Novità - Eventi di rilievo

Gianluigi Pasquale, Linterrogativo teologico posto alla storia dal concetto di periodo assialein Karl Jaspers, in «Lateranum» 80 (2014/3) pp. 575-593.

Nel secolo scorso il filosofo Karl Jaspers (1883-1961) si domandò se vi potesse essere un dato storico universale che sostituisca definitivamente i “credi religiosi” particolari e, soprattutto, la loro pretesa di determinare il computo del tempo sulla base della “messa in scena” del loro rispettivo fondatore. Al fine di dare una risposta negativa, il filosofo tedesco ideò il concetto di «tempo assiale», considerandolo il fondamento di una concezione universale della storia come qualcosa di comune a tutta l’umanità al di là delle differenze dei credo religiosi. L’Autore, in questo articolo, punta a evidenziare soprattutto le aporie teologiche sottese a una simile visione del periodare storico universale, ricorrendo al conio conciliare, avvenuto cinquant’anni fa (1965-2015), dell’altro concetto/idea di “historia salutis”.

 

Gianluigi Pasquale, Lumile mamma Rosa. La beata del papa teologo e mia bisnonna materna, in «Vita Consacrata» 51 (2015/1) pp. 72-70.

L’Autore riporta in queste pagine la vicenda umana e cristiana della sua bisnonna materna (Eurosia Fabris Barban) proclamata beata da papa Benedetto XVI dieci anni or sono (2005-2015). La singolare storia di questa donna cristiana, madre di famiglia con nove figli, di cui tre sacerdoti, catechista, terziaria francescana,  si innesta tra quelle figure iridiscenti che nel 2015 potranno illuminare il Sinodo Straordinario sulla famiglia. A motivo di quelle misteriose vie della Provvidenza, che solo Dio conosce, della «santità» di questa umile figlia della terra vicentina (1886-1932), si è, infatti, innanzitutto interessato l’allora vescovo Cappuccino della Diocesi di Padova Mons. Girolamo Bortignon (1905-1992), che non sitò ad aprire e chiudere il Processo informativo Diocesano, successivamente la Chiesa di Roma con San Giovanni Paolo II (1920-2005) e Benedetto XVI e, ultimamente, con un positivo movimento di «ritorno in Diocesi», la Chiesa di Vicenza, che ha elevato a Santuario (2014) la Parrocchia di Marola (VI), in cui sono conservati i resti mortali e dove, i pellegrinaggi sono in silenzioso, ma continuo aumento. La testimonianza di «Mamma Rosa» è oggi particolarmente importante poiché mostra come l’ambito familiare rimanga l’alveo privilegiato per una profonda e genuina trasmissione della fede [Gilberto Zini, FMI].

 

Gianluigi Pasquale, San Francesco dAssisi: un metodo proprio di non violenza, in «Credere Oggi» 35 (2015/1) pp. 111-123. Cm 21x14,5x1. € 9,50 [ISBN 978-88-250-4013-5].

Lo studio mira a illustrare il metodo peculiare di non-violenza utilizzato da San Francesco d’Assisi e, per questo, a lui propriamente originale e, dunque, non analogabile a quello di altre religioni. Francesco, infatti, non ha propinato una tattica della non-violenza, ma è stato in se stesso un uomo di pace, alieno alla/dalla violenza. Se di non-violenza, tuttavia, in San Francesco si vuole parlare, si noterà con sorpresa come ad essa egli si fosse addestrato rapportandosi innanzitutto con il creato («frate» lupo) e i «frati» ladroni. Francesco impara ad essere non-violento dagli atomi di bontà depositati dal Creatore nell’intelaiatura di quella creazione che, in prima battuta, sembrerebbe la più violenta: ladroni e lupi selvatici. Il dispositivo esistenziale utilizzato da San Francesco per la non-violenza, dunque, non consiste nell’acuire le contraddizioni, né nel pescare dalla torbida volontà di potenza che alberga surrettiziamente nello scenario contemporaneo. Al contrario, il Poverello suggerisce di far leva sulla propria libertà perché l’uomo attinga dalla misericordia che lo circonda quell’energia che lo abilità ad essere vera immagine di Dio creatore e sommo bene.

 

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