COSTITUZIONE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI - Capitolo XII°
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  LA DIFFUSIONE DELLA FEDE E LA VITA DI FEDE
  ARTICOLO I° - L'IMPEGNO MISSIONARIO DELL'ORDINE
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1. Cristo Gesù, Vangelo di Dio, primo e massimo annunciatore del Vangelo, ha trasmesso a tutti i suoi discepoli e, in loro, alla comunità di fede che è la Chiesa, la grazia e il comando di evangelizzare.
2. Tutti i battezzati, e in modo particolare i religiosi per la loro speciale donazione, sono uniti alla Chiesa pellegrinante che, per la missione di Cristo e dello Spirito Santo, è sacramento universale di salvezza e perciò missionaria per sua stessa natura.
3. San Francesco nel suo tempo, per divina ispirazione, rinnovò lo spirito missionario con l’esempio
della vita e con il vigore della sua Regola e diede impulso a quelle iniziative della Chiesa che vanno
sotto il nome di attività missionaria; con esse viene annunziato il Vangelo, e il Regno di Dio che viene trasforma l’uomo stesso e crea un mondo nuovo, giusto e pieno di pace. Così la Chiesa ogni giorno si edifica e sempre più diviene perfetta.
4. Il nostro Ordine accetta come impegno proprio il compito di evangelizzare, che appartiene a tutta
la Chiesa; e considera ed assume l’attività missionaria tra i suoi principali impegni apostolici.
5. Si considerano missionari quei frati che, in qualunque continente o regione, portano il lieto annunzio della salvezza a tutti quelli che non credono in Cristo.
6. Riconosciamo, tuttavia, la condizione particolare di quei frati che esercitano l’attività missionaria a servizio delle nuove Chiese.

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1. I frati missionari, secondo l’insegnamento di san Francesco, possono vivere spiritualmente tra i non cristiani in due modi: o, sottomessi ad ogni creatura umana per amore di Dio, con grande fiducia danno testimonianza della vita evangelica per mezzo della carità; oppure, quando vedranno che piace a Dio, annunziano apertamente la parola di salvezza ai non credenti, affinché si facciano battezzare e divengano cristiani.
2. I frati, riconoscendo che le Chiese particolari si sono già assunte in proprio la parte maggiore dell’opera di evangelizzazione, si pongano volentieri in ascolto e in dialogo con i figli della nuova Chiesa, in modo che sia evidente che essi sono venuti a servizio delle Chiese stesse e dei loro pastori.
3. In spirito di carità valutino le condizioni storiche, religiose, sociali e culturali alla luce del Vangelo e, spinti da animo profetico, agiscano con la libertà dei figli di Dio.
4. In dialogo con le altre Chiese cristiane e con le religioni non cristiane promuovano anche quei cambiamenti che favoriscono la venuta di un mondo nuovo, e siano attenti alle idee che influiscono sul modo di pensare e di agire dei popoli.

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