COSTITUZIONE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI - Capitolo IV °
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  LA NOSTRA VITA IN POVERTA'
  ARTICOLO I° - IL NOSTRO IMPEGNO DI POVERTA'
 

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1. Gesù Cristo, Figlio di Dio, che tutto riceve dal Padre e in tutto è in perfetta comunione con il Padre nello Spirito, fu mandato ad evangelizzare i poveri. Lui, che era ricco, si è fatto povero per noi e simile agli uomini, affinché per mezzo della sua povertà noi diventassimo ricchi.
2. Dalla nascita nel presepio alla morte sulla croce amò i poveri e si offrì come esempio ai suoi discepoli di come il Padre li ama e li cerca.
3. La Chiesa , specialmente nei religiosi, riconosce la povertà volontaria come segno della sequela di Cristo e propone san Francesco come immagine profetica della povertà evangelica.
4. Con la nostra povertà scelta per il Regno di Dio partecipiamo alla relazione filiale di Cristo con il Padre e alla sua condizione di fratello e di servo in mezzo agli uomini.
5. La povertà evangelica richiede che siamo disponibili nell'amore, conformi a Cristo povero e crocifisso che è venuto per servire, e ci spinge alla solidarietà con i piccoli di questo mondo.
6. Non consideriamo nostra proprietà i doni di natura e di grazia che abbiamo ricevuto, ma sforziamoci di metterli completamente a profitto del popolo di Dio.
7. Usiamo dei beni temporali con gratitudine, condividiamoli con i bisognosi e nello stesso tempo offriamo la testimonianza del retto uso delle cose agli uomini che avidamente le desiderano.
8. Ai poveri annunceremo effettivamente che Dio stesso è con loro nella misura in cui saremo partecipi della loro condizione.

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1. Poiché la povertà evangelica è un impegno molto importante della nostra forma di vita, nei Capitoli sia generali che provinciali e locali, prendiamo decisioni sul modo di osservarla sempre più fedelmente con forme compatibili con il variare dei tempi e perciò sempre da riformare.
2. Nei Capitoli si tratti in modo particolare dell'uso sociale dei beni affidati alle fraternità, sia del denaro come delle case e dei terreni, per impiegarli volentieri a vantaggio degli altri.
3. Infatti perché la nostra povertà individuale e comunitaria sia autentica, deve essere manifestazione della povertà interiore, e tale perciò da non avere bisogno di interpretazione.
4. La povertà esige un tenore di vita sobrio e semplice, nel vestito, nel cibo, nelle abitazioni, e la rinuncia ad ogni forma di potere sociale, politico o ecclesiastico.
5. Viviamo in consapevole solidarietà con gli innumerevoli poveri del mondo e con la nostra attività apostolica induciamo il popolo, specialmente i cristiani, ad opere di giustizia e di carità a favore del progresso dei popoli.
6. Sono da lodare quelli che in particolari situazioni dell'ambiente, vivendo con i poveri e partecipando alle loro condizioni e aspirazioni, li spingono all'evoluzione sociale e culturale e alla speranza dei beni eterni.

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1. Pratichiamo la vita comune e condividiamo volentieri tra noi le cose date ai singoli.
2. Tutti i beni, compresi stipendi, pensioni, sovvenzioni, assicurazioni che in qualunque modo ci pervengono, siano consegnati ad uso della fraternità, così che i singoli ricevano da essa il medesimo vitto, vestito e le altre cose necessarie.
3. I superiori siano per i frati luminoso esempio nella custodia della povertà e ne promuovano presso di loro l'osservanza.

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