COSTITUZIONE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI - Capitolo XII°
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  ARTICOLO I° - L'IMPEGNO MISSIONARIO DELL'ORDINE
 

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1. I frati, che per ispirazione divina si sentono chiamati all’attività missionaria in altra regione dove è più urgente l’evangelizzazione, facciano conoscere il loro proposito al ministro provinciale, il quale però può chiamare anche altri frati idonei disposti ad assumersi tale incarico.
2. Lo stesso ministro, dopo una particolare preparazione teorica e pratica in missiologia e in ecumenismo secondo le condizioni di ciascuno, li presenti al ministro generale, al quale spetta dare le lettere obbedienziali.
3. I ministri non rifiutino di inviare le persone adatte, a motivo della scarsità dei frati in provincia, ma rimettano ogni loro preoccupazione e pensiero in colui che ha continua cura di noi.
4. Le diverse province dell’Ordine si aiutino generosamente fra loro secondo l’opportunità ed offrano alle altre circoscrizioni bisognose missionari ed aiuti attraverso il ministro generale.
5. I frati siano invitati a prender parte all’attività missionaria, anche temporaneamente, soprattutto per alcuni servizi speciali.
6. I frati, prestando la loro opera e il loro consiglio, collaborino con i missionari laici, soprattutto con i catechisti, curino con loro un’intensa animazione spirituale e promuovano il bene sociale ed economico della gente.
7. I superiori promuovano nei frati l’amore e lo spirito di collaborazione per l’azione missionaria in modo che tutti, ognuno secondo la propria condizione e capacità, adempia il proprio dovere missionario, attraverso il rapporto fraterno con i missionari, pregando per le nuove chiese e in unione con esse, e suscitando l’interesse del popolo cristiano.

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1. Poiché lo stato di coloro che professano i consigli evangelici appartiene alla vita e alla santità della Chiesa e deve quindi essere promosso con sollecitudine fin dall’inizio di una nuova Chiesa, i frati missionari si impegnino a favorire il nostro spirito e il nostro carisma nelle Chiese particolari.
2. Perciò i superiori maggiori facciano in modo che tra i missionari vi siano dei frati idonei a formare i candidati all’Ordine.
3. La forma della nostra vita e il patrimonio spirituale del nostro Ordine, che è universale e comprende tutti i riti della Chiesa cattolica, siano trasmessi ed esprimano, secondo le situazioni regionali, il genio culturale di ogni popolo e l’indole della Chiesa particolare. Non si trapiantino gli usi particolari della propria regione in un’altra. Spetta al ministro generale, con il consenso del definitorio, decidere sul rito delle singole circoscrizioni, a norma del diritto.

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1. È compito del ministro generale, con il consenso del definitorio e d’accordo con l’autorità ecclesiastica, promuovere e coordinare l’attività missionaria nelle Chiese particolari.
2. Spetta al ministro provinciale, con il consenso del definitorio, accettare l’impegno missionario proposto dal ministro generale e anche stipulare le convenzioni con il rispettivo superiore ecclesiastico, previa l’approvazione del ministro generale con il consenso del definitorio.
3. Il ministro generale e i ministri provinciali, con il consenso del definitorio, istituiscano il segretariato per l’animazione e la cooperazione missionaria e ne determinino i compiti.
4. I frati collaborino costantemente con gli istituti religiosi che nello stesso territorio operano nell’attività missionaria della Chiesa particolare oppure con quelli che in patria si dedicano all’animazione missionaria.
5. Si tenga presente che l’azione missionaria ha il suo culmine nello sviluppo della Chiesa particolare, dove il clero, i religiosi e i laici, ognuno per la propria competenza, hanno le loro responsabilità.

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1. Si ricordino i frati di san Francesco, che volle inviare i suoi compagni nel mondo, sull’esempio dei discepoli di Cristo, in povertà nella piena fiducia in Dio Padre per annunciare la pace dovunque con la vita e con la parola.
2. Raccomandiamo questa grande opera all’intercessione della beata Vergine Maria, Madre del Buon Pastore, che ha generato Cristo, luce e salvezza di tutte le genti, e che il mattino di Pentecoste presiedette in preghiera all’inizio dell’evangelizzazione, sotto l’azione dello Spirito Santo.

 
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