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Nuovo lavoro del regista padovano Antonello Belluco. Girerà la pellicola interamente in città sulla vita e lo spirito del "frate delle confessioni" - di Alberta Pierobon

Dopo il grande Sant’Antonio, viaggiatore “estremo”, indefesso predicatore e “martello degli eretici”, adesso tocca al piccolo gigante delle confessioni, padre Leopoldo al secolo Bogdan Ivan Mandic, l’effimera avventura di finire al cinema. Da protagonista.

Il regista è sempre lui, il padovano Antonello Belluco, che l’altro ieri ha compiuto 59 anni e con i santi ha un ottimo rapporto: nel 2006 girò il film “Antonio, guerriero di Dio” e ora per l’appunto si appresta a girarne un altro su san Leopoldo Mandic «inserendolo nella trama umana e sociale del suo tempo». L’incarico gliel’hanno affidato i frati cappuccini del Triveneto, ieri ne hanno dato notizia ufficiale, ma lui già da un paio d’anni sta studiando quello strepitoso personaggio nato in Dalmazia nel 1866, penultimo di 16 figli.

Quel frate alto appena 1.40, in vecchiaia curvo e con le mani deformate dall’artrite, barba lunga da cappuccino, uomo sapiente di Sacre Scritture e letteratura patristica che passò gran parte della vita (dal 1914 alla morte, nel 1942) chiuso nel convento di Santa Croce a Padova, sempre dentro alla sua celletta di due metri per tre, a confessare. Anche dodici ore consecutive al giorno.

Da lui arrivavano «non solo popolari ma specialmente persone intellettuali e aristocratiche, professori e studenti dell’università e il clero», si legge negli Annali della Provincia Veneta dei Cappuccini, «esercita un fascino straordinario per la grande cultura, il fine intuito e la santità della vita». Sarà un anno specialissimo, il 2016, per i frati del santuario in piazzale Santa Croce, visto che papa Francesco ha scelto padre Leopoldo come uno dei patroni dell’Anno santo dedicato alla Misericordia che si aprirà l’8 dicembre 2015. Per tale occasione le spoglie del santo confessore verranno trasportate a Roma ed esposte a San Pietro in febbraio. Tornando al cinema: «Non sarà un lavoro didascalico, un film biografico», spiega il regista Antonello Belluco «piuttosto cercherò di entrare nella sua introspezione, di capire e far capire cosa padre Leopoldo dava agli altri, di dare luce allo spirito del personaggio».

Peraltro un personaggio dalle molte sfaccettature, compresa un’attitudine un tantino bellicosa che lo rendeva capace di scatti aspri e inattesi, dopo i quali chiedeva a Dio il dono della calma: «Abbi pietà di me che sono dalmata...», diceva. «Documentari su padre Leopoldo ce ne sono, ma un film non è mai stato fatto. La storia che racconterò inizia dalla fine della prima guerra mondiale e arriva alla morte di Leopoldo», continua Belluco «e quasi interamente sarà girato a Padova. Così come ho fatto per il film su Sant’Antonio, cerco sempre di valorizzare i luoghi della mia appartenenza, mi piace raccontare storie che coinvolgano le nostre genti». Molto di più Belluco (il cui ultimo film “Il segreto d’Italia” verrà presentato il primo settembre al The World Film Festival a Montreal) non vuole dire, men che meno sul cast: qualche idea su chi potrebbe interpretare il frate di sicuro ce l’ha, ma l’argomento per ora è tabù.

 

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/08/30/news/san-leopoldo-diventa-un-film-al-cinema-1.12009864

 

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