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Padre Scarsato raccoglie in un volume pubblicato da Edizioni Messaggero Padova una rilettura a più voci del celebre Cantico delle Creature

di Maria Teresa Pontara Pederiva

 

L’abbiamo studiato tutti a scuola come uno dei primi testi in lingua volgare ed è bello pensare che la lingua italiana abbia preso inizio da un’esclamazione come «Laudato, sie!» rivolta al Padre nei cieli. E’ lo sguardo del bambino e dell’adulto, di ogni tempo: quasi un sintonizzarsi con il canto della creazione. Di chi sa stupirsi e indignarsi, meravigliarsi e impegnarsi. Per tutto questo vale la pena rileggere il Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi con gli occhi e il cuore dell’uomo contemporaneo. Di qui l’idea di Fabio Scarsato, francescano conventuale, già priore del Santuario di San Romedio in Trentino e oggi direttore del Messaggero di Sant’Antonio a Padova: una rilettura a più voci di uno dei testi più conosciuti in assoluto anche in ambito laico, quasi un mosaico virtuale con le facce di un prisma.

In un testo, che è stato presentato, fresco di stampa, all’ultimo Festival Biblico di Vicenza (presenti i co-autori Vittorino Andreoli e sr. Elena Bosetti) l’attenzione è focalizzata sull’uomo di oggi di fronte al creato, con la sua sensibilità, le attese, anche i timori, «nella consapevolezza che le parole di san Francesco ancora parlano al cuore dell’uomo, di ogni uomo».

Con le illustrazioni a matita del fumettista Luca Salvagno, si snoda il racconto di persone  dalle diverse provenienze ed esperienze (tra cui  Erri De Luca, Vittorino Andreoli, Gianfranco Ravasi, Elena Bosetti, Chiara Frugoni, Giovanni Bachelet, Leonardo Becchetti, Aldo Cazzullo, Carlo Petrini): sono una coppia di terziari francescani, una persona affetta dalla malattia, un gruppo di bambini dell’ACR, religiosi, preti e cardinali, poeti e scrittori, giornalisti, testimoni, teologi e biblisti, filosofi, economisti, gastronomi, seguaci di altre religioni (ebrei, musulmani, buddisti).

Non solo parole, piuttosto emozioni, racconti, ricordi di quanti hanno fatto proprio l’atteggiamento di Francesco che, attraverso il creato, innalza la lode e il ringraziamento al Creatore. Non fermandosi a contemplare la terra o il cielo, ma operando fattivamente sulla terra con gli occhi rivolti al cielo.

E’ lo sguardo dello stupore tipico del Poverello, che fa essere le cose create pienamente se stesse con dignità propria: la lode al Creatore parte dal cuore di colui che contempla la bellezza delle creature, tutte utili e preziose, segno della Bellezza e dell’Amore cui rinviano. «Ti ringrazio perché sei tu che mi fai un dono e ciò che fai indica che mi vuoi bene», suggerisce Carlo Paolazzi, frate minore.

«Ogni creatura sussurra “Dio mi ha fatta per te, o uomo” » (FF 1600). Una lode che orienta il nostro sguardo sull’ordine e la bellezza del mondo fraterno dove tutto irradia armonia: anche le ferite umane, la prova, la malattia (FF 1238), la stessa morte («dalla quale nullo homo vivente po’ scappare»), trovano il loro posto, quasi trasfigurate da un’invisibile luce. «Chiamava tutte le creature col nome di fratello e sorella intuendone i segreti in modo mirabile e noto a nessun altro» (FF 461): il rispetto non è servilismo e la natura non è idolo. Francesco ama la natura non perché la stiamo perdendo, ma come bene in sé.

« Forse il segreto di una vita serena sta forse nell’uso delle parole» commenta lo psichiatra: fratello, sorella, umiltà, perdono. Oppure nel «segreto dell’equilibrio tra uomo, natura e Dio» sta invece il suo «tesoro», aggiunge Becchetti.

«Crediamo che il Vangelo ci chieda di essere cristiani nella “humilitate” della nostra quotidianità» scrivono i terziari Ilaria e Carlo Pagan. «Se incontri chi sostiene “infirmitate e tribolazione”, ma è bagnato dalla grazia di Dio senti già profumo di cielo» sottolinea Francesca Scarpa.

Dopo la rilettura di un testo, che la poetessa Donatella Biasutti colloca ai vertici della poesia e della spiritualità insieme al Cantico dei Cantici, la conclusione del card. Ravasi che rilancia il suggerimento di Francesco ai suoi frati: «Che cosa sono i servi di Dio se non i suoi giullari che devono commuovere il cuore degli uomini ed elevarlo alla gioia spirituale? ».

AA.VV. «San Francesco. Laudato sie, mi’ Signore!», Edizioni Messaggero Padova 2015 pp. 120 euro 12,00. http://vaticaninsider.lastampa.it

 

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