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Su "La Civiltà Cattolica" del 1° marzo, l'intervista di padre Spadaro a Jorge Milia, ex alunno del Papa presso il Colegio de la Inmaculada Concepción in Argentina

Roma, 03 Marzo 2014 (Zenit.orgNicola Rosetti | 169 hits

Oggi è un viso noto a miliardi di persone, ma chi era Jorge Maria Bergoglio prima di diventare i 266° Pontefice della Chiesa Cattolica?  Ci può aiutare a rispondere a questa domanda l’ultimo numero de “La Civiltà Cattolica”, uscito sabato primo marzo, nel quale il direttore, padre Antonio Spadaro, volendo far luce sulla passata attività di docente di Papa Francesco, ha intervistato il suo ex alunno Jorge Milia.

Papa Francesco infatti, all’età di 28 anni, fra il 1964 e il 1965, insegnò letteratura a Santa Fe presso il Colegio de la Inmacu­lada Concepción, una delle più antiche e celebri istituzioni gesuitiche in Argentina. Papa Francesco parlò di questa sua esperienza a padre Spadaro nel corso dell’intervista che gli concesse alla fine di agosto 2013. Possiamo dunque considerare questo articolo de “La Civilità Cattolica” una sorta di approfondimento di parte di quella intervista, dove le domande questa volta non sono state poste al “Professor Bergoglio” ma a un suo alunno.

Secondo la testimonianza di Milia l’attività didattica del Professor Bergoglio si inserì in un contesto in cui lo studio della letteratura era già avviato, in quanto da sempre in questo collegio si era particolarmente curata questa disciplina. Ma non si trattò solo di studiare passivamente, infatti Quel giovane docente avviò un corso di scrittura creativa. Gli alunni che vi parteciparono raccolsero i loro scritti in un volume che ebbe la prefazio e di Jorge Louis Borges, uno dei più importanti scrittori argentini del XX secolo.

Cosa distingueva il futuro Pontefice dagli altri professori. Secondo Milia “l’aspetto migliore del suo insegnamento consisteva proprio nel percorrere la materia insieme ai suoi allievi. Non si comportava con i modi tipici di un maestro che dirige e detta tracce da seguire, quanto facendoci partecipare, dando ovviamente consigli e spiegazioni”.

Il Professor Bergoglio aveva anche un metodo che diventerà caratteristico nel suo modo di comunicare quando diventerà Papa: rendere attivi coloro che secondo gli schemi tradizionali sono solo fruitori passivi. Infatti assegnava agli alunni degli argomenti da approfondire e “quando l’argomento che l’alunno aveva scelto assumeva consistenza, gli proponeva anche di tenere una lezione ai compagni di classe, oppure anche ad altri alunni del Collegio”.

Ma come era Bergoglio con i suoi alunni? Già da giovane si dimostrava una persona aperta, attenta a stimolare quanto di buono c’era nei suoi ragazzi. Spiega infatti Milia: “Certo è stato un rapporto di fiducia. Sapevamo che potevamo sottoporgli qualsiasi problema con l’assoluta certezza che ci avrebbe aiutati a trovare la soluzione. Alcuni di noi scoprirono in lui un amico al quale confidare anche i problemi familiari”.

Milia ricorda la sua particolare vivacità e come fu gestita da Bergoglio: “Ero un adolescente turbolento. Lui non pose limiti alla mia esuberanza, ma cercò di incanalarla in maniera positiva, dandole una forma”. L’ex alunno di Papa Francesco ricorda anche come il padre, apprezzando l’approccio didattico de Professor Bergoglio, gli disse: “So che non sarò lì a vederlo, ma non ho dubbi che in futuro questo pretino farà parlare di sé”.

Ma il professor Bergoglio non si limitava ad impartire solo lezioni di letteratura. Grazie a lui fu riaperta la biblioteca del Collegio e furono avviati dei corsi di teatro. Insomma, nella sua attività di docente si vede in germe tutta la sua vulcanicità che lo contraddistingue ora che Ponfefice!

Per approfondimenti o informazioni: www.nicolarosetti.it

(Fonte: Àncora Online, il settimanale della Diocesi di San Benedetto del Tronto)

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