo a confronto diverse visioni dell'uomo e della sua collocazione nel creato.

Il cardinale ha poi affrontato un secondo percorso tematico, prendendo lo spunto dai papiri di Torino I e Chester Beatty I: l'eros, l'amore, la passione, in una parabola discendente che arriva sino ai nostri giorni, e in cui prevale l'istintività e la sensazione epidermica ed effimera, ben lontana dall'eros cantato dagli antichi Egizi, dall'amore espresso liricamente nel Cantico dei Cantici o manifestato, in forma suprema, da Gesù Cristo, l'amore che si dona totalmente. Accanto a questo tema, quasi per contrasto, è stato poi accostato il problema del dolore, della sofferenza e della morte, mettendo a confronto il cosiddetto Dialogo di un suicida con la sua anima, contenuto nel Papiro di Berlino 3024 e l'esperienza di Giobbe.

Si è passati poi al tema della parola, quella umana e quella divina. Una linea di continuità e di sviluppo si snoda dalla divinità Maat, che presiede all'ordine cosmico e simboleggia la verità, alla Sapienza biblica che presiede alla creazione del mondo, fino al Verbum del Prologo giovanneo per cui e in cui tutte le cose sono state create. L'ultima tappa del percorso è stata dedicata al volto, con la sua espressività e il suo sguardo. Il cardinale Ravasi ha fatto riferimento innanzitutto al volto dello "scriba del Cairo" per passare a riflettere sul binomio volto di Dio-volto dell'uomo, sulla scia del gioco degli occhi presente nel salmo 123. Quindi ha evocato, come emblematico del messaggio che il volto può comunicare, il singolare faccia-a-faccia tra Sigmund Freud e il Mosè di Michelangelo. (©L'Osservatore Romano 22 dicembre 2011)

 

Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.index.php">privacy policy.

-
EU Cookie Directive plugin by www.channeldigital.co.uk