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1. La formazione permanente è il processo di rinnovamento personale e comunitario e di conveniente aggiornamento delle strutture, per renderci idonei a vivere sempre la nostra vocazione secondo il Vangelo nella concreta realtà di ogni giorno.
2. La formazione permanente, quantunque riguardi in modo unitario tutta la persona, ha un duplice aspetto: la conversione spirituale mediante un continuo ritorno alle fonti della vita cristiana e allo spirito primitivo dell'Ordine e il loro adattamento ai tempi; e l'aggiornamento culturale e professionale attraverso un adeguamento, per così dire, tecnico alle condizioni dei tempi. Tutto questo favorisce una fedeltà maggiore alla nostra vocazione.
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1. Il frate che ha concluso il periodo della formazione iniziale, non può ritenersi pienamente preparato per tutta la vita. Per questo tutti i frati sono destinatari della formazione permanente.
2. La formazione permanente non è altro che una realizzazione continua della nostra vocazione. Quindi senza dubbio e al di sopra di tutto è dovere e diritto di tutti i frati curare la propria formazione permanente.
3. Allo stesso tempo la formazione permanente deve essere considerata anche come un dovere ordinario e pastorale dei superiori.
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1. In ciascuna provincia si emanino norme particolari riguardanti la formazione permanente, secondo la diversità dei luoghi e le condizioni delle persone e dei tempi.
2. Il programma sia organico, dinamico e completo in modo da comprendere, alla luce del Vangelo e dello spirito di fraternità, tutta la vita religiosa.
3. Il modo di vivere quotidiano favorisce molto la formazione permanente. Infatti la prima scuola di formazione è l'esperienza di ogni giorno della vita religiosa nel ritmo normale di preghiera, di riflessione, di convivenza e di lavoro.
4. Inoltre si raccomandano molto i mezzi o aiuti straordinari, cioè le iniziative nuove o rinnovate di formazione permanente, con l'aiuto delle fraternità locali e provinciali, esistenti nell'ambito delle singole province o delle regioni o delle Conferenze dei superiori maggiori.
5. Per favorire lo spirito di fraternità in tutto l'Ordine, per perfezionare la formazione e promuovere la cultura francescana si raccomanda il nostro Collegio internazionale di Roma.
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1. Ciascun frate s'impegni con slancio a camminare degnamente nella vocazione francescano-cappuccina, alla quale Dio lo ha chiamato.
2. Perciò sforziamoci tutti di conservare e di perseverare nel dono della vocazione religiosa per il bene nostro e degli altri e di renderlo più sicuro con la cooperazione fedele, con la vigilanza prudente e con la preghiera costante.
3. Guardiamoci anche, fratelli, di non cadere nell'apostasia del cuore, che si ha quando, per tiepidezza, sotto un'apparenza religiosa, si porta un cuore mondano e ci si allontana dallo spirito e dall'amore della propria vocazione, obbedendo allo spirito di superbia e di sensualità di questo mondo. Ma, ricordando il detto dell'apostolo: “Non vogliate conformarvi a questo mondo”, fuggiamo tutto ciò che sa di peccato e snerva la vita religiosa.
4. Adoperiamoci quindi, perché, dopo aver lasciato il mondo, niente altro desideriamo, niente altro vogliamo, niente altro ci diletti, se non seguire lo spirito del Signore e la sua santa operazione, e piacergli sempre, così da essere veramente fratelli e poveri, miti e assetati di santità, misericordiosi e puri di cuore, tali insomma che, attraverso di noi, il mondo possa conoscere la pace e la bontà di Dio.
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