Novità - Segnalazioni e riconoscimenti

“Lodi di Dio altissimo” inizia con l’invocazione “Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose”. Soffermandoci su queste parole cominciamo oggi il nostro percorso di meditazioni quaresimali con le parole di Francesco e Chiara.

di Monica Cardarelli

“Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose”. Con queste parole inizia la preghiera “Lodi di Dio altissimo” di san Francesco, e con queste parole ci piace iniziare il percorso quaresimale di meditazioni. Nella loro semplicità, le parole di san Francesco ci presentano l’identità di Dio, che è santo, unico Dio. Allo stesso tempo determinano l’identità dell’uomo che si relaziona a Lui. Infatti, se Dio opera cose meravigliose possiamo riconoscerlo come Dio Creatore e noi, di conseguenza, come sue creature. Tornano alla mente le parole di santa Chiara che, secondo le testimonianze al Processo di Canonizzazione e la Legenda di Tommaso da Celano, in punto di morte disse: “Va’, perché Colui che ti ha creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore. E tu, Signore, sii benedetto che mi hai creata”.

 


Era evidente per Chiara e Francesco la condizione di creatura dell’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, creatura tra le creature. Perché, ricordando il brano della Genesi della creazione, l’uomo non è solo, ma è creatura in mezzo al creato, agli esseri viventi animali, vegetali, minerali… alla vita. È importante infatti che venga oggi riconosciuto da parte della Chiesa il peccato contro il creato. Il peccato genera una rottura nell’armonia con se stessi, con il creato, con Dio e con gli altri. La relazione di creatura con il Creatore però non è sinonimo di inferiorità o dipendenza, ma permette di stabilire e conoscere quale è la nostra essenza e quale quella del Padre Creatore. Riconoscendoci creature possiamo affidarci e abbandonarci con maggiore tranquillità all’abbraccio di Dio, che tutto può.

Dio “opera cose meravigliose”, e questo ci fa pensare alla bellezza delle sue creature. Il racconto della creazione termina ogni giorno con la frase “Ed era cosa buona”. Solo dopo aver creato l’essere umano Dio disse: “Era cosa molto buona”, dove per ‘buona’ possiamo leggere ‘bella’. Rievoca molto l’immagine di un artista che dopo aver terminato la sua opera si allontana per guardarla bene e ne apprezza la bellezza. Non si tratta solo di una bellezza esteriore, ma di ciò che è bello agli occhi di Dio e di tutto il bello che Lui ha messo in ogni opera della creazione. E se san Francesco ci dice che Dio “opera cose meravigliose” usando questo verbo al presente, significa che la sua creatività non è terminata nell’atto della creazione ma si rinnova ogni giorno, ogni istante. Quando l’uomo riesce a vivere il tempo di Dio, a sentirsi creatura tra le creature, a scegliere la vita in abbondanza, allora forse può farsi strumento dell’opera della creazione di Dio che si rinnova in noi e intorno a noi.

 

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