CONSIGLI PLENARI DELL'ORDINE - III°Capitolo
  LA FRATERNITA' TESTIMONIANZA DI POVERTA' NELL'USO DEI BENI
 
 
B. TESTIMONIANZA COMUNE DI POVERTÀ COSCIENZA DELLA POVERTÀ
51 Appartiene all'impegno pastorale dei capitoli e dei superiori formare la coscienza dei frati e delle fraternità circa le esigenze della povertà. I religiosi stessi, poi, responsabilmente coltivino una maggiore sensibilità in fatto di povertà, mediante studio personale, dialogo, convegni locali e provinciali, ecc.

BENI DELL'ORDINE, FATTO ECCLESIALE
52 Dovendosi considerare beni della comunità ecclesiale gli immobili dell'Ordine, la revisione dei nostri beni non e un fatto meramente interno dell'Ordine stesso, ma deve ritenersi come un fatto ecclesiale. Pertanto, nella revisione dei nostri beni prudentemente si istituisca il dialogo con la chiesa locale, allo scopo di trovare una comune soluzione ad utilità della chiesa medesima e della società civile del luogo.

BENI NECESSARI E NON NECESSARI
53 I beni dell'Ordine, specialmente i terreni, gli orti e le costruzioni, che non sono più necessari, ed altri che per noi non sono convenienti, devono essere alienati oppure convertiti in uso sociale. Quelli tuttavia che sono ancora necessari devono essere conformi ai principi ed esigenze della povertà francescana, tenuto conto delle condizioni sociali della regione e del popolo a cui dobbiamo dare testimonianza di povertà.

POVERTÀ COME INSICUREZZA
54 Essendo l'insicurezza materiale un elemento di povertà, ed oggi in modo particolare un segno di solidarietà con i poveri, i frati, e specialmente quelli che formano nuove fraternità, si sforzino, in quanto e possibile, di non avere proprietà ne di case ne di terreni.

NON RICEVERE BENI NON NECESSARI
55 I beni che non ci sono necessari e che immediatamente non possono convertirsi in favore dei poveri, o del Terzo Mondo, non devono riceversi, neppure se sono offerti spontaneamente.
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