Novità - Eventi di rilievo

verrà presentato per la prima volta al pubblico italiano a Bologna, l'11 giugno

L'eccezionale evento presso Alliance Française, alla presenza dell'autore della scoperta, Jacques Dalarun, e di Carlo Ginzburg

La notizia della scoperta di un manoscritto contenente una Vita nuova di san Francesco d'Assisi, la seconda più antica, è fresca. L'autore dell'eccezionale ritrovamento, lo storico francese Jacques Dalarun, sceglie la sede bolognese di  Alliance Française (via De' Marchi, 4) per parlarne per la prima volta al pubblico italiano, il prossimo 11 giugno alle 18. In seguito, il professore sarà ospite di Festival Francescano il 26 settembre, sempre a Bologna in piazza Maggiore.

Afferma Dalarun: “La riproduzione digitalizzata in alta definizione sarà messa in rete nel corso di questo mese di giugno. Quindi, mentre finora era nascosto in una collezione privata, il codice, vero bene comune, sarà a disposizione di tutti nel mondo”.

Redatta da Tommaso da Celano una decina di anni dopo la morte di Francesco (avvenuta nel 1226), questa biografia getta sfumature nuove, e fortemente attuali, su una figura centrale e rivoluzionaria nell'intera storia medievale, oltre che della Chiesa. In particolare, insiste sulla povertà vissuta da Francesco, sulla sua conformità a Cristo e sul suo amore fraterno per tutte le creature.

La scoperta è particolarmente significativa anche per la riflessione su quest'ultimo punto che farà Festival Francescano, a Bologna dal 25 al 27 settembre. Spiega infatti lo storico francese: “L'orizzontalità della fraternità francescana si capisce solo nella verticalità della filiazione divina. Nella Vita prima, Tommaso da Celano non lo aveva ancora ben capito. Lo capisce e lo svela nella Vita ritrovata, quando dice che Francesco si sentiva fratello di tutte le creature propter unum principium, cioè: a ragione di un unico principio.

Forte il richiamo all'attualità: “L'identità è il maggiore pericolo del nostro mondo moderno: mi riconosco solo in quelli che sono identici a me. È chiusura, ignoranza e, presto, odio. Chi sceglie l'altissima povertà come Francesco, chi non possiede nulla non può possedere un'identità. Francesco non si è riconosciuto nell'identità della sua famiglia carnale, del suo ceto sociale, del suo universo civico. Neanche la fraternità dei minori a lui è bastata. Esalta una fraternità universale oltre l’umano. È di una modernità incredibile, ma oggi più che mai necessaria”.

Dialogherà con Jacques Dalarun, l'11 giugno, il noto storico Carlo Ginzburg.

 

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