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Nel dicembre scorso si è tenuta presso il Brooklyn Borough Hall – ovvero la sede del municipio di Brooklyn – la seconda inaugurazione della mostra Frate Francesco: tracce, parole, immagini, già inaugurata circa un mese prima presso il Palazzo di Vetro, sede centrale delle Nazioni Unite.

La scelta di prolungare la mostra presso una seconda sede è stata motivata dal desiderio di consentire un periodo di accesso libero e gratuito a quanti fossero ad essa interessati. Nel tempo di permanenza presso l’ONU infatti solo le persone che per vari motivi già si trovavano all’interno del Palazzo di Vetro hanno avuto la possibilità di visitarla: diverse migliaia al giorno, ma sempre un pubblico limitato ed “selezionato”.

Il municipio di Brooklyn è una istituzione con competenze amministrative di carattere limitato – queste sono attribuite quasi completamente alla “grande” municipalità centralizzata di New York, con sede a Manhattan –, che svolge piuttosto un ruolo di rappresentanza ed aggregazione di quella che, con due milioni e mezzo di abitanti, è la più popolata ed estesa delle cinque zone in cui è divisa la Grande Mela, ovvero l’estesissima area metropolitana di New York. La sede del Borough Hall – la “casa del popolo” – è un palazzo in stile neoclassico, che per gli standard americani si può considerare un edificio di rilevanza storica: risale infatti al 1848, ed ha di fronte un’ampia piazza che rappresenta di fatto il centro della zona più antica di Brooklyn, nei pressi dell’imbocco del ponte che la collega con Manhattan. La mostra è stata allestita nella sfarzosa sala consiliare del municipio, oggi adibita prevalentemente a sede di un tribunale speciale del complesso sistema giuridico americano.

I responsabili del Borough Hall – in primis il Presidente Eric L. Adams, primo afroamericano a capo di una delle municipalità di New York, e la Senior Advisor Ingrid P. Lewis-Martin, la sua vice – e più in generale tutto lo staff hanno accolto con vero entusiasmo la proposta di ospitare la mostra, ed hanno offerto la massima collaborazione. Abbiamo avvertito in modo molto netto da parte loro il senso del privilegio accordatogli di poter accogliere documenti di tale preziosità ed antichità, riguardanti una personalità dello spessore di Francesco d’Assisi. Tangibili il calore e la simpatia dimostrata nei nostri confronti. Più in generale è stato chiaro che i frati francescani godono di una buona popolarità a Brooklyn, grazie soprattutto alla presenza attivissima di un congregazione locale composta di soli di fratelli laici, i Francescani di Brooklyn, che gestiscono un college e un liceo con complessivi circa 5000 studenti; il loro superiore generale, Brother Wiliam Boslet, è stato presente all’inaugurazione, durante la quale ha preso la parola. Anche i nostri frati hanno una comunità a Brooklyn, dove svolgono in particolare la pastorale per i giovani adulti per conto della diocesi di NY; all’inaugurazione erano presenti una mezza dozzina dei nostri confratelli, provenienti non solo da Brooklyn ma anche dalla comunità del Queens, un’altra delle zone-municipio di NY.

Durante l’inaugurazione oltre al sottoscritto e alla dott.ssa Antonella Villa dell’Associazione culturale Antiqua, che ha curato gli aspetti organizzativi della mostra, sono intervenuti il Presidente del Borough Hall, la dot.ssa Natalia Quintavalle, Console italiano a New York, mons. Paolo Giulietti vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, in rappresentanza del Consorzio Umbria & Francesco’s Ways, sponsor tecnico dell’evento, ed il prof. Antonio Monda della New York University. Al termine l’attore John Turturro ha letto il Cantico delle Creature in inglese. Piccole considerazioni personali, molto personali…

A rischio di ripetermi volevo sottolineare nuovamente che Frate Francesco apre tutte le porte; che tutti sono disposti ad “ascoltarlo”, ovvero ad ascoltare noi suoi discepoli e fratelli, con aspettativa e simpatia; che grande è l’interesse per la sua vicenda e per il significato più autentico del suo messaggio. Come tutti sappiamo, questo il più delle volte è individuato in modo spontaneo in un non meglio precisato messaggio di pace, e nello spirito di condivisione e fraternità. È ovvio che molto ci sia da precisare ed approfondire, ma credo che alla simpatia si debba rispondere sempre con una grande apertura, con pazienza, con benevolenza, senza la tentazione di “correggere” sempre ed ovunque con la matita bicolore le piccole o grandi ingenuità dei nostri interlocutori.

L’importante è iniziare il dialogo… e a Brooklyn abbiamo visto ancora una volta che le occasioni e i pretesti possono essere i più vari: l’importante è andare, accogliere, condividere. I manoscritti e i documenti torneranno in Italia alla metà di gennaio; la mostra sarà poi allestita presso il Salone Papale dal 28 marzo alla fine di maggio.

Fra Carlo Botterowww.sanfrancescopatronoditalia.it

 

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