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Il primo testo sull’iter formativo dei frati cappuccini italiani (Progetto Formativo, 1993) è stato elaborato in una fase delicata della vita del nostro Ordine in Italia. Siamo in un periodo di transizione. Dopo il Concilio Vaticano II e il Capitolo generale del 1968, l'Ordine sta cercando nuove forme per vivere ed esprimere il proprio carisma all'interno della Chiesa e della società. Il «Progetto» si colloca tra l'identità della nostra vita, così come ci viene suggerita dalla Chiesa, da Francesco e dai nostri documenti, e l'incarnazione laboriosa e pluriforme del carisma nei diversi contesti.
Dopo anni di «sperimentazione» che hanno dato alle realtà locali la possibilità e l'occasione di elaborare metodi ed itinerari nuovi a livello formativo, oggi si sente il bisogno di un confronto che permetta di conoscere e condividere il cammino fatto, individuando linee guida e principi ispiratori.
Il «Progetto Formativo» dei Cappuccini italiani, elaborato in tempi di transizione ma in linea con il proprio carisma, s’inserisce nelle sane tradizioni, aiutando i frati a mettersi a confronto con le tante esperienze e prospettive sulla formazione ed ha lo scopo di offrire un luogo in cui siano costantemente attivati e stimolati il dialogo e il rapporto tra differenti punti di vista, la continua verifica dei frati in quanto formatori e formandi, la ricerca di confrontarsi con contesti sempre più ampi (la Chiesa e il mondo) e, infine, il compito mai esaurito di «pensare la formazione» rinunciando alla tentazione di ridurla ad applicazione di norme e di metodi.
II Concilio si è proposto il rinnovamento della Chiesa attraverso un processo che ha interessato tutti i cristiani, e i consacrati per primi. Con le nuove Costituzioni e i Consigli Plenari dell'Ordine, i cappuccini hanno recepito questa istanza per adeguare la vita e la legislazione alle attese della Chiesa e degli uomini del nostro tempo. Tra i cappuccini il problema della formazione è stato assunto come impegno prioritario, sia a livello di Ordine che di Conferenza. Il proprio futuro, è stato detto, si gioca sulla formazione, sia iniziale che permanente; in questo campo vanno spese le migliori energie.
Tra i cappuccini italiani, specialmente a partire dall'inizio degli anni '80, si è accentuato il bisogno di riflettere per precisare contenuti e metodi delle varie tappe della formazione. Questo lavoro ha portato alla concreta esigenza di avere un progetto unitario della formazione per la Conferenza italiana dei cappuccini. Attraverso diverse assemblee nazionali e il coinvolgimento più ampio possibile dei frati, una équipe redazionale ha preparato un testo che, durante questi anni, si è andato sempre più definendo. In questo modo si è evitato di produrre un testo a tavolino, frutto di sola competenza teorica, a favore di una stesura in continuo contatto con la realtà formativa.
Lo scopo del «Progetto Formativo» non è quello di riproporre quanto già contenuto nelle nostre Costituzioni e nei documenti della Chiesa e dell'Ordine, né di definirsi come un nuovo documento fondativo, quanto piuttosto di essere uno strumento di lavoro che accompagna la fraternità nel proprio impegno di formazione. Perciò, caratteristica specifica non è quella di descrivere i valori in modo più o meno esaustivo, ma di presentare nella linea della pedagogia francescana gli itinerari e i processi di formazione ai singoli valori.
Conseguentemente, tale configurazione determina l'approccio a questo strumento formativo; non si tratta semplicemente di leggerlo, ma di accostarsi ad esso con atteggiamento di ricerca personale e comunitaria. Dalla «ruminatio» delle idee che vengono presentate si sviluppano nuove chiavi di lettura ed applicazioni concrete in una modalità dinamica che privilegia i processi e i metodi. Questa sintesi che si opera nella vita delle persone e delle fraternità richiede disponibilità interiore da parte di tutti, nel modellare la propria esistenza perché meglio rifletta il senso della nostra vocazione nella Chiesa e nel mondo.
Non va mai dimenticato che i destinatari della formazione sono tutti i frati, con la convinzione che l’iter formativo abbraccia tutta la vita e costituisce un preciso diritto e dovere di ogni frate che è ad un tempo formando e formatore. Pertanto il testo non tratta soltanto le tappe della formazione iniziale, ma si presenta come strumento formativo per l'animazione delle singole fraternità provinciali. Le diverse Province, a loro volta, sono chiamate ad elaborare un progetto formativo proprio, che ispirandosi al progetto nazionale, incarni nella particolarità delle province o zone interprovinciali i contenuti e i metodi della formazione.
Una sottolineatura particolare merita la scelta di collocare la formazione permanente prima di quella iniziale. Con ciò s’intende affermare, in linea con le Costituzioni cappuccine, che tutta la nostra vita è sotto il segno della formazione e che, solo all'interno della formazione permanente, si colloca in maniera adeguata quella iniziale, poiché la fraternità è il luogo generativo e formativo di ogni vocazione. Questa impostazione vuole riaffermare il principio della gradualità dei contenuti che sono distribuiti in tutto l'arco della formazione. Il passaggio da una tappa ad un'altra non avviene per una successione cronologica, ma per l'assimilazione dei contenuti di ogni singola tappa.
Un «Progetto Formativo» così concepito, si propone di promuovere ed accompagnare il cammino di continua formazione dei cappuccini italiani per incarnare con creatività e fedeltà il carisma di Francesco nell'oggi della storia.