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Nel primo secolo di storia dei cappuccini, si fa avanti un piccolo stuolo di "santi", nella maggioranza italiani. Che siano solo italiani è scontato, poiché solo verso la fine del sec. XVI ai frati della nuova famiglia francescana fu consentito di spingersi oltre le Alpi. E anche lì non mancò la testimonianza della santità, più o meno solennemente riconosciuta dalla Chiesa, come lo conferma, ad esempio, la vita santa di Fedele da Sigmaringen (1578-1622), protomartire di Propaganda Fide, e del ven. Onorato da Parigi (1566-1624).

Nel corso del Cinquecento, la Santa Sede aveva reiteratamente approvato la Riforma cappuccina e le sue Costituzioni, riconoscendole fedeli allo spirito genuino del movimento religioso suscitato dal Santo di Assisi. In una società, però, costumi ed uomini non hanno minor peso che le buone leggi, di cui sono come l'incarnazione. Perciò, in questa pagina si fa memoria dei Cappuccini che, durante il loro cammino terreno, si sono distinti per santità, cultura, servizio apostolico e fraterno verso i fratelli che incontravano. Sono fratelli che ci parlano e ci aiutano ancora, cioè, sono dei testimoni che con la loro vita e le loro opere parlano di Dio.

A partire dal secolo XVI fino ad oggi si può contemplare un lungo florilegio di personaggi (santi, beati, venerabili, servi di Dio, persone benemerite) che hanno raggiunto un traguardo di santità o, comunque, che sono ritenuti benemeriti per il loro servizio alla Chiesa e all’umanità.

Guardando a questo lungo elenco si direbbe che anche il cielo si è impegnato a dimostrare, con il sigillo della santità, la non clericalizzazione della Riforma cappuccina. Infatti, tra questi troviamo un considerevole numero di cappuccini Laici, altri, invece, Vicari generali o Ministri generali, Procuratori generali, Definitori generali, Commissari generali, Ministri o Vicari provinciali, Definitori provinciali, Guardiani, Maestri dei novizi, Predicatori, Sacerdoti comuni, Chierici.

Nella scelta di questo ‘florilegio’, per forza di cose frammentario e incompleto, troviamo persone aperte ed attinente alla realtà, anziché persone chiuse, abituate a pensare secondo certe categorie ristrette all’interno del convento.

Come piccoli tasselli, questi volti finiscono per comporsi in un mosaico, in cui prende forma e vita una santità penitente (digiuni, veglie, lavoro, lacerazioni), santità orante (contemplazione e ritiro), santità operosa, cioè aperta alle opere di misericordia (aiuto ai poveri, assistenza a tribolati e malati), santità zelante, che si esprime in svariate forme di apostolato (predicazione, catechesi, ministero del confessionale, buon esempio). In una parola sola si tratta di ‘santità evangelica ed ecclesiale’, che ricalca - esaltandola con la luce dell'eroismo - la quotidianità di quella che realmente è, ancor oggi, la vita dei cappuccini nonostante i loro quasi cinque secoli di storia.

 

Nota Bibliografica:

Silvio Ronca – Gianfranco Berbenni (ed.), I Cappuccini, Cifre iconiche in un mondo di santità e di fraternità (incisioni ispirate dai secoli XVI-XVII), trad. Carlo D’Amberg, Flores Serafici, Vol. I anno 1640, vol II 1642, Edizioni Studio Teologico Cappuccini , Volume I e II, Milano 1993.

Questi due volumi possono essere richiesti presso la segreteria della Conferenza.

 
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