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GIOVANNI SPAGNOLO, Un cuore grande. Beato Arsenio Maria da Trigolo (1849-1909), Cappuccino. Fondatore delle Suore di Maria Consolatrice, Ed. Velar, Gorle (BG), 2019, pp. 128. Prefazione di mons. Paolo Martinelli OFMCap., vescovo ausiliare di Milano.
Questa biografia, la prima dopo la beatificazione di Arsenio Maria da Trigolo, avvenuta nel Duomo di Milano il 7 ottobre 2017, vuole ricordare il Beato cappuccino a 110 anni della sua morte, avvenuta nel convento di Bergamo il 10 dicembre 1909. L’Autore ripercorre in 18 agili capitoli l’intricata vicenda biografica di Arsenio che si trovò a vivere tre esperienze umanamente dolorose, ma altrettanto proficue, nel suo mai interrotto impegno nel vivere la volontà di Dio come cammino per la sua santificazione. Infatti, dopo esser stato prete diocesano, don Giuseppe Migliavacca chiese e ottenne di entrare tra i Gesuiti dove il nome gli fu abbreviato in “padre Miglia”. Costretto ad abbandonare la Compagnia, fu chiamato a Torino per guidare un gruppo di giovani donne allo sbando, in balia di una esaltata pseudo fondatrice. Fu così che, suo malgrado, ricoprì il ruolo di fondatore delle Suore di Maria Consolatrice, dedicandosi corpo e anima alla loro formazione e diffusione. Raggiunto da calunnie assai pesanti, che provenivano - incredibile a dirsi - dalle stesse suore, fu costretto ad abbandonare l’Istituto. Nel
1902 i Cappuccini accolsero don Giuseppe nel noviziato di Lovere e lo chiamarono
Arsenio. Visse nel convento di Bergamo fino alla morte nel silenzio, nella mortificazione, dedicandosi senza risparmiarsi alle confessioni e alla predicazione, spargendo profumo di santità e di perdono.